Piero Bassetti, 93 anni, è stato il primo presidente della Regione Lombardia. A pochi mesi dalle elezioni regionali, il politico è stato intervistato dal “Corriere della Sera”, il quale ha rivelato che la gente si rivolge a lui chiedendo “consigli e suggerimenti. Il rapporto con il fine corsa, se vissuto senza incubi, ti dà una chance nei rapporti: la gente è più sciolta, sei ancora in corsa, ma fuori concorso. Un relax per chi come me è sempre stato impegnato. La mia è stata una vita in prima linea. Se uno ama le cose a cui dedica il suo tempo, non può dire che si sacrifica”.
A proposito del suo rapporto con la Fede, Piero Bassetti ha rivelato di avere trascorso la sua esistenza matura da non credente, ma quando sua moglie Carla è morta, dopo 50 anni di matrimonio, ha rivelato di avere capito che sia assurdo sostenere che non ci sia nulla “dall’altra parte”. In particolare, ha sottolineato: “Se ne è andata tra le mie braccia, il flussometro segnava zero. Ma sapevo che le sue unghie stavano ancora crescendo, che quella era mia moglie, non era evaporata: ho avuto la netta sensazione che fosse solo andata altrove. Il nulla non è la risposta: in Inghilterra ogni casato ha il suo fantasma. La nostra civiltà sarà molto impegnata nella riflessione sull’Oltre”.
PIERO BASSETTI: “LETIZIA MORATTI? DEVE IMPARARE DA GIORGIA MELONI…”
Nel prosieguo del suo intervento sul “CorSera”, Piero Bassetti ha riferito di non essersi mai pentito di avere scelto la politica, in quanto “all’epoca il prestigio non così era legato alla ricchezza. In questo siamo stati americanizzati brutalmente”, per poi gettare lo sguardo alle prossime elezioni regionali: “Letizia Moratti presidente? Dovrebbe avere un rapporto migliore con la sua femminilità imparando da Giorgia Meloni, che ha avuto il potere anche in quanto donna. La Moratti vuole il potere in quanto brava manager. In Italia abbiamo un rispetto per la donna che gli americani non hanno: abbiamo inventato la Madonna”.
Secondo Piero Bassetti, il miglior presidente nella storia della Lombardia dopo di lui è stato “Roberto Formigoni: siamo abituati a rimuoverlo per i suoi errori, ma la coppia Formigoni-Sanese ha fatto la Regione. Poi Guzzetti. Roberto Maroni? In eredità ha lasciato la presenza della provincia lombarda in Regione e il fatto di interpretare al meglio il leghismo: era dentro al pensiero di Bossi, che a sua volta era dentro a quello di Miglio. La Lega di Maroni aveva valore”.