La storia di Pina, ennesima vittima di violenze fisiche e psicologiche, sarà al centro della nuova puntata di Sopravvissute, la trasmissione condotta da Matilde D’Errico nella seconda serata domenicale di Rai3. La storia di Pina si svolge tra la Sardegna ed il Veneto. E’ il 1991 quando la donna sposa il compagno Marco dal quale aspetta un figlio. L’uomo, tuttavia, nonostante il settimo mese di gravidanza, avrebbe preferito che lei avesse abortito. Il loro matrimonio si rivelerà tutt’altro che roseo: tante le tensioni che lo caratterizzeranno. A ferire maggiormente Pina è soprattutto il comportamento dell’uomo che tende in maniera ripetitiva a svalorizzare sempre di più la moglie. Con il passare del tempo le cose purtroppo non sono destinate a migliorare, come emerge dal racconto drammatico di Pina, che sembra purtroppo ripercorrere le stesse dolorose tappe di molte altre storie simili, costellate da continue violenze ed umiliazioni tra le mura domestiche. Gli scatti d’ira di Marco non accennano a diminuire ed a farne le spese è proprio la donna che impiegherà molto tempo prima di potersi definire a tutti gli effetti una “sopravvissuta”.
PINA, LA SUA STORIA DI VIOLENZE A SOPRAVVISSUTE
Grazie all’aiuto di una sorella medico che vive in Svizzera, Pina riesce a trovare un appoggio da lei quando i problemi interni al suo matrimonio con Marco sono destinati a peggiorare. Arriva anche il secondo figlio e le violenze molto presto iniziano ad interessare anche i bambini. Il culmine si registra tra il 5 e l’11 ottobre del 2008 quando l’uomo, oltre a proseguire con le sue minacce e gli insulti arriva a colpire a calci e pugni il figlio di appena 8 anni procurandogli una contusione all’osso sacro. La figlia maggiore di 16 anni non viene risparmiata dalla violenza del padre, venendo anche lei colpita con schiaffi e spintoni che le provocano la distorsione del dito medio di una mano. La rabbia di Marco sarà tutta scaricata alcuni giorni più tardi sulla moglie, che viene scaraventata dalle scale. Miracolosamente Pina se la caverà con un trauma cranico e la frattura di una vertebra con ferite ritenute guaribili in 40 giorni. E’ allora che la donna decide di metterlo definitivamente alla porta e denunciarlo. Prende il via un lungo e tormentato processo che si conclude con la sentenza di condanna a carico dell’uomo ad appena un anno e 4 mesi di reclusione.
IL RACCONTO DELLA VITTIMA
La storia di Pina è emblematica per via dell’estrema violenza raccontata nel corso della trasmissione di Rai3. La donna, al cospetto di Matilde D’Errico ha raccontato le parole che il marito era solito riferirle e la sua sensazione: “Io sono capace anche di ucciderti, con le mani anche al collo, sul collo, stringendo il collo, lo ha fatto. Però ti rendi conto dopo che ogni situazione era già un estremo, un fatto estremo”. La padrona di casa ha sottolineato come l’abilità di questi uomini sia esattamente “quella di avere un atteggiamento ambiguo e di mandarti in confusione e lui lo faceva con te, perché un giorno ti insultava ti diceva parole indicibili, ti metteva le mani al collo, poi però ti diceva che non poteva vivere senza di te”. Una sorta di copione già letto e ribadito anche dalla vittima, oggi sopravvissuta, che ha rammentato con la padrona di casa le volte che le ha portato dei fiori e quelle in cui si arrabbiava togliendo la fede e lasciandola dentro la vetrina di casa. “Oppure mi trovavo un oggetto che mi aveva regalato, per dire, spezzato, rotto, che io cercavo”, ha raccontato, come quella rosa in argento tanto amata da Pina e trovata poi nel sacchetto dei rifiuti: “la trovai là piegata e si era staccato un petalo, io la raddrizzai e questo era il mio modo di rapportarmi a lui, la raddrizzai e la misi al suo posto senza dire niente”, ha ricordato la donna.