308 ospiti e pazienti positivi al Coronavirus, 583 negativi: questo il dato che l’Azienda di servizi alla persona ha comunicato in data 28 aprile circa i numeri dei contagi al Covid-19 presso il Pio Albergo Trivulzio di Milano. Come si legge su Adnkronos, queste nuove statistiche completano l’esito di tutti i tamponi che sono stati effettuati sugli ospiti e i pazienti delle Unità di offerta sociosanitarie di Milano che, oltre al Trivulzio, comprendono il Principessa Jolanda – sempre nel capoluogo lombardo – e l’Istituto Frisia a Merate; chi è risultato negativo al primo test si dovrà ora sottoporre ad un nuovo tampone. Il virologo Fabrizio Pregliasco è il supervisore scientifico scelto e sotto la sua guida il Pat e il Frisia stanno creando nuclei per negativi e nuclei per positivi, oltre ad aree di osservazione specifica di pazienti che risultano negativi ma che presentano dei sintomi sospetti. Anche i pazienti negativi, si dice, vengono dotati di dispositivi di protezione individuale.
Non solo i tamponi però, perché al Trivulzio sono attivi i test sierologici effettuati anche sul personale; Asp ha informato di averli avviati ieri su indicazione della direzione generale del Welfare di Regione Lombardia, con 26 prelievi per sierologia Covid sul personale in servizio nel nucleo onco-riabilitazione e nel nucleo stati vegetativi. La pianificazione è sempre affidata al professor Pregliasco; il test “ha valore di screening ed è subordinato alla volontarietà del personale a cui è proposto”. Oltre a questo, i tamponi sono stati effettuati anche sul personale assente dal servizio, anche recandosi presso il domicilio: nello specifico 115 primi tamponi suddivisi su operatori asintomatici pronti al rientro a Milano o Merate e 11 su personale risultato in malattia o sintomatologia che può far intendere contatti stretti con contagiati da Coronavirus. Dei 66 secondi tamponi, 50 hanno già un esito e i negativi sono 48: questi operatori potranno già tornare in servizio nei prossimi giorni.
PIO TRIVULZIO, LA NOTA SULL’ABBIGLIAMENTO
Il monitoraggio, fa sapere Asp, proseguirà con i tamponi su parte del personale assente e in malattia che non sia ancora stato testato all’eventuale infezione da Coronavirus; il Trivulzio ha fatto sapere, tramite una nota ufficiale, che per il personale medico “la fornitura di ordinaria di abbigliamento di servizio prevede solo il camice in tessuto” e da qualche settimana sono state fornite delle divise monouso (in aggiunta) composte di pantaloni e casacca, che però non sono più reperibili sul mercato. Il Provveditorato è già impegnato nella ricerca di altre divise monouso, nel mentre bisognerà continuare con i capi di scorta che sono disponibili in magazzino su cui indossare i camici idrorepellenti insieme a tutti i dispositivi di protezione che sono stati specificamente prescritti dalle linee guida di Oms, Istituto superiore di Sanità e Regione Lombardia.