Si parla di pioggia artificiale e di Cloud Seeding, di inseminazione della pioggia, stamane negli studi di Uno Mattina, e ospite vi era Sandro Fuzzi del CNR di Bologna, che ha spiegato: “Possiamo ricreare la pioggia? La tecnica del Cloud Seeding è stata sperimentata dall’inizio degli anni ’50 e consiste nel disperdere nelle nubi particelle che possono formare goccioline di ghiaccio che riunendosi possono dare luogo a precipitazione”.
“Questa tecnica – ha proseguito – è stata sperimentata in molti Paesi, Stati Uniti, Unione Sovietica, Israele, Sud Africa e molti altri ma non ha mai trovato una validazione definitiva perchè quando una nube che è stata inseminata ed ha dato luogo ad una inseminazione, e non tutte lo fanno, non sappiamo se sia stato l’intervento umano o se quella precipitazione non avrebbe avuto luogo in ogni caso”. Sandro Fuzzi ha proseguito: “In Italia c’è stato un grosso esperimento scientifico all’inizio degli anni ’70 sulle Alpi in collaborazione con Svizzera e Austria che è durato alcuni anni ma per quello che dicevo prima poi…”.
PIOGGIA ARTIFICIALE E CLIMA IMPAZZITO: IL COMMENTO DI SANDRO FUZZI
“L’organizzazione meteorologica mondiale non ha ancora definito questa tecnica (quella della pioggia artificiale ndr) come scientificamente provata”, ha comunque precisato Sandro Fuzzi, che ha concluso il suo intervento a Uno Mattina soffermandosi sul futuro del clima, alla luce delle numerose calamità verificatesi nel 2023 ma soprattutto del caldo anomale registrato durante l’anno da poco passato, fenomeno che si sta ripetendo anche in questo inizio 2024 con ondate di gelo alternate ad altre di temperature ben al di sopra delle medie.
“E’ abbastanza ben definito, il rapporto del panel delle nazioni unite sui cambiamenti climatici ci dice che il clima si sta riscaldando sempre di più a causa delle attività umane principalmente attraverso l’uso dei combustibili fossili e questo causa a sua volta degli eventi calamitosi come precipitazioni, ondate di calore e fenomeni siccitosi che diventeranno sempre più intensi e frequenti all’aumentare del riscaldamento del clima”.