Pippo Baudo: “Raffaella Carrà non si è mai piegata al jet set”/ “Era bella e sexy”

- Stella Dibenedetto

Pippo Baudo ricorda in una lunga intervista a La Stampa Raffaella Carrà: "Non si è mai piegata ai ritmi del jet set. Era bella e sexy".

Pippo Baudo Pippo Baudo (Twitter, 2020)

In una lunga ed emozionante intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa, Pippo Baudo ricorda Raffaella Carrà, scomparsa a 78 anni e con cui ha condiviso tutta la carriera. Pur essendosi incrociati sempre, Pippo Baudo e Raffaella Carrà non avevano mai fatto programmi insieme. Tra i due artisti, vere icone della televisione italiana, c’è sempre stata stima e grande rispetto professionale. “Adesso sono affranto, se n’è andata l’ultima grande soubrette della televisione italiana“, ha spiegato a La stampa. Dalle parole di Pippo Baudo che ha conosciuto davvero Raffaella Carrà emerge il quadro di una vera professionista, ma anche di una donna molto riservata. “Non sapevo assolutamente niente.Raffaella era una persona veramente riservata. Era strana, come se avesse una doppia personalità. In senso buono, dico. Una personalità arricchita. Lei era bella, sexy, intelligente, aveva tutte quelle qualità che avrebbero potuto portarla ad avere sempre nuovi amori, viaggi, jet set internazionale. È praticamente l’unica vera diva italiana conosciuta in tutto il mondo“, ha aggiunto ancora Baudo.

Pippo Baudo: “Raffaella Carrà non ha mai accettato compromessi”

Professionista vera e instancabile che non ha mai accettato compromessi. Pippo Baudo descrive così Raffaella Carrà la cui scomparsa ha lasciato un vuoto profondo non solo nel cuore della sua famiglia e degli amici, ma anche di tutti gli italiani. Quella della Carrà è stata una lunga carriera, limpida e senza alcun segreto da svelare. “Non si è mai piegata ai ritmi del jet set”, ha spiegato Pippo Baudo sottolineando come la Carrà non abbia mai accettato compromessi. Baudo, infine, ha anche commentato il corteggiamento di Silvio Berlusconi per convincerla a lasciare la Rai per lavorare in Finivest. In quel periodo, Baudo era direttore artistico di tutti i programmi Finivest e a tal proposito, Baudo ha ricordato: “Lei arrivò in Fininvest quando io ero direttore artistico di tutti i programmi. Ci vedemmo subito e le dissi che si doveva scordare la storia del direttore artistico, che io di certo non lo ero nei suoi confronti, e poteva fare tutto quello che voleva, mi casa es tu casa, come avrebbe detto lei che aveva imparato benissimo lo spagnolo“, ha concluso.





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