Sugli aerei cargo in partenza da Pisa per l’Ucraina non partono solo aiuti umanitari, ma anche armi. A denunciarlo è l’Unione sindacale di base (Ubi) che con una nota apre la polemica. I sindacati hanno, infatti, comunicato che alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa li hanno informati di un fatto “gravissimo“. Dal Cargo Village che si trova nell’aeroporto civile partono voli “umanitari”, con vettovaglie, viveri, medicinali e tutto ciò che può essere utile per gli ucraini a causa della guerra che è scoppiata in seguito all’invasione da parte della Russia.
“Quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi“, riporta l’Ubi nel suo comunicato. Per questo motivo i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo. “Denunciamo con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura ‘umanitaria’ per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina“, ha aggiunto il sindacato.
RIFONDAZIONE COMUNISTA CHIEDE A GUERINI DI RIFERIRE
Il sindacato non ha chiesto solo di bloccare i carichi di armi, ma ha anche indetto una manifestazione di protesta, fissata a sabato 19 marzo proprio all’aeroporto Galilei di Pisa. “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!“, lo slogan scelto. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Ciccio Auletta, consigliere “Diritti in Comune”, e Giovanni Bruno della federazione di Pisa con una nota chiedono “risposte e chiarimenti“. In particolare, ritengono che gli italiani debbano sapere “che tipo di operazioni militari sta conducendo il proprio Paese, soprattutto quando una città presta i propri aeroporti diventando da una parte protagonista diretto del conflitto, dall’altra potenziale bersaglio“. L’episodio di Pisa, oltre ad essere considerato “gravissimo“, conferma i loro timori. Quindi, con il gruppo ManifestA hanno chiesto al ministro della Difesa Lorenzo Guerini di riferire in aula, ma hanno anche preparato un’interrogazione parlamentare. Verrà chiamato in causa anche il sindaco. Questa vicenda si aggiunge alla vicenda della circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito italiano.