SARDEGNA/ Pochi spiragli dopo le dimissioni di Soru. Veltroni: ti aiuteremo
Il Governatore ha presentato nella notte le proprie dimissioni, costretto dalle difficoltà interne alla maggioranza di centrosinistra

«Il segretario del Pd Walter Veltroni ha telefonato stamane al presidente della giunta regionale della Sardegna Renato Soru, che nella notte ha presentato le sue dimissioni. Veltroni ha espresso la propria vicinanza e solidarietà, e quella del gruppo dirigente del Pd nazionale, a Soru assicurando l’impegno pieno e comune del Pd perché l’esperienza di governo della Sardegna che in questi anni ha prodotto risultati importanti non si interrompa».
Formalmente l’iter per l’elezione del nuovo Governatore e del Consiglio regionale è già partito e i sardi potrebbero essere chiamati alle urne dopo il 20 febbraio. Ma questa data-ipotesi, ventilata dello stesso Renato Soru, non è scontata. E i margini per un rientro della crisi e arrivare alla scadenza naturale (primavera 2009) della legislatura non sono pochissimi.
È stato lo stesso Governatore, in un breve incontro coi giornalisti dopo aver consegnato al presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu la lettera formale di dimissioni, ha lasciare aperto più di uno spiraglio: «La legge statutaria prevede un periodo di “raffreddamento” (30 giorni), seguito da un dibattito in Aula (tra 20/o e 30/o giorno): abbiamo tutto il tempo – ha spiegato – per riflettere e verificare il patto e utilizzeremo a pieno le norme di legge».
Dopo aver sottolineato di aver fatto una scelta consapevole («non occorre governare a tutti i costi») e non frutto di un gesto d’impeto, Soru ha parlato di «percorso di coerenza con il programma di governo, con cui ci siamo presentati agli elettori». Coerenza che rischiava di venir meno e da qui la decisione di «segnare un distacco dalla maggioranza».
E qui Soru ha aggiunto un approfondimento che sembra aprire uno spiraglio (quello invocato dal portavoce nazionale del Pd, Andrea Orlando e da diversi esponenti sardi) per cercare una ricomposizione della frattura. «In quattro anni e mezzo – ha osservato – è successo di tutto: consiglieri eletti con questa maggioranza che hanno cambiato schieramento, la caduta del governo Prodi che ha avuto riflessi negativi anche sulle vicende politiche sarde, la nascita storica del Pd e il confronto con gli alleati. In questo quadro politico diverso, che ha generato delle difficoltà, erano necessari una verifica e un confronto sul patto che ci ha visti metterci insieme nel 2004».
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