Il Premier, diciamocelo, non arriva a questo G8 nello splendore di una forma psicofisica brillante. Ma nessuno o quasi avrebbe resistito come lui ad una attacco mediatico di tale violenza da ammazzare – come si dice e chiedendo venia – un toro. Possiede una grande energia nel recuperare e, indubbiamente, ha dalla sua un sistema nervoso a prova di “Repubblica&Espresso”. La forza vera gli deriva dall’aver vinto le elezioni stracciando gli avversari. Che non si sono più ripresi.
Da qui bisogna partire e, probabilmente, pervenire, dopo una breve disamina del panorama di scandalismi, a puntate come una soap dell’orrore, in cui ci si è messo persino l’immaginifico D’Alema, preconizzando “scosse” che verranno. Immagini, dunque, non certezze. Scandalismi, e non scandali. Virtualità e non realtà. La sconfitta della sinistra lungi dall’aver attrezzato quest’ultima ad una riscossa politica e progettuale, l’ha sospinta nelle spire del “partito irresponsabile” mediatico agendovi come portaparola. E rischiando l’implosione. Invece di costruire un’alternativa credibile al Cav, una propria visione del Paese, un progetto alto e convincente, un percorso scandito da autentico rinnovamento, il Pd ha compiuto un giro su sè stesso, ubriaco dalla sconfitta, sedotto dal gossip a ripetizione e, infine, spaccato in tre o quattro pezzi, tutti alla ricerca di un leader – e non di una politica – nell’attesa del crollo berlusconiano. E’ così che hanno perso il contatto con la realtà.
Ne hanno preferito la copia, l’immagine più gradita, la cosiddetta realtà parallela che sovrapposta ai fatti produce spaesamento, annebbiamento, perdita dei sensi come sotto l’azione di una sostanza psicotropa. L’inganno in cui cadono spesso quelli dell’opposizione è appunto un errore di percezione, una rifrazione ottica che li allontana dal principio di realtà, nell’illusione che la potenza di fuoco dei mass media scandalistici sia in grado di cambiare la realtà e di imporre una verità. Ignorando che le campagne gossipare/scandalistiche non si occupano quasi mai delle fonti ma dell’effetto scandaloso della notizia destinata a giustificarsi da sè, per pura forza, per partenogenesi e autoreferenzialità.
Al coro di maldicenze della stampa ostile s’è aggiunto quello di alcuni giornali, anche autorevoli, stranieri. Ne è derivata una miscela ad alto potenziale funebre mediatico ma a bassa densità effettuale. C’è sempre chi si consola nelle fumerie d’oppio di un certo giornalismo. Naturalmente, anche il Cav è un essere umano, non di ferro, non bionico.
Anche su di lui questa campagna martellante e furibonda lascia segni, ferite, cicatrici, sfregi. Il punto vero è che il Premier, dopo il sucesso del 2008, non ha mai perso il contatto con la realtà. Sfidando, anzi, gli altri, sul terreno della soluzione dei problemi. Anche il G8 è una grande sfida, mondiale. Non conta come ci si arriva prima, ma dopo.