IMMIGRAZIONE/ Indagati cinque eritrei soccorsi a largo di Lampedusa. Continua braccio di ferro Ue – Frattini
Arriva la risposta secca del portavoce della Commissione Europea alle affermazioni del ministro Frattini al Meeting di Rimini: «La Commissione europea sta facendo del suo meglio per rispondere all’emergenza degli sbarchi di clandestini»
Sono stati iscritti nel registro degli indagati, per il reato di immigrazione clandestina, i cinque eritrei soccorsi giovedì a largo di Lampedusa su un gommone alla deriva. I migranti sono gli unici sopravvissuti all’ennesima tragedia del mare in cui avrebbero perso la vita 73 extracomunitari, morti di stenti durante la traversata del Canale di Sicilia. «Si tratta di un atto dovuto», ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, che sabato scorso aveva annunciato il provvedimento in base alle norme del decreto sicurezza. I migranti avrebbero, però, già manifestato l’intenzione di chiedere l’asilo politico. Nel caso in cui i pm accertassero il diritto allo status di rifugiati l’inchiesta sarebbe archiviata. L’ennesima sciagura nel Canale di Sicilia continua intanto ad essere oggetto di un braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.
Oggi un portavoce della Commissione europea, rispondendo alle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro degli Esteri Franco Frattini, ospite al Meeting di Rimini, ha sostenuto che l’Unione europea sta facendo il possibile per rispondere all’emergenza degli sbarchi di clandestini nel Mediterraneo.
Il portavoce Dennis Abbot, durante la conferenza stampa di oggi della Commissione a Bruxelles, ha ribadito l’impegno dell’Ue: «La Commissione europea e i Paesi europei stanno facendo del loro meglio per rispondere all’emergenza degli sbarchi di clandestini».
Ieri Frattini, commentando la vicenda degli oltre 70 clandestini che sarebbero morti in mare dopo essere partiti dalla Libia diretti in Italia, ha detto che finora sulla questione immigrazione l’Europa non ha dato risposte concrete, e che deve essere adottato «un criterio di distribuzione in tutti i Paesi».
Il portavoce ha ricordato che il commissario europeo agli Affari interni con delega all’Immigrazione, Jacques Barrot, «ha più volte sottolineato che bisogna cercare di distribuire nel migliore dei modi il fardello (degli immigrati) a livello europeo».
Barrot – ha aggiunto il portavoce – «si è già recato nei mesi scorsi a Lampedusa, in Grecia e alle Canarie, e presto andrà in Turchia e Libia».
Le provocazioni di Frattini hanno avuto però il loro effetto, se ieri il presidente di turno dell’Ue, lo svedese Carl Bildt, ha annunciato per ottobre una proposta dell’Unione in merito ai criteri di distribuzione tra i 27 Paesi del blocco dei flussi di immigrati. «Aspettiamo una proposta della Commissione che sarà discussa nel Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue a fine ottobre», ha dichiarato Bildt a margine del Meeting dell’amicizia in corso a Rimini.
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