RISATE SULL’ITALIA/ Martelli: Merkel e Sarkozy? Una gaffe, ora per non piangere cambiamo le pensioni

- int. Claudio Martelli

CLAUDIO MARTELLI è convinto che quanto accaduto ieri, al vertice europeo, dove Berlusconi è stato deriso, vada derubricato, pur nella drammaticità del contesto, a semplice gaffe

CLAUDIO MARTELLI è convinto che quanto accaduto ieri, al vertice europeo, dove Berlusconi è stato deriso, vada derubricato, pur nella drammaticità del contesto, a semplice gaffe

Lo sguardo d’intesa, un ghigno beffardo e l’aula gremita da giornalisti contagiata dall’ilarità generale; è la scena che ha per protagonisti la Merkel e Sarkozy, nota, grazie alla rete, ormai a mezzo mondo. A provocarla, la domanda di un giornalista che chiede se Francia e Germania si fidino dell’Italia. E di Berlusconi. «Se Berlusconi ha delle responsabilità, sembra averle anche nell’aver contagiato i due leader nell’affrontare i summit internazionali in maniera cabarettistica», è il commento per ilSussidiario.net di Claudio Martelli, conduttore televisivo ed ex ministro della Giustizia. In molti, intanto, si chiedono se l’accaduto non rasenti l’incidente diplomatico. Perché va bene la poca stima. Ma esprimerla in mondovisione, in un consesso ufficiale ammantato di solennità e prestigio (il vertice di Bruxelles) senza filtri o ritegno, è ben altra cosa. «Ricordo un precedente simile, quando la Thatcher, ascoltando un intervento di De Mita che nessun traduttore simultaneo riusciva a rendere, si strappo le cuffie dalle orecchie e le sbatté sul tavolo. Qui, tuttavia, siamo in un contesto in cui stride la drammaticità di ciò di cui si sta parlando con il comportamento degli attori principali». Tutto sommato, secondo Martelli siamo ancora lontani dall’incidente diplomatico. «Si tratta di un episodio che non credo sortirà effetti. Come del resto non li hanno sortiti le precedenti gaffe di Berlusconi. Ecco: derubrichiamo lo sberleffo di ieri a gaffe, e andiamo avanti. Per carità di Patria. E d’Europa». Una gaffe che, tuttavia, la dice lunga sui rapporti di forze tra Italia ed Europa. «Sappiamo bene che l’Europa non ha una leadership autorevole, credibile, coraggiosa o lungimirante. Anzi, è priva di una leadership definibile come tale. Dal canto nostro, è tre mesi che tergiversiamo. Ci facciamo rimproverare perché non siamo in grado di prendere decisioni che avremmo dovuto assumere da tempo in maniera autonoma». Passando in rassegna le sfide nostrane, spiega: «lo sanno tutti che il sistema italiano non sta in piedi. Nel mantenere le pensioni di anzianità, ad esempio, sono responsabili la Lega, il Pdl, il Pd e il mondo sindacale. E’ il grande compromesso conservatore italiano a danno delle giovani generazioni. Una vergogna collettiva di cui tutti sono colpevoli». Con una differenza: «certo – aggiunge -, un governo che si dice liberale, e di centrodestra, è in una condizione ancor più vistosa». Ma le cose stanno come dicono la Merkerl, Sarkozy, Barroso e Van Rompuy, ovvero è Berlusconi il problema?

«Il problema fondamentale – dice Martelli – rimane la Lega. L’esecutivo è condizionato da un partito che non è né liberale,  né di centro, ne di sinistra, né di destra. E che difende interessi di bottega, ignorando i suoi stessi elettori o potenziali tali, più giovani». E poi, ci sono tutti gli altri che possono prender parte alla spartizione delle colpe in parti uguali: «In molti, nel Pdl rifiutano di prendere in considerazione le medicine che bisogna trangugiare. Come, appunto, la riforma delle pensioni, la liberalizzazione degli ordini o l’introduzione della patrimoniale. Se si continua a temporeggiare, parlando di condoni, si arriva al punto – conclude Martelli – che le medicine scadono».

 

(Paolo Nessi)





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