GOVERNO/ Berlusconi: “Potrei andarmene”. Lo scontro Pdl-Lega
Berlusconi preoccupato per il no della Lega alle richieste dell’Unione europea dichiara che a questo punto potrebbe dimettersi. Possibile governo a guida Schifani o Gianni Letta

Richiesta di un “mandato pieno”. E’ quanto aveva fatto ieri sera nell’incontro del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. La richiesta era ovviamente indirizzata alla Lega, completamente contraria a toccare in qualsivoglia modo le pensioni. Eppure il ritocco dell’età pensionistica è quanto chiede ormai da tempo l’Europa. Una richiesta ineludibile, come spiegano sia il capo del governo che Gianni Letta nell’incontro: impossibile presentarsi davanti all’Europa a mani vuote, nonostante la consapevolezza che quanto chiede la UE sia “pesante” e “oneroso”, soprattutto dal punto di vista elettorale. Berlusconi chiede un mandato pieno altrimenti non andrà neanche a Bruxelles a presentarsi all’Unione europea. Ma la Lega ancora una volta dice no e l’incontro di ieri sera finisce con un nulla di fatto. Mentre aumentano le possibilità di una crisi del governo e c’è chi parla di prossimo annuncio di elezioni a marzo, quello che viene definito soluzione “alla Zapatero”. Di fronte a tale scenario Berlusconi, che in giornata aveva incontrato un capo dello Stato oltremodo preoccupato della situazione senza apparente sbocco, si sarebbe lasciato andare a un commento di questo tenore: potrei lasciare la guida del governo, non so se posso farcela ancora in queste condizioni. A Bruxelles, avrebbe detto il premier, ci vado solo se c’è l’accordo con Bossi. L’alternativa sarebbe il suo abbandono e quindi elezioni anticipate. Altrimenti una seconda alternativa: un governo nelle mani di Gianni Letta o di Renato Schifani a cui potrebbe andare il sostegno del terzo polo. Dal canto suo, vista la soluzione, Giorgio Napolitano stringe i contatti con tutti gli esponenti politici, quasi un giro di pre consultazione elettorale, da Enrico Letta del Pd a Pier Ferdinando Casini. L’Italia, dice il presidente della Repubblica, deve fare una cosa sola: garantire gli impegni con l’Unione europea. La conseguenza del caos nella maggioranza è intanto la cancellazione del consiglio dei ministri previsto per oggi che avrebbe dovuto approvare il decreto sviluppo. Da parte sua l’opposizione ha già fatto sapere, Pd in prima fila, che fino a quando resterà Berlusconi alla guida del govenro non ci sarà da parte sua alcun sostengo al governo stesso.
Solo in caso di sue dimissioni sarà possibile varare un governo tecnico di salute nazionale che faccia fronte alla crisi e alle richieste dell’Europa.
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