LETTERA BERLUSCONI/ Accordo Pdl-Lega: pensione a 67 anni
Si è trovato l’accordo tra Bossi e Berlusconi sul problema delel pensioni. Aumento graduale dell’età fino al limite dei 67 anni. Il contenuto della lettera del governo

Dopo scontri e lunghe discussione è finalmente spuntato un accordo tra Berlusconi e Bossi in merito allo spinoso tema delle pensioni. Tema richiesto urgentemente dall’Unione europea che aspetta ormai da tempo da parte italiana un piano concreto per far fronte alla crisi economica. Quanto si sono detti i due leader di Pdl e Lega è quindi stato messo nella famosa lettera che oggi il capo del governo porta di persona a Bruxelles. Un testo di quindici pagine che tocca non solo l’argomento pensioni ma anche ad esempio quello delle liberalizzazioni, privatizzazioni, semplificazioni normative per le imprese, grandi opere. E le pensioni? Si è trovato un accordo sul limite dei 67 anni di età. Per mettere a punto il testo della missiva si sono trovati ieri fino a tarda notte oltre a Berlusconi e Bossi, anche i leader della Lega: Calderoli, Cota e Reguzzoni. Età pensionabile che si alzerà gradualmente fino ai 67 anni di età anche per le donne. Il governo si impegna ad anticipare al 2012 anziché al 2014 il percorso di aumento dell’età dell’entrata in pensione. Ecco alcuni degli altrimenti trattati. Stretta sul pubblico impiego con lo scopo di ridurre il numero dei dipendenti pubblici. Liberalizzazione dei servizi pubblici locali dai trasporti ai rifiuti. Un contributo di apprendistato, con riduzione della quota a carico del datore di lavoro per i contratti e contratti agevolati di inserimento con l’obbiettivo di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro alle donne. Previste anche misure per limitare e frenare l’abuso dei contratti atipici e favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Credito di imposta per gli imprenditori del sud Italia che fanno assunzioni. Meno rigidità nei licenziamenti con possibile indennizzo del lavoratore ma senza possibilità di reintegro. Patrimonio pubblico: dimissioni e privatizzazioni. Lotta all’evasione e progetti per grandi opere e infrastrutture. Si teme però che la UE non giudichi abbastanza positivo lo sforzo proposto dal governo italiano e che piuttosto si possa spostare l’attenzione dell’impegno richiesto sulla riduzione del debito pubblico.
In tal senso oggi al nostro Paese potrebbero essere richiesti nuovi sforzi e nuovo impegno da parte del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione che oggi attendono Berlusconi al loro cospetto.
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