Ancora poco e la Camera voterà il sì definitivo alla manovra finanziaria. Perché il fatto che il voto sarà positivo e, soprattutto, che avverrà in giornata, è ormai dato per scontato. Sono questi i “giorni della responsabilità” in cui maggioranza e opposizione han messo da parte i dissapori per evitare il tracollo completo di credibilità agli occhi degli attori internazionali e dei mercati. Un tracollo di cui si sono intraviste le avvisaglie la settimana scorsa, quando è stato sufficiente un surplus di scandali politici e l’indebolimento del ministro Tremonti, considerato il garante dei conti pubblici italiani, a far scatenare un speculazione ribassista senza precedenti sul mercato italiano. Ieri, quindi, la manovra è stata approvata, a Palazzo Madama, in tempi record, dopo il via libera in Commissione bilancio la notte precedente. Sempre ieri, in serata, anche l’omologa Commissione di Montecitorio ha dato il suo benestare, per fare in modo che stamattina iniziassero i lavori in Aula, in modo da arrivare al voto per le 18. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno dell’opposizione a non fare ostruzionismo. Nel frattempo, il premier Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi, dopo la sentenza sul Lodo Mondadori è rimasto è silenzio, ha affermato: «Non sono stato affatto assente o latitante. Mi vogliono dipingere così, ma io invece in questi giorni ho studiato tutte le carte, ho lavorato per il bene degli italiani: mi piacerebbe tanto dare loro quello che ho promesso, un alleggerimento della pressione fiscale, ma il momento è difficile e adesso non è possibile».