Quale futuro per il centrodestra, adesso che Silvio Berlusconi ha annunciato di non volersi candidare, di fare un passo indietro? E’ quello che si chiedono tutti, soprattutto in quello che resta del centrodestra stesso. Berlusconi ha chiamato a raccolta tutti i moderati di fronte alla necessità di un fronte comune contro la sinistra, un po’ come succedeva nel ’94. Il problema è che questa volta non sembrano arrivare adesioni: Casini per primo si è detto dubbioso. Di candidati al posto di Berlusconi insomma non se ne vedono. Secondo Paolo Del Debbio, intervistato da IlSussidiario.net, c’è un problema che viene prima di tutto: “Capire se l’attuale classe dirigente del Pdl ha chiaro cosa sia un programma liberale, quello che aveva animato lo spirito del ’94”. Per Del Debbio per rifondare il centrodestra c’è bisogno di un programma forte e liberale per l’Italia. Insieme a questo ovviamente ci vuole un leader, ma al momento non se ne vedono.
Del Debbio, nelle ultime ore sono circolate voci che vogliono lei come possibile leader del nuovo centrodestra. E’ così?
No.
Smentisce?
Smentisco.
Ma secondo lei chi ha messo in giro queste voci?
Non ne ho idea.
Veniamo al post Berlusconi. Secondo lei il berlusconismo è finito con il messaggio di ieri di Berlusconi?
Direi che non è mai cominciato. Se poi invece vogliamo riferirci a un modo di far politica deleterio, di corruzione e quelle cose lì, non ne voglio neanche parlare. Se viceversa berlusconismo è portare avanti alcune idee del ’94, non so manco se è mai nato.
In che senso?
Il problema del cosiddetto berlusconismo nasce quando Berlusconi fa un passo indietro e qualcuno prende il suo posto. Io questa persona che prenderà il suo posto non la vedo, non so se c’è e se c’è non si è ancora fatta vedere. Non so chi sarà. L’ipotesi Alfano, lo ha detto lui stesso, non esiste, ad esempio.
Berlusconi ha comunque detto che non intende rottamare l’attuale classe dirigente del partito.
Quello che ha in testa Berlusconi ritengo sia cambiare radicalmente questo partito, dargli una rinnovata importante. Sul resto francamente non lo so.
Ma di cosa ha bisogno un nuovo centrodestra, anche dal punto di vista culturale?
Ha bisogno prima di tutto di interrogarsi se un programma di riforme liberali in Italia ha ancora senso o no. Poi se chi vi appartiene se la sente di portarlo avanti oppure no, questo programma. Se ritengono che questo tipo di programma possa raccogliere consensi, se ritengono cioè che un programma liberale sia in grado di dare vita a un ensemble alla francese o no. Queste sono le domande. Bisogna capire prima di tutto se hanno chiaro un programma liberale e che cosa esso sia. Queste sono le cose su cui interrogarsi, il resto sono discorsi.
Dell’appello che Berlusconi ha fatto a moderati e Lega, che ne pensa?
La Lega non so che strada voglia intraprendere. Ho visto che Maroni è tornato allo sciopero fiscale, quindi non so quale sia la linea della Lega. Non lo so io, ma mi pare che ad oggi non lo sappiano neanche loro. Per i moderati, bisogna vedere chi risponde, ma qui ci vuole una figura nuova. Se Casini dice di no, non so chi altri possa farlo al momento.
Anche Montezemolo ha fatto capire di volersi ritirare.
Stiamo ancora a parlare di Montezemolo? Fa politica come fanno le corna delle chiocciole, va su e giù continuamente.
E Monti? A Berlusconi piacerebbe come leader dei moderati.
Bisogna capire che programma ha in mente. Da alcuni segnali direi che a Monti non dispiacerebbe. Mi pare che sia un lavoro che tutto sommato non disdegna.
Una luce per il futuro del centrodestra non la vede proprio?
Una luce c’è se riprendono un programma forte e liberale per l’Italia. Una luce ci potrà essere se hanno intenzione di fare un discorso chiaro. Se però non trovano un leader, non so proprio dove possano andare.