ILVA TARANTO/ Beppe Grillo: il decreto del governo? Mussolini aveva più pudore
“La polvere sotto il tappeto è l’ultima strategia rimasta al Sistema per sopravvivere”. Inizia così il nuovo post pubblicato oggi da Beppe Grillo sul proprio blog personale.

“La polvere sotto il tappeto è l’ultima strategia rimasta al Sistema per sopravvivere”. Inizia così il nuovo post pubblicato oggi da Beppe Grillo sul proprio blog personale. Stavolta l’ex comico genovese non prende di mira il ballottaggio delle primarie di centrosinistra, come aveva fatto domenica scorsa in occasione del primo turno con il post intitolato “Le primarie dei folli”, ma l’intero sistema italiano, dove “la polvere ha ormai formato cumuli e il tappeto è deformato, con gobbe, strane linee e ondulazioni. Si cammina con circospezione per non inciampare. Ogni giorno nuova polvere, spesso tossica, aumenta lo spessore degli avvallamenti e delle improvvise discese, là dove il piede dovrebbe posarsi senza rischio alcuno”. Il tappeto, continua a commentare Grillo, è ormai “rigonfio di problemi irrisolti, di tragedie lasciate a marcire, di fallimenti, di ruberie, di Sulcis, di Ilva, di Fiat, di Monte dei Paschi di Siena” e chi in teoria dovrebbe “aprire le finestre per fare entrare aria nuova, usare scopa e paletta, straccio e ramazza è responsabile della sporcizia morale o quantomeno colluso, amico, compare, socio, palo. Nel caso migliore è restato a guardare per decenni, come Rigor Montis, consulente di Pomicino, o di Passera che con Riva ha condiviso affari, o di Bersani e del Pdl, finanziati da Riva, o di MPS, la banca più amata dal pdmenoelle e tecnicamente fallita su cui sta indagando la magistratura”. I poteri dello Stato qualche volta ci provano a ripulire la stanza, spiega ancora il leader del Movimento 5 Stelle, “ma senza esito”. Infatti, aggiunge, “dove svanisce lo Stato, svaniscono anche i suoi poteri, la loro legittimità. Le sentenze dei giudici, come avviene a Taranto, vengono cancellate per decreto legge (Mussolini aveva più pudore), indagati come Mancino possono, senza scandalo, colloquiare con il Quirinale della loro situazione processuale per la trattativa mafia-Stato, la Costituzione viene “interpretata” quando serve dal Parlamento (come per il Lodo Alfano vergognosamente approvato prima della bocciatura della Corte Costituzionale), i referendum (finanziamenti elettorali, nucleare) dei cittadini vengono annullati, le leggi di iniziativa popolare (Parlamento Pulito) neppure prese in considerazione”.
Secondo Grillo, quindi, “è il caso di prendere atto che non solo sta finendo la Seconda Repubblica, ma lo stesso Stato italiano sta scomparendo sotto i nostri occhi, sotto il tappeto. Siamo nazione, ma non più Stato”. Questo perché “lo Stato ha delle regole, delle divisioni chiare dei suoi poteri. Uno Stato è una comunità in cui ognuno ha diritti e doveri, chiunque è uguale di fronte alla legge, nessuno è lasciato indietro. L’Italia non è nulla di questo. Non ha sovranità territoriale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha perduto la sua sovranità monetaria, sta perdendo quella economica e quella popolare non l’ha mai avuta. Cosa le resta? I confini dalle Alpi a Lampedusa e una classe politica che rimanda ogni giorno il suo 8 settembre per non finire essa stessa sotto il tappeto”. E conclude, come sempre: “Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”.
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