Alla fine, anche su questo si sono accordati. E sarebbe stato veramente curioso il contrario. Mentre il dibattito infuria, e la Lega e l’Italia dei Valori annunciano di rinunciare ai fondi elettorali che spettano loro, per il 2012, Pdl, Pd e Udc hanno fatto sapere che non hanno alcuna intenzione di compiere un passo analogo. Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini hanno fatto sapere che i fondi pubblici ai partiti sono necessari per la loro esistenza ma che, contestualmente, procederanno al varo di una legge severa che imponga più trasparenza e controlli. Alla Camera giace dal 12 aprile una proposta di legge che dovrebbe modificare la situazione in tal senso. In particolare, sarebbe funzionale alla trasparenza e alla possibilità di effettuare dei controlli sui bilanci. Questo è quanto. Di eliminarli completamente non se ne parla. Tanto più che, con le manovre del 2010 e del 2011 sono già stati radicalmente tagliati. Cancellarli del tutto, secondo le forze della maggioranza che sostiene Mario Monti, rappresenterebbe un grave errore. Oltretutto, colpirebbe in maniera indiscriminata anche gli fino ad oggi ha rispettato le regole. Ma il rischio maggiore, secondo i tre capo di partito, sarebbe quello di consegnare la politica direttamente nelle mani delle lobbies, dei centri di potere e di interesse particolari. La sfida lanciata è quella di riuscire a riformare la politica proprio attraverso la legge sul finanziamento elettorale. «La strada maestra – affermano i tre in una nota congiunta – è quella della discussione e dell’approvazione di una legge organica che trasformi i partiti in associazioni riconosciute, dotate di personalità giuridica, con precisi requisiti statutari».
Tutto questo, ha fatto infuriare Di Pietro che ha promesso di destinare l’ultima tranche spettante al suo partito ai lavoratori maggiormente colpiti dalla riforma del mercato del lavoro. Il capo dell’Italia dei Valori, che attualmente avrebbe le casse a posto e un avanzo di parecchi quattrini, ha fatto sapere: «In un momento così drammatico per il nostro paese, dove il governo ha colpito le fasce sociali più deboli, la politica deve dare il buon esempio cominciando a tagliare gli sprechi e le vagonate di soldi pubblici incassati».
Di Pietro si è anche detto convinto del fatto che la politica non possa permettersi di ignorare la reale situazione del Paese. Il provvedimento «all’acqua di rose» proposto da Abc, secondo l’ex Pm di Mani pulite non rappresenterebbe altro che una presa in giro per i cittadini.