Il decreto legge in materia di semplificazioni è stato approvato definitivamente dalla Camera. Salvo la firma del capo dello Stato Giorgio Napolitano e la pubblicazione della Gazzetta dello Stato, è diventato, quindi, legge dello Stato. Il parlamento aveva tempo fino al 9 aprile per votare il provvedimento emanato dal Consiglio dei ministri; trascorsi 60 giorni dalla sua approvazione, se non fosse passato al vaglio di Camera e Senato, sarebbe decaduto. La normativa è passata con 394 voti favorevoli, 49 contrari e 21 astenuti. Nel corso della seduta odierna il governo è stato battuto su ordine del giorno che era stato presentato dalla Lega Nord. Sul provvedimento, che impegna il governo ad aumentare del 50 per cento la soglia massima di reddito necessario affinché ogni cittadino affetto da disabilità grave o non autosufficiente possa accedere alla carta acquisti, l’esecutivo aveva espresso parere contrario. Al testo, presentato da Maria Piera Pastore, il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi aveva chiesto una riformulazione, rifiutata dalla deputata leghista. In precedenza l’esecutivo aveva posto la questione di fiducia sul decreto fiscale in esame al Senato. Lo ha riferito il ministro dei Rapporti col Parlamento Piero Giarda, comunicando che sarebbe stato presentato il maxiemendamento che sostituisce interamente il disegno di legge. A quanto si apprende dalla conferenza dai capigruppo convocata dal presidente del Senato Renato Schifani, Palazzo Madama dovrebbe votare il provvedimento attorno alle 17. Al termine della discussione generale, prevista per le 15, i partiti procederanno alle dichiarazioni di voto, mentre dalle 16 è prevista la prima chiama. Tra i numerosi settori contemplati dal decreto semplificazioni, vi sono l’università e la scuola. Ogni tre anni, infatti, si stabilirà l’organico necessario in virtù dell’andamento demografico. Libretti e verbali saranno online mentre salta la norma sull’assunzione di 10mila precari, come avrebbe fortemente voluto parte del Pd. Anche le cartelle cliniche subiranno la sorte di verbali e libretti, divenendo fruibili unicamente online.
Via internet sarà possibile, inoltre, pagare le multe, con l’obbligo per le amministrazioni di pubblicare sui propri siti i codici iban per i pagamenti. Dal primo maggio, inoltre, non sarà più consentito all’Inps fare versamenti in contanti; parte, inoltre, la sperimentazione della social card per le città con più di 250mila abitanti. Tra le norme più note, vi è la rimozione del vincolo per i panificatori di chiusura domenicale.