UNIONI GAY/ Bersani: sì al riconoscimento giuridico
Bersani ha anche commentato la parole di ieri del capo dello Stato e ha fatto presente che il Pd continuerà ad essere leale a Monti ma che si prepara ad ogni evenienza

A questo punto, non resta che attendere la successiva mossa di Casini. Oggi, Bersani, presentando la carta di intenti del Pd ha ribadito per l’ennesima volta, sancendo definitivamente la linea del partito, che le coppie gay saranno riconosciute. Sempre che il Pd, ovviamente, vada al governo. Un tema particolarmente scivoloso che, tuttavia, finora, non sembra aver incrinato l’alleanza con l’Udc ma che, in futuro, non è escluso possa farlo. In ogni caso, il segretario del Partito democratico ha promesso: «daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte Costituzionale per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico». Principio riconosciuto, per inciso, non in una sentenza, ma nelle motivazioni di una sentenza che sanciva l’incostituzionalità del matrimonio omosessuale. Bersani ha anche commentato la parole di ieri del capo dello Stato in cui, attraverso una nota, lamentava l’incapacità dei partiti di accordarsi per dar vita ad una legge elettorale condivisa e specificava che le voci insistenti di ricorso alle elezioni anticipata erano prive di fondatezza dato che, a lui soltanto, è attribuito il potere di sciogliere le camere e non ne ha alcuna intenzione. Bersani, giudicando le parole di Napolitano sacrosante, si è detto disponibile ad una riforma, a patto che il giorno delle elezioni si sappia chi governerà. Poi, ha ribadito la lealtà al governo Monti, anche sui contenuti che al Pd proprio non possono andare a genio, quali le misure della riforma del lavoro che hanno prodotto il caso degli esodati; ha aggiunto, tuttavia, che il partito è contemporaneamente pronto ad ogni evenienza. Sul fronte economico, invece, ha indicato nella ridefinizione del sistema fiscale, ai fini di un alleggerimento del costo del lavoro e del carico per le imprese, la priorità assoluta. Non ha escluso, d’altro canto, un sistema che attinga della rendite provenienti dai grandi patrimoni finanziari e immobiliari. «Rilanceremo nella prossima legislatura – ha, poi, fatto presente – il sogno degli Stati Uniti d’Europa».
Il segretario del Pd ha anche speso qualche parole sulle alleanze, affermando che l’intesa non è possibile con le destre, rispetto alle quali il partito non può che concepirsi in alternativa: «vogliamo avviare un percorso di alternativa non a Monti ma alle destre e alle loro politiche sbagliate».
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