“Attraverso macroscopiche e ripetute violazioni della nostra Costituzione e dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, siamo arrivati al primo atto di una ‘mascalzonata’ consumata ai danni di Silvio Berlusconi”. A dirlo è il senatore Pdl Carlo Giovanardi, secondo cui “la questione naturalmente non finisce qui, perché ci sono ancora passaggi a livello nazionale ed internazionale che potranno verificare l’infondatezza della sentenza della sezione feriale della Cassazione presieduta dal Dottor Esposito e l’assurda applicazione della retroattività degli effetti punitivi della legge Severino, che trova precedenti soltanto nei sistemi giuridici della Germania nazista e dell’Unione Sovietica”.
Anche l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni ha commentato la decisione della Giunta per le elezioni del Senato nei confronti di Silvio Berlusconi, definendo “inaccettabile” quanto accaduto. “Hanno voluto colpire l’avversario politico Silvio Berlusconi in maniera pregiudiziale e preconcetta. Non si sono fermati neppure davanti ai dubbi espressi da illustri studiosi di centro e di sinistra, a partire da Violante, sulla non costituzionalità della Legge Severino. Eppure si proclamano ‘difensori della Costituzione’ – afferma Formigoni -. Abbiamo sempre chiesto che fosse la Corte Costituzionale a pronunciarsi. Sarebbe bastato aspettare poche settimane. E avrebbero avuto la coscienza a posto. Mentre ora, non c’è l’hanno”.
“Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia”. E’ questo il duro commento di Silvio Berlusconi in una nota diffusa recentemente. “La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino”, si legge ancora. Secondo il leader del Pdl, “violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali, oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto. Quando si viola lo Stato di diritto, si colpisce al cuore la democrazia”.
Finalmente, dopo un pomeriggio di polemiche, Vito Crimi è intervenuto in prima persona nel dibattito che lo ha visto protagonista, scaturito dalle infelici battute su Berlusconi: “Viene utilizzata la rete a loro uso e consumo, massacrata con provvedimenti liberticidi e poi una semplice citazione viene usata strumentalmente – ha detto il senatore M5S pochi minuti fa – Se i falchi del Pdl, per distogliere l’attenzione, si devono attaccare ad un post su Facebook allora è vero che il tracollo è arrivato”.
Anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, ha definito “politica” la decisione della Giunta per le elezioni di Palazzo Madama: una decisione, ha aggiunto, “già ampiamente annunciata, che viola la Costituzione, in particolar modo l’articolo 25. La colpa ricadrà su quanti hanno commesso questa incredibile violazione. C’è ora un’ultima occasione in Aula al Senato per impedire che si compia uno scempio”. Il leader de La Destra, Francesco Storace, ha invece commentato dalla propria pagina Facebook: “Berlusconi decade, i ministri restano sulla cadrega. Chi aveva dubbi, è soddisfatto. Ora restate tranquillamente al governo con chi vi ghigliottina il leader”.
A proposito del tentativo del Pdl di sospendere la seduta, il presidente della Giunta Dario Stefano ha dichiarato che il post pubblicato da Crimi “non era un motivo sufficiente per sospendere la seduta”. “In Aula il Pd sarà compatto nel votare la decadenza di Silvio Berlusconi”, ha invece annunciato Felice Casson del Pd, membro della Giunta del Senato (clicca qui per leggere tutte le reazioni alla decisione della Giunta). “Non ci saranno sorprese, almeno per quanto ci riguarda. I senatori Pd sono convinti di quello che è stato fatto. Non c’è alcuna divisione”, ha aggiunto Casson, che poi conclude: “Chiederemo il voto palese perché anche in base alla Costituzione la legge Severino è una norma a tutela dei senatori e non c’entra niente il voto segreto. Ma anche se fosse segreto, il Pd voterà tranquillamente la decadenza”.
Si dice ovviamente soddisfato il senatore 5 Stelle Mario Michele Giarrusso, secondo cui “la legge è stata applicata nei tempi richiesti”. Adesso, però, “ci attendiamo che in aula il voto sia palese di modo che tutti i gruppi si assumino la loro responsabilità”. Non manca poi un commento sulla battuta del collega Vito Crimi che ha scatenato una bufera: “Io non giudico un collega tanto più per un post fatto in Giunta. I soliti denigratori, mi riferisco ad Espresso e Repubblica, hanno fatto girare notizie false. Cosa riprovevole che noi condanniamo”.
“Peggio del previsto. Il copione era stato già scritto e se ne conosceva la trama ma si è andati oltre ogni limite di tollerabilità”. Questa la reazione del capogruppo Pdl in Senato Renato Schifani. Sulla stessa linea il giudizio espresso da Giuseppe Esposito: “Dirette tv via satellite e via web spiegamento di migliaia di giornalisti, tutti i fari puntati sulla giunta delle elezioni come avverrebbe soltanto per una finale di coppa del mondo. Le partite sono però interessanti quando non si conosce l’esito finale, non come in questo caso dove il risultato era già scontato e deciso da tempo. Già si conoscevano i giudizi e pregiudizi diffusi in mondovisione da parte di tanti membri della giunta, alcuni hanno persino continuato nel corso dei lavori dell’udienza pubblica, come il senatore pentastellato Vito Crimi, ad ingiuriare e manifestare il proprio disprezzo verso Silvio Berlusconi. Non mi aspettavo un risultato diverso, è stata una partita già decisa dall’arbitro. Ma sono certo che la corte europea non potrà che accettare le tesi del presidente Berlusconi”.
Dopo circa sei ore di Camera di Consiglio in Senato, la Giunta per le elezioni di Palazzo Madama ha votato a favore della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi dopo la condanna definitiva per frode fiscale nella vicenda dei diritti tv Mediaset. L’esito del voto era comunque scontato, tanto che i legali di Berlusconi non si sono neanche presentati all’udienza pubblica. A niente sono dunque serviti i tentativi del Pdl di ottenere la sospensione della seduta dopo le battute di Vito Crimi.
Secondo il presidente del Senato, Pietro Grasso, è “del tutto inqualificabile e gravemente offensivo quanto scritto dal senatore Vito Crimi nei confronti del senatore Berlusconi durante la fase pubblica della seduta della Giunta. Tale comportamento verrà sicuramente valutato dagli organi competenti del Senato”. Poi aggiunge: “Ogni comportamento dei componenti della Giunta che esorbiti dalle funzioni istituzionali, a tal punto da incidere sul regolare andamento dei lavori, richiede attenta e approfondita istruttoria su eventuali violazioni del Regolamento, da sottoporre agli organi competenti sotto profilo disciplinare che regolamentare”.
“Va da sè che il commento su Berlusconi apparso nella bacheca Facebook di Crimi alle 10.04 (fa fede l’orario di ripubblicazione automatica di Twitter) non fosse opportuno. Perlomeno dal punto di vista politico, giacché dal punto di vista personale, al di là delle ipocrisie di convenienza, ognuno dispone a seconda di quanta amarezza ha accumulato in vent’anni di sfregi istituzionali dalle ricadute sul senso della civiltà e della democrazia neppure lontanamente commensurabili”. Lo scrive sul suo blog Claudio Messora, responsabile comunicazione del Movimento 5 Stelle in Senato.
“Vedere Schifani usare come pretesto la Pagina Facebook di Vito Crimi per fermare i lavori della Giunta per le Elezioni, mi fa pensare che questi sono davvero alla frutta”. Lo scrive Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle. “Per due motivi – aggiunge -: non sanno più che scuse usare per salvare il pregiudicato; non conoscono una mazza di Facebook: le pagine, a volte anche la mia, sono gestite da più persone (i collaboratori). Ogni scusa è buona…avanti con i lavori di giunta”. La pensa diversamente il “dissidente” Lorenzo Battista: “Ma io dico… se c’era un momento più inopportuno per scrivere su Berlusconi quello era oggi. I miei complimenti per l’autore. Spero che il post sia dovuto a un’ingenua crisi di visibilità altrimenti ci sarebbe il dolo a suo sfavore”.
Anche Paola Taverna, portavoce Gruppo Senato 5 Stelle, interviene nell’acceso dibattito, attualmente in corso, scaturito dal post ironico di Crimi su Berlusconi: “La battuta del collaboratore del Senatore Crimi non fa alcun riferimento a decisioni politiche – spiega Taverna – E comunque, se una semplice battuta ironica fosse presa a spunto per interrompere i lavori di giunta del Senato italiano, allora mi chiedo per cosa potrebbe essere presa a spunto una sentenza della Suprema Corte di Cassazione? Basta con questa farsa. Il Senato è un luogo politico e i Senatori non sono giudici. Quelli si sono già espressi”.
Una sospensione dei lavori della Giunta “sarebbe un atto del tutto arbitrario”. Lo ha detto Salvatore Di Pardo, legale della controparte di Silvio Berlusconi. “Non vi è stata violazione palese della segretezza”, ha spiegato, e “in ogni caso non esiste una sanzione collegata al comportamento” contestato all’esponente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. Affinché possa esserci una sanzione, ha aggiunto, ci deve essere una norma che la preveda. Inoltre una sospensione della seduta di giunta “sarebbe molto grave. La seduta deve andare avanti e concludersi con un pronunciamento finale e non essere interrotta”.
Prosegue lo scontro tra Pdl e il Movimento 5 Stelle riguardo il recente post di Vito Crimi e le successive repliche: “La dichiarazione di Adriano Nitto, collaboratore del senatore M5S Vito Crimi, conferma la gravità del fatto”, fa sapere l’Ufficio Stampa del Pdl al Senato in una nota. “Il post è stato inserito alle 10.04, quando era già in corso l’udienza pubblica della Giunta delle elezioni. La violazione del regolamento del Senato è pertanto palese. E l’eventuale pronuncia odierna sarebbe illegittima”.
Il Pdl, attraverso il suo capogruppo al Senato Renato Schifani, ha chiesto la “sospensione immediata” dei lavori della Giunta per le elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi. La richiesta è scaturita dal messaggio postato di recente su Facebook dal senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, che ha fatto infuriare il Pdl e sollevato numerose critiche in Rete. Secondo Schifani, infatti, quanto dichiarato da Crimi “ha inficiato i lavori” della Giunta, “con un atto che non si sarebbe potuto verificare in nessun Paese”. Poco dopo ecco arrivare la risposta di Crimi, lasciata al suo collaboratore parlamentare Adriano Nitto: “Il post relativo a Berlusconi è stato inserito alle ore 10.04, prima dell’inizio dei lavori in Camera di Consiglio”, si legge nel messaggio, che prosegue: “I post successivi, già programmati (relativi a Lampedusa ed al resoconto “5 giorni a 5 stelle”) sono stati inseriti dal sottoscritto”.
Renato Schifani contro Vito Crimi e il Movimento 5 Stelle. Il capogruppo del Pdl al Senato ha diffuso una nota in cui commenta duramente quanto scritto da Crimi su Facebook: l’esponente grillino, riferendosi ai manifesti a favore di Berlusconi apparsi sui muri di Roma su cui si legge “Silvio non mollare”, ha ironizzato sul social network: “Ma vista l’età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l’ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con ‘Non mollare’ non è che intende ‘Non rilasciare peti e controlla l’incontinenza’”. Immediata la replica di Schifani: “Denunciamo al presidente Grasso un fatto gravissimo: mentre la Giunta delle Elezioni è in Camera di Consiglio, l’esponente del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, sta esprimendo su Facebook giudizi volgari e offensivi contro il presidente Berlusconi, violando il regolamento del Senato. Un comportamento intollerabile che conferma la bontà della nostra richiesta di ricusazione di alcuni membri della Giunta ed inficia gravemente la legittimità dei lavori del collegio”.
Terminato l’intervento dell’avvocato Salvatore Di Pardo, legale di Ulisse Di Giacomo, si è conclusa la seduta pubblica ed è iniziata a porte chiuse la riunione della Camera di consiglio che dovrà decidere le sorti politiche di Silvio Berlusconi. La giunta è tuttora riunita e non è dato sapere quando si avranno notizie riguardo la decadenza da senatore del Cavaliere. Si sa solamente che il tempo massimo a disposizione della giunta è di 48 ore, anche se è probabile che già nella giornata di oggi si arrivi a una decisione definitiva.
“Il diritto ad un giudizio imparziale è evidente fondamento di ogni procedimento in un sistema democratico. Molti dei componenti della Giunta delle elezioni del Senato si sono già più volte espressi per la decadenza del Presidente Berlusconi. Non vi è dunque possibilità alcuna di difesa nè vi è alcuna ragione per presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato, a mezzo stampa, la propria decisione”. Lo scrivono in una nota i legali di Silvio Berlusconi, Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini. “Nessuna acquiescenza nè legittimazione – si legge ancora – può essere offerta a chi non solo non è, ma neppure appare imparziale. Il non partecipare era dunque non più una scelta, ma un obbligo. Non vi è dubbio che anche questa ulteriore violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione Europea troverà adeguato rimedio nelle sedi competenti”.
Al termine della discussione, la seduta in aula Koch al Senato è stata sospesa ed è iniziata la riunione a porte chiuse in Camera di Consiglio, dove verrà presa la decisione definitiva sul futuro politico di Silvio Berlusconi.
“Voi avete senz’altro possibilità di esser imparziali ma non avete l’obbligo di rispettare dei canoni come quelli dei magistrati. La decisione finale avviene per espressione libera del dibattito e dei senatori. La Costituzione prevede a garanzia dei senatori stessi, se voi siete parziali o meno”. Così il presidente della Giunta Stefano chiede spiegazioni al legale di Di Giacomo, Salvatore Di Pardo, il quale replica: “Sono felice e onorato di rispondere alle domande, ma mi avrebbe fatto piacere la presenza della controparte”. Come riportato, gli avvocati di Berlusconi hanno disertato l’appuntamento in aula, lasciando vuoti i banchi della difesa.
“Se il senatore Berlusconi fosse stato sottoposto come tutti i cittadini a una decisione di un giudice terzo e imparziale non sarebbe più senatore perché la giurisprudenza sulla legge Severino è granitica. Il consiglio di stato ha chiarito che non è incostituzionale. Io non vedo perché il senatore Berlusconi debba ricevere un trattamento diverso rispetto agli altri cittadini italiani”. A parlare è Salvatore di Pardo, legale di di Ulisse Di Giacomo. Quest’ultimo, assessore alla Sanità della Regione Molise dal 2006 al 2008, è membro della Direzione Nazionale del Pdl.
Dario Stefano sta esponendo i fatti, toccherà poi alla parti in causa prendere la parola e infine ci sarà il consiglio riunito a porte chiuse. Presente nella sala Koch anche l’avvocato Salvatore di Pardo, legale di di Ulisse Di Giacomo, il senatore che dovrebbe subentrare a Silvio Berlusconi, perchè primo dei senatori non eletti in Molise, la circoscrizione scelta dal Cavaliere a seguito della sua elezione.
La seduta ha inizio e si parte subito con uno scontro tra il Pdl e il presidente della giunta per le immunità e le elezioni Dario Stefano. In apertura, prima che il relatore inizi l’introduzione tecnica, il Popolo delle libertà chiede che sia posta una questione pregiudiziale. Ma Stefano boccia immediatamente la richiesta: “Non c’è ordine dei lavori, né possibilità di porre pregiudiziali in seduta pubblica, non posso darle la parola in seduta pubblica. L’articolo 16 mi dà la discrezionalità di farlo, io non le do la parola”, dice rivolto a un senatore.
Anche il Movimento 5 Stelle attende con ansia il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. “Oggi inizia una storia più giusta”, ha commentato Mario Michele Giarrusso, senatore e membro della giunta elezioni, dirigendosi verso Palazzo Madama. “Eccomi al giorni fatidico, ho anticipato di un giorno il rientro da Washington per non mancare questo appuntamento”, ha scritto invece su Facebook Vito Crimi.
La Giunta delle immunità del Senato torna a riunirsi questa mattina nella sala Koch di Palazzo Madama per decidere sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi in seguito alla condanna definitiva per frode fiscale. I lavori prenderanno il via alle 9.30 e dopo una breve relazione tecnica del presidente Dario Stefàno verranno ascoltate le parti. A seguire, al termine dello svolgimento della camera di consiglio, sarà resa nota la decisione della Giunta che deve essere adottata immediatamente o, in casi del tutto eccezionali, non oltre le 48 ore. Intanto Berlusconi si è incontrato ieri per circa due ore con Renato Schifani al Senato. Al termine del colloquio, ha fatto sapere ai cronisti presenti che lui, oggi, non ci sarà: “Non sarò in Giunta, abbiamo mandato una memoria dove diciamo che non possiamo giudicare questi giudici come imparziali perché hanno espresso pubblicamente la loro opinione e abbiamo fatto ricorso alla Corte europea”, ha spiegato l’ex premier, aggiungendo che “la sentenza è frutto di un ben architettato progetto per eliminare il leader del centrodestra. Sono sicuro che otterrò la revisione del processo e l’annullamento della sentenza dalla Corte Europea”. Poi ha concluso: “Si tratta di una sentenza politica senza alcun fondamento sulla realtà”. Il Cavaliere è poi tornato a Palazzo Grazioli insieme ai vertici del partito, tra cui Brunetta, Denis Verdini, Francesco Nitto Palma e Daniela Santanchè.