QUALE GOVERNO?/ Sacconi (Pdl): un accordo con Beppe Grillo? Perché no…
L’unica strada percorribile è quella di un insieme di riforme istituzionali condivise. MAURIZIO SACCONI spiega le prospettive del Pdl in questa fase di assoluta ingovernabilità

Nessuno, fino a poche settimane fa, avrebbe scommesso un soldo su simili percentuali. Il Pdl e il centrodestra hanno ottenuto, rispettivamente, il 21,6 e il 29,2% alla Camera, il 22,3 e il 30,7% al Senato. La coalizione guidata da Berlusconi, quindi, è la seconda forza del Paese, la prima al Senato in termini di seggi. Ma l’euforia per l’incredibile rimonta è stata ben presto smaltita. Perché il primo partito è quello di Grillo. E, salvo eccezionali imprevisti, si va prospettando una situazione tra le più drammatiche che il Paese abbia mai vissuto. Con la bufera della crisi che ancora spira fortemente sull’Italia e un governo che difficilmente vedrà mai la luce. Bersani, dal canto suo, lascia intendere (ma solo per il momento) che farà di tutto per dar vita ad un esecutivo. Possibilmente con i voti dei grillini. Abbiamo chiesto al Senatore Maurizio Sacconi quali sono le intenzioni del suo partito.
Che strategia perseguirete?
Berlusconi ha avanzato una proposta caratterizzata da una forte senso dell’interesse nazionale. Mi pare che ci sia ben poco da aggiungere.
Berlusconi quindi si è detto indisponibile a larghe intese, ma favorevole ad una collaborazione su alcuni temi. Quindi?
Ha dato, in sostanza, ampia disponibilità affinché il Paese sia governato. E sia governato al meglio. Anzitutto, attraverso le riforme intese a modificare l’architettura dello Stato. Più volte, infatti, abbiamo denunciato come lo Stato disegnato dai Costituenti sia giunto al capolinea e abbia esaurito la propria capacità governante. Le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale, quindi, sono parte fondamentale dei contenuti di cambiamento necessari.
Questo, in ogni caso, implica una qualche forma di alleanza. Come persuaderete Bersani?
Non è un problema di persuasione, ma di forza della ragione. La nostra proposta, in tal senso, possiede una forza oggettiva, perché corrisponde a quello che diffusamente rappresenta l’interesse nazionale.
Resta il fatto che Bersani non ne sembra convinto.
Vedremo.
E’ possibile che il centrodestra decida di interloquire con Beppe Grillo?
Perché no? In un Parlamento, il confronto deve essere con tutti.
Nella prospettiva del Pdl, un eventuale accordo di governo potrebbe comprendere l’M5S?
E’ presto per dirlo. Non abbiamo mai espresso pregiudiziali nei confronti di nessuno. Tuttavia, attualmente, il primo passo spetta alla coalizione di centrosinistra; un passo da farsi sulla base delle suddette considerazioni di Berlusconi.
Crede che si troverà un accordo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato?
Me lo auguro.
Voi chi proporrete?
Beh, disponiamo di un’intera classe dirigente in cui poter scegliere. Mi limito ad osservare che abbiamo avuto un ottimo presidente del Senato, che rappresenta il candidato naturale per continuare il lavoro.
E per il presidente della Repubblica?
E’ troppo presto per poter dare indicazioni.
Qualcuno suggerisce di chiedere a Napolitano di fermarsi un altro po’. Un anno, magari, giusto il tempo di portare a termine le riforme istituzionali e indire nuove elezioni, nella previsione che le prossime, verosimilmente, esprimeranno una maggioranza certa
E’ una possibilità che non si può escludere a priori. Ma dipenderà dalla situazione che verrà a determinarsi. Tutte queste ipotesi sono collegate tra di loro e, attualmente, non è possibile fare previsioni attendibili senza comprendere come potrebbe evolvere lo scenario da qui a breve.
Un compromesso accettabile potrebbe consistere nell’indicazione di un governo tecnico guidato da personalità esterne alla politica?
Direi che abbiamo, da questo punto di vista, già dato.
Grillo ha proposto al Pd e al Pdl di votare la fiducia ad un governo targato M5S. Cosa ne pensa?
Mah, veda un po’ lei…
L’ingovernabilità potrebbe durare ad oltranza, come è accaduto in Belgio, dove per 540 giorni non è stato possibile nominare un esecutivo?
Anzitutto, non credo proprio che l’Italia versi in condizione a tal punto pietosa. L’ipotesi, oltre che da scongiurare a tutti i costi, è da ritenersi altamente improbabile.
(Paolo Nessi)
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