L’affermazione del ministro per le Riforma, Gaetano Quagliarello, se presa sul serio risulta gravida di conseguenze. Lo scontro, attualmente, oltre che tra berlusconiani e antiberlusconiani, è tra i falchi e le colombe dei rispettivi partiti di maggioranza. Nel Pdl, c’è una fronda che vorrebbe andare al voto anticipato come rappresaglia per la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato in via definitiva il proprio leader a 4 anni di reclusione, escludendolo, per effetto della decadenza da senatore e per la legge sull’incandidabilità dal Parlamento. Nel Pd, c’è chi, invece, vuole il ricorso alle urne sempre in virtù della sentenza di condanna, ma perché ritiene inopportuna la permanenza al governo con un partito guidato da un condannato. Ebbene, gli antigovernativi sono molti e le pressioni affinché il governo caschi altrettante. In questo contesto, Quagliarello, ospite di Virus, su Raidue, ha spiegato che comunque vada le elezioni non potranno essere prima del 3 dicembre. «Non si possono sciogliere le Camere prima che la Corte Costituzionale si sia pronunciata sulla legittimità della legge elettorale. Non si può andare alle elezioni prima che si sappia se l’attuale Parlamento possa essere dichiarato illegittimo, come è probabile che sia». Ciò potrebbe, del resto, anche significare che, dopo il 3 dicembre, il ricorso alle urne sarà obbligato.