Il vostro vecchio Yoda era in giro per altre galassie. Quando ha ri-sintonizzato il suo ricevitore satellitare sulla Terra e sull’Italia, non ha potuto non stropicciarsi gli occhi cisposi e stiracchiarsi le orecchie pelose per essere certo di aver visto e sentito bene: su tutte le reti pubbliche e private italiane, un condannato in forma definitiva che, dopo l’ultimo giudizio della Corte di Cassazione, sproloquiava di attacco alla democrazia e di giudici accecati dall’odio di parte. Visto da lontano, l’Italia gli è parsa come quelle miniature imprigionate in una boccia di vetro, ripiena però di acqua fortemente inquinata. Inquinata da una sporcizia morale peggiore di un virus: quella provocata dalla progressiva perdita di senso e di significato delle parole più nobili, come democrazia e libertà. Che suonano sempre più prive del loro significato originale, soprattutto in bocca a chi, coinvolto in diversi processi per motivi infamanti come la prostituzione minorile e la compravendita di parlamentari, continua a sostenere la tesi della persecuzione politica, dimenticando che, ad esempio, la parte dell’accusa, in Cassazione, è toccata per sorteggio ad un giudice già esponente della corrente più conservatrice e vicina alla sua parte politica che ci sia in magistratura. Praticamente tutti giornali del mondo – esclusi i russi…- hanno ritenuto che il giudizio della Cassazione fosse una pietra tombale sulla carriera politica del famoso pregiudicato. Ma in Italia no. Più della metà del paese sembra disposto a bersi le più palesi menzogne. Pazienza per gli adulatori più proni, che si sono presi, e assai giustamente, la qualifica di irresponsabili dal Capo dello Stato. Assai più grave è il comportamento di persone intelligentissime – anch’esse a libro paga – che dai loro foglietti sparano giudizi sulla “sentenza cazzona”, che sarebbe emblematica di una “violazione dello stato di diritto”.
Non meno grave il fatto che il presidente della Sezione feriale della Cassazione che ha emesso la sentenza, abbia anticipato in una intervista le motivazioni della sentenza medesima, fornendo ulteriore benzina agli incendiari pronti a sanzionare i “giudici nemici della democrazia” per un comportamento semplicemente inopportuno. Oramai pare che tutti stiano perdendo la testa, anche il giudice che ha ritenuto di non poter sopportare oltre i gravissimi insulti. Così il bel paese si sta tramutando in un far-west, dove ci si sente liberi di sparare sentenze senza saper entrare un secondo nel merito giuridico, sostenendo ad esempio la assai curiosa tesi che uno votato da milioni di persone non può essere condannato per nessuna colpa perché rappresenta gran parte del paese. Davvero penoso che tesi simili siano sostenute pure da ministri cattolicissimi che partecipano assai attivamente a questo davvero peccaminoso stravolgimento della verità. Ma si sa, tutti tengono famiglia… Come dimostra un ex-presidente del Senato che, non accorgendosi per nulla dell’umorismo involontario, gonfia il petto affermando che grazie al famoso pregiudicato il figlio di venditore ambulante come lui è arrivato dove è arrivato… Già: proprio questo è il punto. Come si può poi affermare serenamente che i magistrati hanno al massimo fatto solo un compitino per conquistarsi il loro posto, mentre il condannato in questione è stato più volte eletto da svariati milioni di persone? Sempre da osservatori dei media, verrebbe da replicare che se molti degli elettori sono quegli esagitati dal congiuntivo improbabile che sono stati intervistati da Sky a margine della manifestazione di solidarietà al condannato, sarebbe meglio che anche i politici dovessero passare qualche esame… E’ proprio grazie a questa classe politica che un editorialista di vaglia come Galli della Loggia può affermare dalle colonne del Corriere della Sera che “gli ultimi vent’anni (…) sono stati gli anni perduti della nostra storia repubblicana, i più inconcludenti e i più grigi”. Auspicando “da parte di tutti una spietata autocritica dei nostri peccati, delle azioni e delle omissioni di cui si è stati responsabili”. Ma invece della verità – conclude Galli della Loggia – la politica si appresta oggi a dare all’Italia al massimo le elezioni.
“Siamo davvero ansiosi di sapere che cosa mai ci prometteranno nell’occasione i duellanti di sempre. Sì, vogliamo, proprio sentirlo il PdL promettere per la decima volta la riforma di questo e quello, dopo che non è stato capace per anni di farne nessuna. E siamo davvero ansiosi di ascoltare finalmente dal Pd quali mirabolanti progetti ha per il paese, e soprattutto dove troverà i soldi per finanziarli. Ascolteremo, dunque. Ancora una volta parteciperemo. Ancora una volta voteremo. Ma possiamo dirlo? Di questo vuoto, di questo nulla riempito solo di parole, non ne possiamo davvero più”. E delle bugie? E dello stravolgimento quotidiano della verità? E del quotidiano sovvertimento dei valori costituzionali, tirati di qua e di là da politicanti e imbrattacarte ignoranti di diritto ma abili nel confezionare slogan improvvisati per infiammare una piazza o il proprio partito? Per non parlare della irresponsabilità dei gestori dei programmi di informazione che, Servizio Pubblico in testa, temendo di perdere uno scoop, hanno mandato in onda la concione di 9 minuti del condannato. Da quassù, da molto lontano, prima di volgere lo sguardo finalmente altrove, il vecchio Yoda suggerisce alla Commissione di Vigilanza e all’Autorità delle Comunicazioni di istituire appositi programmi dell’accesso affinché tutti i condannati in forma definitiva possano disporre di una tribuna su tutte le reti per sostenere le proprie ragioni. Altrimenti si dimostra che è vero quanto affermava Orwell nella Fattoria degli animali: “Tutti gli animali sono uguali. Ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Caro Maestro Yoda,
sono Ratatouille, piccolo topo di città, di media cultura, amante della buona cucina. E forse in parte contribuisco anche io a inquinare quell’acqua che da lontano vedi dentro la boccia. Vivo in questo far west e quindi ogni mattina cerco di evitare di essere colpito. Per necessità virtù mi capita di colpire, a volte foglietto munito.
Devo dirti che secondo me è il momento di voltare pagina. Guardando fatti e misfatti di un singolo rischiamo infatti di tralasciare le esigensze di un popolo, le speranze di una società dove anche chi è povero punta a beni di lusso piuttosto che a quelli di prima necessità. Voltare pagina, ti dicevo. E voltare pagina significa, a mio modesto parere, prendere tutto quello che di buono c’è stato, che è stato fatto in questi tanti anni, e cominciare a guardare le basi di questa società. Non è solo la politica ad inquinare questa boccia d’acqua. Da bambini tutti si è uguali, ma il livellamento verso il basso ha portato a promuovere sempre, oltre ogni ragionevole dubbio, anche chi a scuola rimane ignorante, chi ci va solo per scaldare il banco, chi, al primo rimprovero, manda la mamma in procura a sua difesa. Loro saranno i politici di domani, i giudici della futura Cassazione. E crescono con queste idee. Poi si cresce e l’adolescenza diventa tropp spesso vuota. Meglio l’ideologia politica degli Anni 70, lo scontro, i cattolici presi di mira dentro le università. Ci si formava una propria coscienza. Oggi questa coscienza non esiste. Oggi dopo l’Iphone, l’Ipad, Skype e facebook non c’è dialogo. E’ scomparsa l’amicizia.
Allora cerchiamo di trovare una classe politica che non urli, che sappia dialogare con l’avversario politico, che formi insieme, anche su ideologie diverse, una base su cui costruire il futuro. Se c’è qualcuno che ci guarda da fuori ed è più grande di noi cambi l’acqua a questa boccia. Tutto quello che butta vorrà dire che era superfluo.
Un cordiale saluto
Ratatouille