ITALICUM/ Pasquino: una legge brutta per far vincere Renzi

- int. Gianfranco Pasquino

GIANFRANCO PASQUINO commenta il disegno di Matteo Renzi su Senato e Italicum, sul quale però continua ad aleggiare lo spettro dell’incostituzionalità per liste bloccate e premio

senato_aula_vuotoR439 Immagine di archivio

Mentre il nuovo Senato sembra andare in porto, dopo una lunga guerriglia, l’Italicum si appresta a passare all’esame di Palazzo Madama. Renzi si è detto ottimista sull’accordo circa la nuova legge elettorale; il Patto del Nazareno tiene (o così pare) e apre anche alle opposizione, con le quali si può mediare circa i tre nodi del testo: premio di maggioranza, soglia di sbarramento e preferenze. Gianfranco Pasquino, professore di Scienze Politiche all’Università di Bologna boccia l’Italicum, prospettando seri rischia di incostituzionalità.

Nella trincea del Senato Matteo Renzi combatte la sua guerra: dopo l’abolizione del bicameralismo perfetto, la nuova battaglia da vincere è quella dell’Italicum. Come si sta sviluppando la nuova legge elettorale?

Anzitutto ci tengo a fare una precisazione: quello che abbiamo avuto fino ad oggi non era bicameralismo perfetto, bensì un bicameralismo paritario, indifferenziato e simmetrico, che necessitava appunto di essere diversificato. D’altronde, se fosse davvero perfetto sarebbe del tutto stupido modificarlo!

Il premier si dice ottimista circa l’accordo sull’Italicum.

Beh, al momento noi pensiamo che Renzi voglia cambiare la legge elettorale, ma quello che ha fatto alla Camera sembrerà che cambierà al Senato. E qui sta la cosa curiosa, il paradosso: Palazzo Madama, che viene differenziato, è morente, ma gli si dà comunque il compito e il potere di cambiare la legge elettorale della Camera. In più…

Prego.

La legge elettorale approvata alla Camera non corrisponde alla proposta iniziale di Renzi e dobbiamo dedurre che non era neanche quella di Berlusconi, visto che l’accordo originario era diverso.

Come si inserisce l’Italicum nell’assetto parlamentare che sarà?

Io dico che se il Senato verrà totalmente depotenziato, bisogna evitare che una maggioranza forte di un 40% (più premio) controlli tutto. E sembra che se ne siano accorti, visto che si è deciso che il capo dello Stato verrà eletto anche dai 73 europarlamentari. Ma cambia poco. C’è un problema di bilanciamento: sarebbe meglio una vera legge elettorale proporzionale, ma non la vogliono fare visto che la parola d’ordine è sapere “chi ha vinto le elezioni la sera stessa”. Il bello è che chi ha vinto lo sappiamo, non sappiamo poi chi va a formare il governo…

Veniamo dunque al nodo dei tre punti dell’Italicum. Preferenze, soglia di sbarramento e premio di maggioranza. La Corte Costituzionale è stata chiara…

E mica si può esser sordi alle obiezioni avanzate dalla Consulta, che ha detto chiaro e tondo che il premio di maggioranza (15%) è troppo grande e che comunque bisogna trovare  una soglia adeguata al quale corrisponderlo.

Si è parlato del 37-37.5% e di un eventuale ballottaggio tra i primi due arrivati nel caso in cui nessuno fosse riuscito a sfondare tale cifra. Ora, per avere il bonus, pare sia necessario avere il 40%, che è una soglia irraggiungibile dal centrodestra.

 

Ma non per il Pd…

Esatto, soprattutto se riesce a trovare un accordo con Sinistra Ecologia e Libertà. Ma si tratta di un’impostazione a par mio sbagliata: mi sembrerebbe molto più giusto e coerente che, in ogni caso, i primi due partiti – o coalizioni che siano – vadano al ballottaggio e che il premio venga assegnato a chi vince il testa a testa.

 

Eccoci dunque alle liste bloccate, bocciate dalla Consulta, e alle preferenze.

La Corte ha detto che non era possibile avere liste bloccate così lunghe in quanto impediscono ai cittadini di scegliersi i parlamentari. Adesso si parla di liste corte comunque bloccate e quindi non costituzionalmente rispondenti alle indicazioni della Consulta. Si dice però che sarebbero bloccate solo al capolista, che cambia poco o nulla. Poi la questione preferenze: sì, ma quante saranno? Una o di più? E se sono di più, quante sono? Attenzione, cambia tutto.

 

In quanto?

Allora, se abbiamo a disposizione una sola preferenze allora ognuno di noi pensa con la sua testa, ma se saranno diverse allora qualcuno può organizzare il voto e lo scambio delle preferenze.

 

Come?

Esempio: io ho 10mila preferenze, lei altrettante e idem una terza persona, anch’essa in grado di organizzarle. Ecco, ci mettiamo d’accordo e ce le scambiamo: un voto per me, uno per lei e uno per il suo amico, e così via. Con questo sistema nella Democrazia Cristiana si formavano le correnti, quindi sapere se le preferenze sono una, due o tre è importantissimo. Che poi quello delle preferenze non è certo il modo migliore per scegliere i parlamentari: molto meglio i collegi uninominali.

Infine, la soglia di sbarramento, che dal 4.5% dovrebbe scendere al 4.

Le tre soglie previste in prima battuta – 12% per le coalizioni, 4.5% per i partiti all’interno delle coalizioni, e 8% per quelli non coalizzati – erano una cosa impresentabile, fatta apposta per rendere difficile la vita dei piccoli partiti, se non per ucciderli proprio. Io penso che l’unica soglia che debba esistere, a prescindere se siano in coalizione o da soli, dovrebbe essere fissata al 5% e non al 4.

 

Insomma, c’è il rischio che il nuovo testo presenti seri rischi di incostituzionalità.

Ah beh, non c’è nessun dubbio. Lo ha detto anche il Presidente della Repubblica, che ha invitato a prestare molta attenzione. Secondo me visto il premio previsto e le liste bloccate siamo di fronte a sicuri problemi di costituzionalità.

 

Renzi si è detto disposto a negoziare con le opposizioni la legge a Palazzo Madama. A quale sintesi si arriverà?

Questo non lo so, ma dico che così com’è è una legge brutta, malfatta o meglio fatta apposta per far vincere Renzi, far incacchiare i 5 stelle e consentire a Berlusconi di continuare a nominare i suoi parlamentari. E le leggi fatte apposta per qualcuno non sono leggi buone per i cittadini-elettori.

 

Quindi a Forza Italia, nonostante sia la terza forza politica in campo, non dispiacerebbe la nuova legge?

No, anche perché non è detto che Berlusconi sia il terzo competitor: se pongono la soglia di sbarramento a un livello abbastanza elevato – facciamo il 5% – i piccoli partiti di centrodestra non ci arrivano, ad esclusione forse di Ncd. Fratelli d’Italia rimarrebbe fuori, mentre la Lega la vedo comunque in bilico.

 

(Fabio Franchini) 







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