“Finora Renzi è riuscito a tenere sotto controllo il Parlamento solo grazie ai voti di fiducia. Quello sul presidente della Repubblica per lui è il primo voto senza rete e vedremo finalmente chi è il presidente del consiglio e di quale credito e amore gode”. E’ l’analisi di Rino Fornica, ex ministro delle Finanze e del Lavoro, secondo cui “Renzi ha gambizzato tutti i parlamentari uno a uno e adesso chiede loro di ballare: non sarà un bello spettacolo. Finora il motto del premier è stato ‘Del Parlamento me ne frego’. Il voto sul Quirinale sarà la prima volta in cui capirà che del Parlamento non se ne può fregare”.
Il nuovo presidente della Repubblica sarà eletto sulla base di un accordo tra Pd e Forza Italia?
Ciò che bolle in un seggio elettorale ridotto a mille persone è più difficile da prevedere rispetto alle tendenze di fondo visibili con un sondaggio pre-elettorale. Il Parlamento italiano è pieno di contraddizioni, di rancori e di spirito di vendetta. Ecco perché quello che è annunciato come possibile risultato del Patto del Nazareno è tutto molto ipotetico. La vera discriminante sarà tra chi agevolerà il disegno imperiale del Cancellierato presidenziale di Renzi e chi lo avverserà.
Come vede una possibile candidatura di Prodi o di Bersani?
Il problema non è di vedere, ma di sapere chi ha i voti di questi mille parlamentari che sono in una situazione non confessabile di autonomia di voto. Lo scrutinio segreto fa sì che ciascun deputato e senatore possa votare come gli pare. Bisognerebbe avere un conoscitore di psiche umana che faccia un esame a ciascuno dei grandi elettori. Mi pare una cosa un po’ difficile.
Renzi riuscirà a esercitare il suo controllo su questo Parlamento?
Finora Renzi ha avuto un controllo totale grazie al voto di fiducia, utilizzando gli strumenti della minaccia e dello scioglimento delle camere. Con l’elezione del presidente della Repubblica non ha la possibilità di mettere la fiducia. Tutto il potere di cui ha disposto liberamente durante l’intero anno della sua gestione governativa cade di fronte al tipo di votazione, che è diverso da quello che si usa per approvare le leggi.
Secondo lei che cosa accadrà?
Quella sul presidente della Repubblica è la prima votazione che il premier affronterà senza rete. Chi è Renzi e quale credito e quale amore ha suscitato nel Parlamento non lo sa nessuno. Prima ha asfaltato e minacciato le opposizioni interne e quelle esterne evocando le elezioni anticipate, e adesso chiede “ritmo”. In altre parole prima ha gambizzato i parlamentari e adesso chiede loro di ballare. La verità è che Renzi ha una sola vera parola d’ordine in mente: “Del Parlamento me ne frego”. Questa è l’unica volta in cui del Parlamento non se ne può fregare. Quale sarà la reazione di deputati e senatori nessuno lo può dire, bisognerebbe andare dalla “zingara”.
Con chi si potrebbe alleare la fronda del Pd?
Con chiunque, come è sempre avvenuto in Parlamento quando c’è stata una votazione per il presidente della Repubblica. Sono voti contro, non sono voti a favore di qualcuno, e quando si sale sul treno del voto di protesta ci si può alleare con tutti.
L’attuale situazione ha dei precedenti?
Sì. Durante l’elezione per il presidente della Repubblica del 1955, una parte della Dc si accordò con la sinistra per eleggere Giovanni Gronchi. Allora giocò molto l’accordo Nenni-Gonella per rovesciare la politica centrista. Questa del 2015 sarà un’elezione molto simile a quella del 1955.
In che senso lei prima ha parlato di desiderio di vendetta?
In Parlamento non c’è un solo deputato o senatore che non abbia qualcosa da rivendicare nei confronti di Renzi, vuoi per umiliazioni subite o vuoi per essere stato scartato, inclusi quelli che appaiono renziani. Sono tanti i renziani che quest’anno sono stati mortificati dallo stesso Renzi. E’ un panorama pieno di contraddizioni.
In questo panorama Grillo potrebbe riuscire a imporre il suo candidato?
No, tutt’al più Grillo potrebbe riuscire a far votare qualcuno che non gli dispiace. Nessuno è nelle condizioni di fare passare il suo candidato. I parlamentari si organizzeranno per bande, non per partiti. E’ inutile che voi giornalisti andiate a cercare il candidato di Forza Italia, del Pd o dell’M5S, perché saranno tutti candidati trasversali.
Che cosa è cambiato dal voto sul Quirinale del 2013?
Questo Parlamento è lo stesso del 2013, quando non fu capace di eleggere un presidente della Repubblica. Da allora nulla è cambiato in meglio, ci sono stati solo cambiamenti in peggio. Nel frattempo si sono accumulati altri risentimenti, altre umiliazioni, altre mortificazioni e altro spirito di rivalsa.
Lo spirito di rivalsa può riuscire a organizzarsi in maggioranza?
Di solito quando c’è il caos la maggioranza si riesce a raggiungere abbassando il livello al minimo. Lo stesso Renzi probabilmente vuole eleggere un presidente della Repubblica di livello così basso da non oscurare la sua stessa figura. In questo può verificarsi una “vittoria” di Renzi, non grazie a un suo candidato, ma con l’eletto di più bassa qualità.
Avremo il peggiore presidente della storia repubblicana?
Siccome è il tredicesimo, è un numero che non porta bene.
(Pietro Vernizzi)