RETROSCENA/ L’Europa prepara le mosse contro il “giglio magico” di Matteo
Vista da Bruxelles, la vicenda della “pubblicazione” della lettera tecnica sul da farsi a riguardo del salvataggio bancario assume un’altra piega. Il retroscena di MARA MALDO

Vista da Bruxelles, la vicenda delle lettere, della “pubblicazione” delle stesse voluta polemicamente da Palazzo Chigi tramite il Tesoro e dei toni anti Ue dell’Italia ha una spiegazione fin troppo semplice. Tengono famiglia. Chi? Boschi, Lotti e Renzi, ovvio.
La rissa continentale servirebbe a coprire le magagne fiorentine. Così spergiurano gli attuali “burocrati” di Bruxelles e nel frattempo affilano le armi.
“Matteo Renzi non dice la verità. O per lo meno non la dice tutta. Non è vero che l’Europa ha bocciato l’attivazione del Fondo di tutela dei depositi come aiuto di Stato illegittimo, di fatto costringendo il governo e la Banca d’Italia a optare per il più costoso (oltre che doloroso) piano B, cioè il salvataggio d’emergenza dei quattro istituti in crisi. C’era un’alternativa per evitare l’assurda “risoluzione” di Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e Popolare dell’Etruria. Ed era una soluzione che non solo è stata esaminata a lungo dai vertici dell’industria bancaria e dall’autorità di vigilanza, ma che è stata suggerita dalla stessa Unione europea nella lettera che Palazzo Chigi ha fatto circolare”.
Questa la tesi dei più informati, che non esitano a bollare come squisitamente mediatica l’operazione intentata dall’ex sindaco di Firenze per cercare di scaricare su Bruxelles le colpe della bufera legata al “risparmio tradito”, ma che sta tornando indietro su Roma, minacciosa come un boomerang.
Fin qui la cronaca ed i commenti. Ma il peggio deve ancora venire. I burocrati proprio non ci stanno ad abbozzare. “Tutti sanno che sono i governi nazionali a farsi scrivere lettere per arginare problemi interni. Lo fece Berlusconi con la Bce per limitare Tremonti e la Lega e lo ha fatto Renzi per aggirare le critiche interne al Pd che avrebbero portato alle accuse contro il giglio magico”. Sparare sulla Ue è come sparare sulla croce rossa. Ma questa volta Bruxelles reagisce. E a modo suo. Se un governo, peraltro frutto di un riassetto parlamentare e non di un voto popolare, vuole mettere a rischio i conti dell’Eurozona si accomodi. Ma si prepari ad un “redde rationem” con Bruxelles. Che non ti bombarda. Ti deride.
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