GIUNTA RAGGI/ Le faide interne anticipano il fallimento di M5s (alle politiche)

- int. Mauro Suttora

Per MAURO SUTTORA, da anni i grillini romani sono divisi. L’inadeguatezza di M5s che viene alla luce nella Capitale colpisce anche le speranze del Movimento di vincere le prossime politiche

beppegrillo_giornaliR439 Beppe Grillo (Foto: LaPresse)

Esordio travagliato per il neo sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ha impiegato 15 difficili giorni dal suo insediamento per trovare un accordo sui nomi degli assessori della nuova giunta (è pronta, ha detto ieri la Raggi ai giornalisti). Oggi è in programma la prima riunione informale della giunta, mentre la presentazione ufficiale è prevista per giovedì. Per Mauro Suttora, inviato di Oggi ed esperto del fenomeno M5s, “da anni i grillini romani sono divisi tra loro con faide sanguinose. L’inadeguatezza di M5s che viene alla luce nella Capitale colpisce anche le speranze del Movimento di vincere le prossime elezioni politiche”.

Suttora, come commenta quanto sta avvenendo tra i Cinque Stelle romani?

C’è un misto di inesperienza e di arroganza dell’ignoranza. Sono tutte persone sprovvedute e ignare dei meccanismi con cui si governa, nonostante siano già da tre anni nel consiglio comunale. Da quanto sta avvenendo a Roma risultano confermati tutti i rischi che si paventano, legati al fatto che M5s possa conquistare il governo nazionale.

Quanto è forte la Raggi?

La Raggi è sia forte sia debole. E’ fortissima perché ha avuto il 67% al ballottaggio, e può contare su una grande investitura popolare, ben diversa da quella di chi vince con il 51%. Nei vari Comuni al voto soltanto de Magistris è stato eletto con il 67%. Hanno però anche ragione Paola Taverna e Roberta Lombardi quando affermano che la Raggi non è stata eletta per meriti propri ma in quanto esponente di M5s. La Raggi cioè non ha un seguito personale come quello di de Magistris. C’è un fatto che vorrei sottolineare…

Quale?

Ha fatto molto clamore il contratto scritto tra la Raggi e il suo partito, firmato prima delle elezioni. In pratica si stabilisce che se una volta eletta sindaco la Raggi infrangerà il patto, oltre a essere espulsa dovrà pagare una multa da 250mila euro. E’ un contratto assolutamente irricevibile dal punto di vista legale, perché non ha nessun valore. Dà però il senso del clima di disciplina e di autoritarismo all’interno di M5s.

Qual è la logica di questo contratto?

Alla luce di quanto è avvenuto nelle ultime settimane, si capisce perché la Casaleggio Srl abbia imposto questo contratto solo alla sua candidata di Roma, e non invece a quelli di Torino e Milano. Come ha svelato Il Fatto Quotidiano, i grillini romani sono divisi tra loro con faide sanguinose. Già da anni la Raggi litigava con Marcello De Vito, candidato sindaco di M5s nel 2013. A gennaio De Vito ha dovuto addirittura rispondere a un “tribunale del popolo”, dopo che gli amici della Raggi avevano cercato di farlo fuori con un dossier accusandolo di cose non vere.

Domani dovrebbe esserci il varo della giunta. Significa che i dubbi nei confronti di M5s sono infondati?

I Cinque Stelle sono riusciti a formare una giunta perché hanno sopito le loro liti fra correnti. Tutti sanno che Virginia Raggi è protetta da Luigi Di Maio, ed è stata voluta anche da Alessandro Di Battista, mentre Roberta Lombardi, la donna forte dei Cinque Stelle romani, non la può sopportare e avrebbe preferito De Vito. In mezzo c’è Paola Taverna, che è la grillina più popolare sui social network dopo Di Maio e Di Battista, e che sta cercando di mediare tra la Raggi e la Lombardi.

 

Tutto ciò quale luce getta retrospettivamente sulla vittoria della Raggi?

La Raggi non ha vinto per i meriti propri ma per i demeriti altrui. Dopo i disastri sia del centrodestra sia del centrosinistra, c’è stato un voto di protesta e l’unico movimento nuovo che si è presentato ha avuto facile gioco.

 

Questa debolezza romana come si ripercuote sui Cinque Stelle a livello nazionale?

Il comunicato pubblicato martedì da Di Maio, in cui attacca tutti i giornalisti italiani senza distinzioni, dimostra il suo nervosismo e ci fa capire che l’inadeguatezza di M5s venuta alla luce a Roma colpisce anche le sue speranze di vincere le prossime elezioni politiche. Si sente quindi preso di mira, anche perché Grillo lo ha sconfessato. Di Maio infatti aveva dato l’ok alle due nomine del capo di gabinetto e del suo vice decise dalla Raggi, mentre Grillo ha imposto alla Raggi di ritirarle.

 

Alle Politiche gli elettori voteranno comunque per M5s perché non ci sono alternative?

Dipende tutto dagli altri partiti: se questi smetteranno di rubare e di governare male non ci sarà bisogno di un voto di protesta. Quanto avverrà inoltre a Roma, Torino, Parma e Livorno, le quattro città amministrate da M5s, inciderà sicuramente sull’opinione degli elettori.

 

Che cosa ne pensa dei papabili della nuova giunta?

Alcuni sono degli sconosciuti. Altri sono francamente imbarazzanti, come l’ex rugbista Andrea Lo Cicero. Altri ancora sono dei professori universitari o dei tecnici. L’unica cosa certa è che nessuno di loro fino a poco tempo fa aveva nulla a che fare con M5s. Trovo assurdo che un movimento per amministrare una città debba ricorrere a personalità esterne: evidentemente al loro interno i Cinque Stelle non hanno nessuno capace di governare.

 

(Pietro Vernizzi)





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