Molto interessanti, specie in questi giorni, le ultime analisi sul voto alla Camera con le differenti leggi elettorali che il Parlamento potrebbe adottare nelle prossime urne politiche: mentre infatti alla Camera si vota in questi giorni la discussissima legge Rosatellum Bis (un misto proporzionale-maggioritario, con più pregnanza del primo sul secondo), i sondaggi prodotti da Tecnè hanno cercato di fare un poi di chiarezza sui numeri esatti di cosa stiamo parlando quando nominiamo le due leggi possibili, il proporzionale puro in atto ora con le leggi di Camera e Senato “corrette” dalla Corte Costituzionale, e cosa si intende per Rosatellum bis. Ebbene, i dati sono netti: stando alle ultime intenzioni di voto, se domani ci fossero elezioni con la legge appena proposta da Pd e appoggiata da Ap, Forza Italia e Lega nord, si avrebbero 174 seggi per Pd+Ap, 266 seggi per il centrodestra unito, 169 per il Movimento 5 Stelle e 17 per la Sinistra extra-Renzi. Di contro, se ci fosse il proporzionale, i seggi per Renzi-Alfano sarebbero 178, per il centrodestra addirittura 20 in meno del Rosatellum, per Di Maio 6 in più e per la Sinistra ben 10 in più, sempre per effetto delle regole complicate interne alle due leggi elettorali distinte. Ora dunque si può ben capire perché Berlusconi e Salvini abbiano particolarmente a cuore questa legge elettorale, piuttosto che il proporzionale pure e per questo appoggino il Pd mentre si trova in uno dei momenti parlamentari più difficili di questa ultima legislatura.
TECNÈ, IL CENTRODESTRA UNITO VALE IL 36%
Le stime pubblicate dai sondaggi di Tecnè riportano il consenso “in media” per le principali aree politiche che nelle prossime urne potrebbero arrivare a governare il nostro Paese: tenendo conto che nessuno ad oggi avrebbe i numeri per poter governare da solo in Parlamento, i seguenti dati risultano ancora più importanti e dovranno essere come minimo considerati dalle segreterie dei principali partiti. Se infatti si guarda la media per il Movimento 5 Stelle, ad oggi si rimarrebbe tra il 26% e il 28% mentre per il Pd il risultato è ancora un “quid” in meno che costringe il segretario Renzi ad aver ancora bisogno della maggioranza attuale – quindi di Alfano – o della Sinistra, che però a parte Pisapia non sembra volerne a che fare con l’ex premier. Dunque in vantaggio resta il centrodestra unito che ad oggi potrebbe raccogliere un 34-36% con il quale mette dietro tutti gli altri. 32-34% per Pd+Ap, 28% per il Movimento 5 Stelle e il 3% misero della Sinistra tra Mdp e SI.
SALVINI NON STACCA BERLUSCONI
Nei sondaggi prodotti da Index Research si è provato ad indagare meglio sull’immediato destino futuro del centrodestra, con un’analisi allargata su chi potrebbe ad oggi essere il candidato premier per le prossime Elezioni Politiche 2018: ecco che Matteo Salvini si conferma ancora, ad oggi, la figura di riferimento per l’elettorato di centrodestra anche se ancora non riesce a scaldare il cuore di tutti i moderati che rimangono invece “affezionati” alla candidatura di Silvio Berlusconi. Il testa a testa rimane e rimarrà forse fino a qualche mese prime delle urne quando il vertice a tre – Meloni più i due contendenti – dovrà stabilire regole, forme e soprattutto leader della maxi coalizione di centrodestra. Al momento l’accordo sembra lontano, specie per il ruolo sembra meno incisivo – almeno per gli elettori – della presidente di Fratelli d’Italia che stando ai sondaggi Index oggi avrebbe solo un 18,5% di consenso per rappresentare il leader del prossimo centrodestra. Salvini guida ancora con il 37,9% ma cresce sempre di più Berlusconi che lo tallona al 35,4% e resta l’univa vera alternativa al populismo in salsa Lega Nord.
EUMETRA, INDIFFERENZA SUL REFERENDUM LOMBARDIA-VENETO
La prossima scadenza elettorale nel nostro Paese è rappresentata dal referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, che il 22 ottobre si recheranno alle urne e decideranno se chiedere o meno allo Stato centrale maggiore “indipendenza”. Ma indipendentemente da quello che sarà l’esito del voto, i sondaggi politici della vigilia stanno cercando di intercettare lo stato d’animo di tutti gli italiani rispetto al voto. Questo è quello che ha fatto ad esempio l’istituto Eumetra Monterosa per Il Giornale, ricevendo delle risposte abbastanza sorprendenti. Il 27,8% degli intervistato giudica con favore i referendum di Lombardia e Veneto e vi parteciperebbe (o vi parteciperà se residente in una delle due regioni). Il 12,2% dice di vedere l’iniziativa con favore ma non parteciperebbe. Maggioritaria la percentuale di chi si trova indifferente rispetto alla consultazione (31,7%), mentre il 28,3% si rapporta negativamente rispetto ai referendum. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PREMIER PREFERITO?
Nei sondaggi politici prodotti da Index Research si presenta lo stato della situazione a livello elettorale, se per caso domani si tenessero le nuove elezioni politiche nazionali: e la sfida è sempre quella, con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che si combattono i voti per arrivare al 30%, ancora niente rispetto alla maggioranza che servirebbe per governare da soli e con la conseguente ricerca di coalizioni – per Renzi – e il cambio della legge elettorale – per Di Maio. I dati mostrano i grillini ancora in vantaggio con il 26,2% dei consensi, mentre Renzi insegue a fatica con il 25,5%: è però il centrodestra che muove ancora gli equilibri interni, con la crescita netta di Silvio Berlusconi e di Forza Italia, arrivati al 14,2% e poca distanza dalla Lega Nord ancora ferma al 14,6% con Salvini che sembra aver “raffreddato” gli animi nelle ultime settimane. Dietro, Meloni resta ad un ottimo 5,4%, mentre la sinistra fatica ancora con Mdp che cala vertiginosamente al 2,8%, Sinistra Italiana non sale dal suo 2,2% e Alternativa Popolare resta ad un basso 2% nazionale.
PIEPOLI, FUTURO PREMIER: DI MAIO LEADER IN PECTORE
Nei sondaggi politici di Piepoli per la Stampa l’analisi sul possibile premier più indicato nel guidare il Paese nei prossimi 5 anni mostra un nome e un cognome, Luigi Di Maio. Al netto delle polemiche, del calo di popolarità e della flessione dei grillini nei sondaggi elettorali da quando Di Maio è candidato premier, i dati prodotti su una rosa di nomi (va detto piuttosto stretta, mancano infatti Gentioni, Pisapia, Salvini giusto per fare tre nomi, ndr) presentata agli elettori italiani confermano il vantaggio del candidato M5s. Al 24% Di Maio è pronto a battere i diretti inseguitori, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi con un nettissimo 17% e 12% dei due “simili” leader di centrodestra e centrosinistra. Chiude ultimo Angelino Alfano, al 3%: al netto delle possibile polemiche sulla scelta dei nomi fatta da Piepoli, va detto che è stata pensata con un nome per ogni principale compagine politica in Parlamento.