La diplomazia armata è solo un ricordo: si combatte in maniera indiscriminata e senza alcun rispetto per il diritto umanitario. Si è tornati alla brutale realtà della guerra. Alla strategia subentra il fattore tecnico: le conseguenze dello sviluppo di armi sempre più distruttive non possono che essere tragiche. Il modo di combattere è cambiato: prima tutto era antropocentrico, mentre negli ultimi anni l’evoluzione delle armi ha reso le battaglie tecnologiche. Come riportato da Avvenire, gli americani stanno mettendo a punto armi laser, aeree, navali e terrestri. Si tratta di armi tattiche, ma il futuro della guerra verrà rivoluzionato da queste armi. Un missile Hellfire costa 800mila dollari, mentre per sparare con un’arma laser serve meno di un dollaro. Ciò potrebbe rappresentare un incentivo in più. Cina e Russia, invece, hanno programmi avanzati di armi a energia diretta: esistono bombe invisibili che scatenano e propagano più velocemente della luce picchi di migliaia di volt. (agg. di Silvana Palazzo)
Scende in campo la Cina nel conflitto potenziale da terza guerra mondiale tra Usa e Corea del Nord: dopo le promesse degli scorsi giorni pare sia arrivato anche una conferma del tutto personale e impegnata alla soluzione pacifica di una guerra che sarebbe letale per tutti. In un colloquio al telefono di qualche ora fa, Xi Jinping ha sottolineato come la Cina sia «a favore di una soluzione al problema in modo pacifico». La mediazione di Pechino si dimostra molto importante visto che – stante i rapporti crollati tra Usa e Russia dopo la crisi siriana – resta l’unica super potenza in grado di poter fare da ponte tra il regime comunista di Pyongyang e l’America di Donald Trump. Proprio il presidente Usa aveva messo in avviso i coreani, «non saranno tollerate certe azioni e gli americani non comunicheranno le mosse in anticipo». Ora l’intervento di Xi Jinping prova a mettere una pezza dopo la durissima reazione della Corea che ha minacciato l’uso dell’atomica qualora arrivassero altre provocazioni da Washington.
I toni non sono quelli da pacificazione o da ammorbidimento ma proprio quelli da guerra mondiale contro tutto e tutti: Donald Trump torna alla carica e mentre conferma l’invio di una «forte armada contro la Corea del Nord per le loro minacce missilistiche» torna anche sul caso Siria con parole durissime contro Assad e il suo principale alleato, Vladimir Putin. «Il dittatore Assad è un animale. Putin sta sostenendo una persona diabolica, molto negativa per il genere umano»; in una intervista uscita nel giorno dell’incontro a mosca tra Tillerson e Lavrov, i due ministri degli Esteri di Usa e Russia, che certamente farà discutere. Di contro, replica altrettanto dura della rivale forza mondiale che fa capo a Vladimir Putin: «I rapporti fra Russia e Stati Uniti sono peggiorati da quando è stato eletto Donald Trump», racconta al canale Mir il presidente del Cremlino. Insomma, non proprio buone notizie sull’asse diplomatico sempre più complicato e fragile…
È gravissima la crisi globale che porta alla mente un clima da terza guerra mondiale sia sul fronte della Siria ma in questo momento soprattutto sull’asse Usa – Corea del Nord. Prosegue l’avanzata della flotta americana nel Pacifico: la Carl Vinson, portaerei della classe Nimitz a propulsione nucleare da Singapore si sta dirigendo verso la penisola coreana per replicare alla grave emergenza missilistica che da mesi prosegue da Pyongyang verso il Giappone. Ieri sera ulteriore strappo dopo le minacce arrivate in giornata dal regime di Kim Jong-un: «se provocati ulteriormente useremo l’atomica». Parole che fanno paura anche solo a leggerle e che promettono giorni di “fuoco” speriamo solo diplomatico tra le varie superpotenze mondiali. La replica di Trump, che intanto cerca di rinforzare un’asse con la Cina per poter evitare seri conflitti, non è certo accomodante: “cercano guai e se li vorranno li avranno“. Con un tweet poi il presidente degli Stati Unit si fa ancora più esplicito: «La Corea del Nord cerca guai. Se la Cina decide di aiutare sarebbe magnifico. Altrimenti, risolveremo il problema senza di loro!». Il clima da terza guerra mondiale… è servito.
Sono passati 100 anni da quella bolla papale di Benedetto XV durante la Prima Guerra Mondiale in cui il Pontefice definiva l’orrenda e immane tragedia del primo conflitto globale come «una inutile strage», denunciando così tutti gli attori protagonisti in campo in quegli anni bui dell’Europa e del mondo. 100 anni dopo il rischio è forte e le escalation di questi giorni fanno di nuovo tornare alla mente i due conflitti mondiali ed è ancora un Papa a mettere tutti sotto attenta e seria analisi. «Una terza guerra mondiale a pezzi», quante volte (anche a sproposito) in questi mesi si sono ripetute le parole di Papa Francesco sulla situazione attuale tra Usa, Cina, Corea, Russia, Isis, Medio Oriente e quanti più caos internazionali presenti. Il n.2 della Segreteria di Stato Vaticana, Mons. Becciu, in una intervista al Corriere oggi esprime proprio questo concetto. Dopo gli attentati alla Chiesa d’Egitto da parte dell’Isis, «sempre più volte siamo pervasi da questa sensazione di guerra continua e di minaccia alla pace», racconta il presule. E aggiunge: «Molte volte nella storia le voci dei pontefici sono rimaste inascoltate. Magari vi avessero dato più attenzione! Si sarebbero evitate all’umanità tragedie inaudite. Speriamo che la storia insegni». Cento anni sono passati, la voce della Chiesa rischia purtroppo anche questa volta di rimanere inascoltata…