Gli attentati, le voci, le immagini degli ultimi giorni stanno sconvolgendo il mondo che sicuramente si trova a dover fronteggiare una situazione che magari nemmeno si aspettava. La gente ha paura e il riflesso di questa sensazione si vede dai grafici di Google Trends. Come riportato da FanPage.it infatti le ricerche della parola chiave ”Terza Guerra Mondiale” su Google negli ultimi giorni sono cresciute addirittura del 500%. Un numero che mette spavento e sicuramente fa capire come la sensazione di un momento difficile per il mondo con la paura che possa accadere qualcosa di sconosciuto e di molto pericoloso. Basti pensare che la Seconda Guerra Mondiale è terminata oltre settanta anni fa e quindi la maggior parte delle persone non hanno avuto, per fortuna, la possibilità di vivere queste situazioni se non dai racconti dei nonni o dei genitori. Uno scontro Mondiale che si vuole evitare a tutti i costi, ma che ovviamente non dipende dalle persone che cercano di informarsi provando a capire cosa sta accadendo. (agg. di Matteo Fantozzi)
Interviene duramente il Presidente della Siria, Bashar Assad, dopo le accuse ripetute arrivate dall’America e dalla Comunità Internazionale in questi giorni riguardo l’attacco con gas sarin nella provincia di Idlib: lo fa in una intervista a France Press assicurando che Damasco da anni ormai ha «consegnato tutte le armi chimiche». Per il presidente-dittatore l’attacco chimico di cui è accusato è «al 100% una pure invenzione». Il governo ha anche aggiunto come qualsiasi indagine che dovrà avvenire sui raid dovrà essere assolutamente imparziale e non dovrà vedere solo gli Usa o la Russia a condurre le indagini bensì un pool di Paesi esteri per poter verificare se realmente Assad dice la verità.
Lo scontro totale tra Usa e Russia, nato sostanzialmente come ultima goccia “decisiva” dall’attacco chimico di Idlib di cui è accusato Assad, vede oggi un nuovo capitolo sicuramente importante: la Cnn ha raccontato di aver ricevuto da fonti ufficiali Usa la prova provata e le intercettazioni che provano la colpevolezza di Assad. Ci sarebbero infatti scambi e comunicazioni militari siriani con esperti coinvolti nella preparazione dell’attacco chimico su Idlib: l’intelligence Usa avrebbe intercettato tali comunicazioni e ora parte all’attacco in primis del regime siriano e in secondo luogo dei loro primissimi alleati al Cremlino. Nello stesso tempo, la stessa fonte (come prevedibile) preme nel dire che gli Stati Uniti non erano al corrente in anticipo dell’attacco con raid chimici: la stessa Cnn poi aggiunge che la Russia non pare essere coinvolta nell’attacco né materialmente né con informazioni preventiva sui raid voluti da Assad. Sarà tutto da verificare ovviamente, visto che Mosca ritiene che l’intera vicenda sia stata una trappola mediatica per mettere in cattiva luce Assad contro i ribelli anti-Damasco che da anni premono per poter cacciare il dittatore siriano. La verità ancora non è emersa ma di certo queste intercettazioni favoriranno un clima di tensione se possibile ancora più burrascoso nei flebilissimi contatti diplomatici tra Mosca e Washington.
Un clima da terza guerra mondiale sul fronte del Pacifico e un clima da conflitto globale sulla Siria e sul Medio Oriente: Nord Corea e Assad i due punti di emergenza mondiale, ma sono in realtà Russia e Usa ad avere in mano ancora una volta le chiavi della diplomazia mondiale, con la Cina che ieri ha lanciato degli importanti segnali di “mediazione” specie sul fronte di Pyongyang. Ieri fondamentale incontro per 6 ore al Cremlino tra i due ministri degli Esteri Rex Tillerson e Sergei Lavrov, con Trump e Putin in fervente attesa nel dare le ultime indicazioni ai propri diplomatici riuniti in consiglio a Mosca. Timidi, piccoli ma comunque esistenti segnali di una ripresa dei rapporti, almeno a livello di facciata: «Russia e Usa ritengono sia necessaria un’inchiesta dell’Onu sull’attacco chimico in Siria», racconta ai giornalisti dopo l’incontro il ministro russo. In nessun altro punto hanno trovato un accordo anche perché Tillerson ha spinto foto contro la Siria di Assad e inevitabilmente contro i loro più diretti alleati russi; «Assad non può assolutamente governare la Siria, la sua rimozione dal potere deve avvenire in modo strutturato e organizzato».
Il regime siriano secondo Trump avrebbe usato bombe al cloro e altre armi chimiche in »oltre 50 occasioni», afferma durante l’incontro il ministro Usa non brillando così del massimo candore diplomatico. Timidi segnali fregati nel momento in cui è Tillerson a dichiarare «le relazioni tra Stati Uniti e Russia sono a un punto basso, caratterizzato da un basso livello di fiducia». Mosca ha replicato che le condizioni per correggere le divergenze ci sono, nonostante le aggressioni di Trump – «che però ora devono finire su tutta la linea, anche in Corea del Nord» – con Putin che ha consigliato la linea, «siamo anche d’accordo nel fornire dei rappresentati speciali dei nostri governi per un confronto, per discutere nel dettaglio, senza escalation, i fattori di frizione per migliorare le relazioni». Segnali, evidenti ma timidi, con sempre la netta impressione che sotto vi sia sempre di più di quanto si osserva da “semplici” osservatori europei e che forse in quelle sei ore di colloquio probabilmente siano stati tanti i fronti discussi, tenuti segreti: qualche indizio? Isis, Turchia e Iran…