Sonora sconfitta “in casa” per Renzi, nell’ambito delle amministrative di ieri, dove proprio a Rignano sull’Arno il padre Tiziano ricopriva il ruolo di segretario del Pd fino a due mesi fa. E’ qui, terra natale dell’ex premier, che è avvenuta anche la rottura tra la famiglia Renzi e il sindaco uscente Daniele Lorenzini. Quest’ultimo aveva deciso di ricandidarsi senza tuttavia trovare in accordo il Pd locale ed alla fine si è trovato a scontrarsi con la sua ex vicesindaca, Eva Uccella, la quale ha avuto però la peggio. Lorenzini si è così riconfermato primo cittadino di Rignano. Un risultato atteso dallo stesso, alla luce della campagna elettorale portata avanti fino alla fine. Lo si apprende dalle sue parole, riportate da Repubblica.it, giunte poco dopo la sua riaffermazione: “Avevo la consapevolezza di aver governato benino questo paese. Ho fatto una campagna elettorale tutta in mezzo alla gente e ho sentito l’affetto dei cittadini. Quindi mi aspettavo un buon risultato”. I complimenti sono giunti anche dalla stessa Uccella, sostenuta dal padre dell’ex premier.
A Rignano, la rottura tra la famiglia dell’ex premier e Lorenzini era stata molto sentita. Il riconfermato sindaco era molto legato ai Renzi, almeno fino all’esplosione del caso Consip, in seguito al quale Lorenzini manifestò la sua intenzione di candidarsi senza simboli di partito ma con una propria lista civica. Una presa di distanza non solo politica ma anche personale, in realtà, tra lui e Tiziano, padre di Matteo Renzi. Il riferimento sarebbe ad alcune dichiarazioni che il sindaco uscente aveva rilasciato ai magistrati che indagavano sul caso Consip e relative ad una cena con Tiziano e il generale dei Carabinieri Saltalamacchia. Dichiarazioni che a quanto pare non sarebbero andate giù a Renzi padre, nonostante Lorenzini avesse sperato che la loro fosse stata solo una rottura di natura politica: “Per me lo è. Ai magistrati ho reso dichiarazioni trasparenti e veritiere, ci mancherebbe altro che un cittadino non dica la verità di fronte ai magistrati”, aveva detto. Fu poi lo stesso sindaco a denunciare in seguito le pesanti pressioni su uno dei suoi candidati al consiglio, il quale fu raggiunto da un messaggio telefonico molto chiaro in cui la sua candidatura veniva ritenuta “non opportuna”, spingendolo a rinunciare e costringendo Lorenzini a cercare all’ultimo il dodicesimo candidato mancante.