Sembra quasi la sceneggiatura di un film, una commedia, che però rischia di tramutarsi in una tragedia per la città di Trapani, quella che vede come protagonista Girolamo Fazio (ex) candidato sindaco premiato al primo turno con il maggior numero di voti dagli elettori del comune siciliano. Una vicenda paradossale quella del 62enne avvocato e produttore di vini, già primo cittadino di Trapani della città e deputato regionale fino ad un paio di giorni fa, che con una campagna elettorale d’assalto era riuscito a conquistare il 32% dei voti nonostante fosse stato costretto poco prima a trascorrere 16 giorni in carcere ai domiciliari con l’accusa di aver favorito l’armatore Ettore Morace, ad della Liberty Lines, la più grande compagnia di aliscafi d’Europa, in cambio di tangenti.
Peccato che martedì la Procura abbia deciso di ripresentare richiesta d’arresto, compromettendo di fatto la corsa al municipio di Fazio. Di qui la pensata “machiavellica”: non presentare la lista di assessori entro la scadenza (fissata per le 14 di oggi) e costringere l’altro candidato – il Pd Pietro Savona – a portare alle urne almeno il 50% degli aventi diritto, pena l’invalidamento e il commissariamento del Comune. In questo modo, con le elezioni che verranno indette fra un anno, Fazio spera di avere modo di chiarire la sua posizione con la giustizia e di rirpresentarsi ai nastri di partenza delle prosssime amministrative da vittima di un errore giudiziario.
Un piano ineccepibile quello di Fazio, che nelle ultime ore fra l’altro risulta irreperibile e alimenta il giallo. Ma a farne le spese, oltre che Trapani – ad un passo dal commissariamento – sarebbe il candidato giunto secondo al primo turno, l’esponente del Pd Pietro Savona. Lui, che ha presentato l’ipotetica giunta entro i termini previsti dalla legge, non si arrende all’idea che l’auto-sabotaggio di Fazio mini l’intera tornata elettorale. Per questo motivo, come riportato da La Repubblica, ha proposto un’altra soluzione:”Chiederemo la riammissione, attraverso lo scorrimento, del terzo candidato. Crediamo che ciò sia possibile perché nel merito c’è giurisprudenza. Abbiamo dato mandato ad alcuni legali di occuparsi di questo aspetto in modo da ridare legittimità a un percorso democratico che è stato violato con scelte dannose per la città”. A beneficiarne sarebbe il senatore di Forza Italia, Pietro D’Alì, indagato a sua volta per concorso esterno in associazione mafiosa.
In ogni caso per Pietro Savona la speranza è l’ultima a morire:”Non ho intenzione di ritirarmi per responsabilità di qualcuno che sta giocando con la città. Mi rifiuto di andare dietro alle paturnie di Fazio, che faccia pure ciò che vuole, io guardo alla città e faccio appello ai cittadini affinché non facciano precipitare l’amministrazione in oltre un anno di commissariamento che produrebbe effetti devastanti”.