Nelle ultime schermaglie elettorali prima del voto in Gran Bretagna di domani, arriva la “predizione” del guru Bbc per i sondaggi, John Curtice che in un colloquio con l’Ansa certifica «gli attentati non avranno alcun impatto significativo sul voto di giovedì». Secondo il giornalista e professore di scienze politiche, gli attacchi di Londra e Manchester di certo hanno pesato in questa campagna elettorale, ma incideranno meno di quanto si pensi sul voto delle elezioni di domani. «L’attentato di Manchester del 22 maggio non ha spostato nessun equilibrio in termini elettorali. E così sarà per gli attacchi al London Bridge e al Borough Market di sabato scorso», garantisce Curtice.
Sia Tory che Labour hanno modificato i loro programmi sulla sicurezza e questo dunque probabilmente inciderà dopo il voto, quando un nuovo governo si insedierà a Downing Street. Ma fino ad allora, il voto sarebbe già stato “deciso” da mesi, con la May che dovrebbe dunque averla vinta su Corbyn nonostante il recupero. Già, dovrebbe…
Parole forti, parole dure e il lutto per gli attentati di Londra dura molto poco: a 48 ore dalle Elezioni in Gran Bretagna, il leader e designato candidato premier Jeremy Corbyn (ricordiamo che secondo il sistema elettorale inglese i cittadini non eleggono direttamente il premier bensì è frutto di un accordo tra la Regina e il partito che ha preso più voti alle urne) attacca senza fronzoli l’avversaria Theresa May. «La colpa dei tre attentati che in poche settimane hanno sconvolto il Paese è di chi ha tagliato le risorse destinate alla sicurezza, ovvero Theresa May», afferma senza freni il leader Labour. I sondaggi gli danno ragione e da quel 18 aprile scorso quando sono state annunciate le elezioni, le pallide speranze di Corbyn sono diventate sempre più realtà con un recupero prodigioso dettato dalla crisi del Tory e della premier May, tra attentati e Brexit.Corbyn e Tim Farron, (liberal democratici), hanno rinfacciato alla May di aver tagliato il numero di poliziotti di 20mila unità, e quello degli agenti armati del 18%. Ora la palla passa agli elettori che tra poche ore dovranno indicare di chi volersi fidare nei prossimi 5 anni e come uscire davvero dalle crisi odierne purtroppo molto gravi.
Domani le urne si apriranno in tutto il Regno Unito con le elezioni politiche più incerte degli ultimi trent’anni, almeno: stando alle ultime rilevazioni e sondaggi prodotti per questo atteso appuntamento elettorale, i Tory di Theresa May non sembrano avere più la spinta che avevano solo due mesi fa. Gli attentati in serie, le polemiche sulla sicurezza e i sistemi di intelligence, assieme al sempre presente fattore-Brexit paiono aver offuscato la “stella” politica del successore di David Cameron dopo il referendum sull’uscita dall’Europa. Secondo YouGov i Tories raccoglierebbero il 42% dei consensi, contro il 38% del Labour, a cui andrebbero 266 seggi: i liberal democratici con il 95 prenderebbero solo 12 seggi, 46 invece andrebbero ai nazionalisti scozzesi (4%), mentre i gallesi e i verdi non vanno oltre al 2%. I seggi invece che aumentare – il motivo per cui la May, forte dei sondaggi di due mesi fa, ha anticipato le elezioni – stanno diminuendo e per questo motivo ora la partita rischia di divenire assai imprevedibile, ricalcando in qualche modo quanto avvenuto un anno fa con il referendum sulla Brexit. Un sondaggio Survation per Itv diffuso oggi dà ai Tories un vantaggio di un punto sul Labour: 41,5% a 40,4%. Solo Lord Ashcroft Polls consegna ai conservatori la maggioranza assoluta dei seggi di Westminster.