Testo in aula al Senato lunedì 5 novembre 2018, prosegue il cammino del decreto sicurezza nonostante i dubbi della maggioranza sui numeri. I dissidenti di casa Movimento 5 Stelle mettono a rischio la tenuta del voto e potrebbe risultare decisivo il “soccorso” di Fratelli d’Italia. E la compattezza dell’esecutivo pentaleghista non è così salda come un tempo, come testimoniato anche dal forzista Francesco Paolo Sisto: “Un voto alla compattezza del governo? Direi un’insufficienza piena: quello che sta accadendo sul decreto sicurezza lo dimostra chiaramente”. E secondo Repubblica anche gli amministratori 5 Stelle chiedono la sospensione del dl del ministro dell’Interno, poichè “aumenta gli irregolari in strada”: secondo i grillini, infatti, aumentano le espulsioni ma i rimpatri calano. Attesi aggiornamenti, dunque, da lunedì se ne potrebbero vedere delle belle… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
OK DA SENATO
Il decreto legge sicurezza è stato licenziato dalla commissione Affari costituzionali del Senato. Lunedì quindi andrà in aula. Dopo un iter travagliato, con l’astensione tra l’altro di Forza Italia e le proteste del Pd, il decreto tanto caro a Matteo Salvini ha spiegato l’esame. Non sono mancati rallentamenti, anche perché la commissione Bilancio non rilasciava i necessari pareri sulle coperture degli emendamenti dalla maggioranza. E il governo neppure si pronunciava. L’effetto, come ricostruito da La Repubblica, è stato di far slittare continuamente la riunione della commissione Affari costituzionali. Questa questione tecnica si è intrecciata con il duro scontro politico tra Lega e Movimento 5 Stelle sui contenuti del decreto che si affianca a quello interno ai grillini. Lo stallo interno alla fine si è sciolto. «Nessuna polemica e maggioranza compatta nel nome della sicurezza. Dalle parole ai fatti!», il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini. (agg. di Silvana Palazzo)
PD ABBANDONA COMMISSIONI BILANCIO E AFFARI COSTITUZIONALI
I lavori al Senato sono bloccati, e non solo da oggi: il Decreto Sicurezza è statico alla Commissione Affari Costituzionali perché – denunciano i dem – mancherebbero i necessari parerei sulle coperture degli emendamenti di Lega-M5s, visto che il Governo stesso non si pronuncia. Per questo motivo il Partito Democratico ha deciso di abbandonare per protesta sia la Bilancio e che la Affari Costituzionali: sono diversi “scontri” che si annodano, tra opposizione e maggioranza ma anche tra Lega e M5s per i ben noti dissidi interni al Movimento sul contenuto del Decreto Salvini. «l decreto sicurezza è un pantano, Lega e 5 stelle non sono in grado di andare avanti. Sono degli incapaci assoluti, così non vanno lontani, così non si governa un Paese. Prendano atto della realtà: si vada in Aula senza relatore», attacca il capogruppo Senato del Pd, Andrea Marcucci. I colleghi Dario Parrini, dem, Loredana De Petris. Leu, e Gianclaudio Bressa, autonomista, vanno anche oltre: «Calderoli propone la forzatura pazzesca di andare avanti e votare lo stesso gli emendamenti. È ora però che Cinque Stelle e Carroccio mettano la faccia sulle loro incapacità, si vada in Aula senza relatore. Il decreto sicurezza è una catastrofe, ma loro non sanno neanche concludere il loro pessimo lavoro». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI: “VEDREMO SE CHIEDERE LA FIDUCIA”
Nuovi possibili scontri all’interno del governo per via del decreto sicurezza, noto anche come “decreto Salvini”. Sulla questione vi sarebbero diversi esponenti grillini pronti ad opporsi, e di conseguenza la Lega sta valutando con estrema attenzione le prossime mosse, e non è da escludere che possa chiedere la fiducia sullo stesso provvedimento. Poco fa è intervenuto il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che come riporta l’agenzia Adnkronos ha ammesso: «La Commissione Affari costituzionali ha lavorato molto bene la prossima settimana il dl sicurezza arriverà in Parlamento. Sono fiducioso a prescindere, se si riuscisse a farlo con una discussione aperta e civile in Parlamento in tempi normali, bene. Se questi, invece, presentano centinaia di emendamenti, vogliono farci stare fermi e bloccati lì, allora ne prendiamo atto e vediamo. Vediamo se mettere la fiducia sul provvedimento». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI BORGHESI
Matteo Salvini sta preparando la fiducia per il suo decreto sicurezza? Questo quanto filtra da Roma, con il dl che porta il suo nome che ha sconquassato l’armonia nel Movimento 5 Stelle. Intervistato da Radio Radicale, il Presidente 1ª Commissione – Affari Costituzionali Stefano Borghesi ha analizzato: “I lavori sono andati spediti, la Commissione ha esaminato tutti gli emendamenti per i quali sono stati espressi pareri anche dalla Commissione Bilancio. Siamo in attesa di ricevere questi pareri, questi due giorni di Commissione sono andati più che bene: mancano un centinaio di emendamenti da votare e discutere, ma sono molto soddisfatto”. E in aula dovrebbe arrivare lunedì: “Il provvedimento è calendarizzato per il 5 novembre, con i ritmi con cui si sta lavorando credo che non ci saranno problemi per lunedì”. Infine, una battuta sulle possibili divisioni Lega-M5s: “La maggioranza è solida, non ci sono state defezioni: si sono registrate delle posizioni differenti ma quella è un’altra valutazione. Non vedo particolari problemi da questo punto di vista”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MELONI: “NOSTRO VOTO NON CERTO”
Se il Movimento 5 Stelle deve fare i conti con la fronda interna sul decreto sicurezza di Matteo Salvini, il Governo gialloverde non è neanche così più certo del sostegno di Fratelli d’Italia. Il partito guidato da Giorgia Meloni si è detto sempre favorevole al dl del vice premier leghista, ma la situazione potrebbe ribaltarsi: “il nostro voto al decreto non è scontato”, il commento della leader di FdI a Radio 24. La sicurezza è fondamentale per la forza politica di Centrodestra, ma la Meloni ha evidenziato che “i nostri emendamenti sono stati dichiarati inammissibili alla Camera, segno di una chiusura totale nei nostri confronti che non posso accettare”. L’ex ministro però ribadisce: “Li ripresenterò in aula al Senato, rivendico il diritto di farmeli bocciare ma non accetto che vengano giudicati inammissibili: ne abbiamo presentati la metà dei 5 Stelle che sono al governo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL RETROSCENA DI DE FALCO
“Me lo ha scritto anche Di Maio in un messaggio: Gregorio, non fare cadere il governo. Ma scusate, pensate davvero che un governo possa cadere per De Falco? Sung nu fiss? Con tutti i condoni, la Tap, la Tav, la Bce, pensate che caschi con i miei emendamenti?”, è chiaro il pentastellato De Falco, tra i dissidenti che rischiano di fare saltare il decreto sicurezza. Il capitano ha poi aggiunto ai microfoni del Corriere della Sera: “Se mi hanno chiesto di ritirarli? Di Maio mi aveva mandato molti messaggi amichevoli. E l’altro giorno ho incontrato anche il premier Conte. Gli ho spiegato che da 24 emendamenti scendevo a 8 e poi a 6, il minimo indispensabile. Perché ci sono profili di incostituzionalità nel decreto”. Poi una battuta su Giuseppe Conte: “Mi è sembrato che fosse d’accordo, anche se ha chiesto tempo per studiare meglio. In un caso bastava cambiare una virgola»”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DL SALVINI, FRONDA NEL MOVIMENTO 5 STELLE
Decreto sicurezza, fronda nel Movimento 5 Stelle: continua la tensione tra i grillini per il dl Salvini e potrebbero esserci delle sorprese a stretto giro di posta. Sono cinque per il momento i pentastellati che hanno confermato l’intenzione di votare contro il dl del ministro dell’Interno e segretario federale della Lega, con Luigi Di Maio che si trova in un pericoloso limbo. Il Messaggero evidenzia che il capo politico M5s è in difficoltà: Paola Nugnes, Matteo Mantero, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Virginia La Mura non hanno intenzione di ascoltare gli avvisi dei vertici e i numeri sono a rischio per la maggioranza in particolare al Senato. “Se ci sarà la fiducia e qualcuno voterà no si metterà automaticamente fuori dal Movimento: significa che non crede in questo governo, dura lex sed lex. Le nostre regole parlano chiaro, ma è anche una questione di logica”, l’avviso del capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli.
L’ATTACCO DI LAURA BALDASSARRE
E Il Messaggero sottolinea che si tratta sui permessi umanitari e sugli Sprar, ovvero i punti qualificanti indicati dai dissidenti del Movimento 5 Stelle. Ma il ministro dell’Interno difficilmente darà il via libera a una modifica del suo provvedimento, avendo chiesto mano libera in tema di immigrazione. E non mancano le polemiche anche da Roma, ecco le parole dell’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale, Laura Baldassarre: “1059 persone uscirebbero dal sistema Sprar e avremmo due effetti principali negativi: uno il fatto che i servizi sociali dovrebbero prendersi carico poi delle situazioni di queste persone e non più il servizio Sprar, e due il fatto che aumenterebbero le situazioni di illegalità. Noi siamo fortemente preoccupati ma speriamo che i parlamentari possano modificare, anche con l’accordo con Salvini, alcune parti di questo decreto”.