IPSOS (18 LUGLIO): TRA DECRETO DIGNITÀ E JOBS ACT
I sondaggi prodotti da Ipsos per conto del Corriere della Sera hanno provato a tastare il terreno degli elettori in merito alla principale riforma del Governo Renzi di cui oggi Lega e M5s intendono rivoluzionare, se non proprio abolire attraverso il Decreto Dignità (del 2 agosto il primo via libera alla Camera, ndr). Il risultato non è esattamente quello che Salvini e Di Maio si sarebbero aspettati, con molti elettori – la maggioranza di quelli che hanno risposto al sondaggio – che intendono correggere ma non eliminare la riforma sul mondo del Lavoro improntata dall’ex premier fiorentino. In particolare, agli elettori intervistati è stata posta la seguente domanda: «Di Maio ha annunciato che “il decreto dignità” rappresenta solo un primo passo per smantellare le norme che hanno favorito la precarietà del lavoro contenute dal Jobs Act. L’ex Presidente del Consiglio Renzi ha invece sottolineato come secondo l’Istat la disoccupazione stia continuando a scendere e sia ora ai minimi da 6 anni, un risultato ottenuto grazie proprio al Jobs Act. Secondo lei il Jobs Act …» e le risposte vedono il 30% che afferma «smantellarlo del tutto». Il 43% però sostiene che la riforma di Renzi va corretta e non eliminata del tutto; per il 4% invece va tenuto esattamente com’è ora.
SWG (20 LUGLIO): TAGLIO DELLE TASSE, IL 67% STA COL GOVERNO
Che un Governo apra in battenti della legislatura promettendo il “taglio delle tasse” non è proprio una novità di quelle “clamorose”: che però gli elettori credano effettivamente che questo possa avvenire, ecco questa è un elemento abbastanza particolare specie dopo le promesse difficilmente mantenute in materia dai governi precedenti. Ebbene, nei sondaggi espressi da Swg lo scorso 20 luglio, il 24% degli elettori sono convinti che le promesse del Governo Lega-M5s di tagliare le tasse «può avvenire e si potrebbe abbassarle di molto», specie dopo la proposta di Salvini sulla Flat Tax non ancora incardinata però nelle discussioni parlamentari. Il 43% invece crede si possano abbassare le tasse anche se non di moltissimo, in un complessivo 67% che comunque dice di credere al premier Conte quando parla di taglio netto della tassazione. Il 23% ritiene invece che «allo stato attuale non ci sono margini per abbassarle», mentre il 10% dice di non saperlo.