ISPOS MORI (2018): POPOLI PIÙ IGNORANTI AL MONDO, ITALIA 12ESIMA
A prima vista sembra una “boutade” ma in realtà è uno dei sondaggi più diffusi nel mondo, con la casa Ipsos Mori che è una delle più affidabili in merito: ebbene, stiamo parlando del grado di “ignoranza” dei diversi popoli mondiali, valutata in merito alla scarsa o profonda percezione della realtà attinente alla propria nazione (statistiche su omicidi, sicurezza, terrorismo e tanti altri fattori, ndr). Riguardo alla generale percezione della realtà circostante, l’Italia spunta purtroppo al 12esimo posto, abbastanza in alto nella classifica di “ignoranza” generalizzata: in testa troviamo il popolo sudafricano, seguito da Brasile, Filippine, Peru, India, Indonesia, Colombia, Messico, Turchia, Arabia e Argentina. Poi ci siamo proprio noi, gli italiani che sbagliano – secondo l’analisi del sondaggio – i dati sugli omicidi (pensiamo che siano in aumento, ma discendono) o sul terrorismo e le vittime internazionali, anche qui in discesa rispetto a prima del 2001 (l’attentato delle Twin Towers fa da spartiacque). Abbiamo tra l’altro la ben poco dignitosa palma di “primi in Europa” nel sondaggio sulla scarsa percezione della realtà: intendiamoci, si tratta di una statistica che come tale non può assurgere a grado di verità assoluta, ma prendiamolo per il giusto che vale. Non sempre, gli “allarmi” da titolone o da condivisione virale sui social, è sinonimo di “verità storica”..
IZI (5 LUGLIO): FUTURO PD, BISOGNA CAMBIARE IL LEADER
Nei sondaggi prodotti da Izi Spa sul futuro del Pd nel pieno della crisi di consensi – regge attorno al 17-18% su scala nazionale – emerge un’ennesima bocciatura “indiretta” all’ex segretario Matteo Renzi, tutt’altro che “assente” dalle dinamiche di partito dopo la sonora sconfitta alle Elezioni Politiche del 4 marzo scorso. Secondo il 61,6% degli elettori dem per poter superare la crisi del Partito Democratico occorre semplicemente cambiare il leader e la propria strategia comunicativa e politica: il 38,4% invece ritiene che bisognerebbe per prima cosa abbandonare il nome Pd dando vita ad un nuovo soggetto politici di centro-sinistra. In un’altra domanda posta nel sondaggio Izi viene richiesto allora cosa dovrebbe avere questo “nuovo soggetto” che prenderebbe il posto del Pd sullo scacchiere istituzionale: l’81,2% ritiene che bisogna «avere una nuova forma organizzativa (es. movimento, lista civica, etc…)». Per il 18,8% invece occorre semplicemente «cambiare il proprio nome».
RASMUSSEN (15 AGOSTO): RAZZISMO E POLITICA, NERI E ISPANICI “PREMIANO” TRUMP
In Italia il Governo Conte e in particolare la linea di Salvini su migranti e stranieri è vista dalla sinistra e dalle opposizioni come una bieca linea “xenofoba” e in molti casi anche “razzista”: gli attacchi però, finora, non hanno modificato la crescita costante di Lega e M5s nei sondaggi elettorali, in un confronto simile e non così distante con la situazione che avviene (ed è avvenuta prima delle Elezioni) in America. Mentre il mondo liberal e democratico attacca tutti i giorni il Presidente Trump per le sue uscite e “sparate”, il suo consenso tra le minoranze del Paese crescono esponenzialmente: secondo il sondaggio Rasmussen, gli afroamericani pro Trump sono al momento il 36%, in netta crescita rispetto al 19% dell’agosto 2017. Non solo, mentre gli exit poll dopo il voto delle Presidenziali 2016 avevano segnalato che il 29% degli ispanici sceglieva Trump, l’ultimo sondaggio della NAACP (associazione che promuove le minoranze negli Usa, ndr) registra che il favore per Trump e’ salito al 35%. Insomma, al netto delle uscite spesso a sfondo “razzista”, la fiducia in lui e nella “sua” Casa Bianca cresce: e in Italia, avverrà lo stesso?
TERMOMETRO POLITICO (20 AGOSTO): LA MEDIA SWG IN 12 MESI, IL CROLLO DEL PD
Osservare la linea e i grafici dei sondaggi sui principali partiti negli ultimi 12 mesi fa impressione (politicamente parlando, of course): una linea rossa che da sinistra parte in alto e che man mano che scorre finisce in picchiata verso il 17,8%; dall’altro, una linea verde che sempre da sinistra parte ai minimi di 12-13% e che invece in soli pochi mesi arriva a sfondare quota 30%. Stiamo ovviamente parlando di Pd e Lega, i due partiti “simbolo” dell’inversione di fiducia e consensi di questa parabola politica particolare e “populista”. Al governo, dopo le cocenti sconfitte in ogni appuntamento elettorale, gli uomini di Renzi e Martina hanno perso da fine 2016 praticamente metà del bottino di consensi nei sondaggi e nelle rilevazioni. Osservando la media di Swg raccolta in un ottimo grafico da Termometro Politico, dal 32,2% fino al 17,8% di oggi il Pd perde terreno mentre la Lega di Salvini è stata costantemente sottovalutata nelle analisi elettorali: da un basso 13% (all’interno della coalizione di Centrodestra) al boom in Politiche e Regionali, con l’attuale 30,3% di un partito a respiro nazionale che fino a un anno e mezzo fa era forte solo nei territori del nord Italia.