Nonostante non siano mancate le polemiche e le accese proteste, il decreto Milleproroghe è passato alla Camera dei deputati con 329 favorevoli, 220 contrari e quattro astenuti. Affinché il testo venga approvato definitivamente, dovrà però superare l’esame Senato, che si terrà il 23 settembre prossimo. Ma cosa contiene questo decreto legge? Fra le tante cose, la proroga delle autocertificazioni sulle vaccinazioni per la scuola primaria, che ha creato non poche polemiche negli scorsi giorni. E’ quindi previsto il taglio di 1.1 miliardi di euro per le periferie, ed inoltre, vengono introdotte nuove norme in merito alla riforma delle banche di credito cooperative e popolari. Per il Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia, la fiducia risulta essere illegittima perché autorizzata dal consiglio dei ministri un giorno prima che il decreto venisse pubblicato nella Gazzetta ufficiale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ARRIVA L’OK DELLA CAMERA
Il voto è andato per le lunghe e non sono mancate le polemiche, ma è arrivato l’ok della Camera: approvato il decreto Milleproroghe con fiducia al Governo. Il pacchetto, che contiene norme sul taglio ai fondi delle periferie ma anche la norma sull’autocertificazione per i vaccini, ha ottenuto il via libera alla Camera: 329 voti a favore, 220 voti contrari e quattro astenuti. Come vi abbiamo raccontato, si tratta della prima fiducia ottenuta dal Governo guidato da Giuseppe Conte. Attualmente la seduta è stata sospesa: appuntamento alle ore 15.00 con l’esame del voto degli ordini del giorno. E, come sottolineavamo, non mancano le polemiche, ecco le parole della dem Anna Rita Leonardi su Twitter: “Nel decreto #Milleproroghe del governo grilloleghista, i cittadini del Sud verranno privati di 1 miliardo di € che sarà dirottato ai comuni del Nord, considerati “più virtuosi”. Complimenti ai meridionali leghisti, complici di questo scempio a danno della loro terra”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GIORGETTI: “TUTTO LEGITTIMO”
Sono cominciate dopo le 11 le prime dichiarazioni di voto in vista della fiducia posta dal Governo attorno alle 12.40 prossime: non vi sono garanzie sulle tempistiche però, dato che la Conferenza dei Capigruppo né ieri né stamattina ha trovato una quadra dopo le fortissime polemiche del Pd contro i legastellati per il “cavillo” del CdM di fine luglio (qui sotto tutti i dettagli nel merito, ndr). Non si conoscono ancora data e orario del voto finale al testo e probabilmente si saprà solo dopo il voto di fiducia di oggi pomeriggio (dove si prevede quasi al 100% il Sì dell’Aula data la folta maggioranza di Lega e M5s). In merito al Decreto Milleproroghe, ha parlato anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti (nonché n.2 della Lega): «Nella mia ormai lunga carriera parlamentare ho visto centinaia di fiducie. Non capisco perché questa sia illegittima». Intanto Forza Italia continua a contestare al Governo il taglio pesante di risorse per il Mezzogiorno: nel decreto infatti salta l’intesa raggiunta con l’Anci per il ripristino dei fondi in un triennio. QUI LA DIRETTA STREAMING VIDEO DEL VOTO DI FIDUCIA
TAGLIO DI UN MILIARDO ALLE PERIFERIE
Questioni di metodo e di merito sono alla base dell’insurrezione delle opposizioni rispetto alla fiducia posta dal governo sul decreto Milleproroghe. Prima ancora di questa decisione, la maggioranza ha richiesto la chiusura anticipata della discussione generale per limitare l’ostruzionismo del Pd che aveva iscritto a parlare 82 deputati. Lo strumento, definito in gergo parlamentare “la tagliola”, ha scatenato le proteste dei deputati dem. Enrico Borghi, del Pd, come riportato dall’Huffington Post, ha dichiarato:”Quando sedevano ai banchi dell’opposizione e venivano avanzate proposte del genere occupavano i banchi del governo e compivano atti squadristi”. Tra i provvedimenti più discussi il taglio da un miliardo alle periferie. Come riporta Il Messaggero, il premier Conte si è impegnato a ripristinare i fondi ma l’accordo raggiunto ieri con l’Anci non è stato recepito nel Milleproroghe. (agg. di Dario D’Angelo)
STRAPPO GOVERNO SU SCUOLA E PRECARI
Dopo il voto di fiducia incardinato per domani alla Camera, rischia di consumarsi uno “strappo” definitivo con alcuni settori del mondo della scuola, quasi paragonabile (anche se in tono minore) alla Buona Scuola dei Governi Pd degli scorsi anni. «La maggioranza parlamentare ha deciso così di alzare un muro rispetto alle richieste del movimento del precariato che unitariamente, insieme ad Anief e Cobas, ieri davanti Montecitorio ha chiesto per ore a gran voce la riapertura delle GaE», spiegano i rappresentati di Anief irritati per la cancellazione dell’emendamento salva-supplenti abilitati approvato in un primo momento in Senato. Secondo Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief «in questo modo si alimenterà solo il numero di precari e il fenomeno nazionale della supplentite. Il problema di fondo – dice il sindacalista autonomo – non è esaurire le graduatorie ma assumere subito i supplenti da quelle graduatorie, coprendo gli 80 mila posti vacanti che avremo prima dell’esperimento dei nuovi concorsi ordinari e altre decine di migliaia di posti rimasti scoperti a seguito delle mancate immissioni in ruolo».
PD, “GOVERNO EVERSIVO”: FRACCARO, “ATTO DOVUTO”
Secondo il Presidente della Camera Roberto Fico – come ha informato il vice Ettore Rosato all’Aula dopo la riunione dei Capigruppo – «la procedura interna al Consiglio dei ministri per stabilire l’autorizzazione all’apposizione della fiducia, è una procedura che non riguarda la Camera e che la Camera non può che prenderne atto». Ciò significa che per il grillino Fico anche se vi fosse un parere discorde dal metodo usato dal Governo, non vi sarebbero gli elementi per poter intervenire (almeno per ora). «I temi erano esclusivamente i vaccini e le periferie e noi avevamo proposto il ritiro di tutti gli emendamenti. C’era stato un incontro, una promessa che doveva concretizzarsi nel tornare indietro su un pasticcio che avevano combinato e poteva concretizzarsi subito con una sospensione della seduta. […] E’ un fatto molto grave, anche perché la legittimità dell’atto è fortemente inficiata dal fatto che è stata autorizzata la fiducia su un testo che non era ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale», ha accusato il Governo il capogruppo Pd Graziano Delrio. Come prima replica dalla maggioranza, parla il Ministro Fraccaro che ha dovuto annunciare il provvedimento a Montecitorio: «Non è mai bello mettere la fiducia ma in questo caso si tratta di un atto dovuto, perché il provvedimento deve tornare al Senato con la scadenza a ridosso, il 23 settembre. Non sfuggirà comunque che si tratta della prima, dunque sono passati 100 giorni senza mettere la fiducia, credo che sia un record per un governo, e spero di continuare con questo trend, cioè di non mettere la fiducia».
BAGARRE IN AULA CONTRO IL VOTO DI FIDUCIA
Caos completo alla Camera questa mattina: mentre a Palazzo Madama il Premier Conte spiegava in audizione l’intero caso della nave Diciotti, a Montecitorio il Governo metteva la fiducia sul decreto Milleproroghe scatenando la reazione di tutte le opposizioni che lamentano come su quel testo ci sono stati numerosi cambiamenti (basti pensare ai vaccini, ma non solo) rispetto a come era stato licenziato dal Consiglio dei Ministri. Addirittura un gruppo di parlamentare Pd si è “accomodato” sui banchi del Governo, occupando per alcuni minuti i seggi che non gli competono a mo’ di protesta contro la scelta dei legastellati. Come spiegano gli inviati di Repubblica, il Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, «contestano la legittimità dell’atto, dato che la fiducia è stata autorizzata dal Consiglio dei ministri del 24 luglio, prima che il decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale».
PD OCCUPA LA CAMERA
«Da quel momento, ha spiegato il dem Roberto Giachetti, il decreto Milleproroghe, è cambiato sostanzialmente, sul tema vaccini tre volte, su altri ancora è stato modificato per cui la fiducia autorizzata dal Cdm non può riferirsi al testo in esame alla Camera», ha spiegato il deputato dem Roberto Giachetti. La fiducia è scaturita dalla parte grillina della maggioranza, dopo aver richiesto il voto per interrompere la discussione a cui si erano iscritti a parlare tutti i deputati del Pd. La proposta è passata con 293 voti favorevoli e 224 contrari e subito dopo è giunta la richiesta formale del voto di fiducia: ha seguito la riunione dei Capigruppo che ha deciso, non senza diversi scontri verbali, di fissare il voto di fiducia domani alle 12.40 dopo la dichiarazione di voto verso le 11. «La questione di fiducia è illegittima. Non è stata deliberata dal Consiglio dei Ministri. Abbiamo chiesto l’intervento del Presidente della Camera perché è inaudito quello che sta succedendo. Non è mai successo prima. Mai», ha scritto su Twitter la deputata Alessia Morani.
COSA PREVEDE IL MILLEPROROGHE 2018
Nel dettaglio, il Milleproroghe 2018 – ovvero quel maxi decreto che dal 2005 ogni governo utilizza per posticipare le scadenze di diverse leggi in un unico testo – si tratterebbe della prima questione di fiducia richiesta dal Governo Conte da quando si è insediato. Nel testo in esame vi sono 11 articoli dei più disparati contenuti i quali hanno occupato gran parte delle discussioni politiche nelle ultime settimane: si va dalle elezioni provinciali al capitolo giustizia (intercettazioni), dalle piante esotiche invasive fino ai lavori di messa in sicurezza delle scuole fino ad arrivare agli elementi più spinosi. Le graduatorie per i professori delle scuole – validità graduatorie prorogate dall’anno scorso a quest’anno – e soprattutto il tema vaccini: dopo diversi dietrofront e discussioni, viene reintrodotto l’obbligo vaccinale nelle scuole per i bimbi da 0 a 6 anni, ma per i primi mesi con una “semplice” autocertificazione dei genitori. Ricordiamo che se dovesse passare il Milleproroghe, l’entrata in vigore avviene il giorno dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale: qui il testo licenziato dal CdM a fine luglio.