Ha cancellato il suo profilo sui social, Augusto Casali, dopo la bufera che si è scatenata in seguito al suo post in cui ha usato la foto di tre bambini Down per fare, secondo le sue parole, dell’ironia sulla momentanea chiusura di Facebook. Ha anche chiesto scusa, anche se in modo assolutamente insignificante, dicendo che non meritava la valanga di insulti e proteste perché voleva solo scherzare (“Twitter è un social che neanche utilizzo dove a malapena si può riscontrare la presenza di un mio account; post ironici sono solito farli, gestendo una comunità di oltre 30.000 persone basata proprio sull’ironia politica, che già ha suscitato polemiche simili”). Casali sui social si definiva “fondatore e capo admin della pagina Facebook ‘dioimperatoresalvini'” e di essere il gestore di alcune pagine social della Lega. E’ però arrivata la smentita del sindaco di Cascina, Susanna Ceccaldi, della Lega, che ha detto che il giovane non ricopre alcun ruolo all’interno della Lega Toscana. Dunque anche il movimento di Salvini si dissocia dal gesto di pessimo gusto, ma forse bisognerebbe dire loro di controllare meglio i propri sostenitori e quello che fanno sui social.
“SALVINI PROSSIMO FARAONE DELL’ITALIA”
Ha chiesto scusa, ma lo squallore di un gesto così difficilmente si potrà scordare. Protagonista un ventenne di Lucca, Augusto Casali, studente di scienze politiche di Pisa (cioè la prossima classe dirigente politica), social media strategist della Lega in Toscana, quel gruppo di figuri che cura l’immagine di Salvini sui social. E’ infatti sostenitore accanito della Lega tanto da definirsi su Twitter «Fondatore e capo admin di dioimperatoresalvini». Poi dice di ispirarsi a «God emperor Trump»e su Facebook scrive post del tipo «Vogliamo far sì che Matteo Salvini diventi il prossimo Faraone d’Italia, o quantomeno il prossimo presidente del Consiglio» Vabbè ha vent’anni, cioè ancora parzialmente un bamboccio, ma sempre ingiustificabile.
IL POST INCRIMINATO
A coronare questa bella immagine di sé ieri durante le ore in cui Facebook era “down”, cioè non funzionava, ha pensato di postare su twitter e Instagram la foto di tre bambini Down con la scritta «Facebook, Instagram e Whatsapp in questo momento». Un post disgraziato e offensivo che lui evidentemente ha pensato facesse sbellicare dalle risa. Un post razzista. Sommerso dagli insulti del popolo della Rete il giovanotto è stato costretto a chiedere scusa, ma delle scuse ipocrite in cui alla fine la vittima era lui: «È ovvio che non ho assolutamente niente contro le persone affette da sindrome di down, alle quali comunque chiedo scusa per l’incomprensione. Ignoro le decine di ingiurie subite dopo un’ironia incompresa, voglio solo testimoniare come la cosiddetta “gogna mediatica” sia fatta da tutte le parti politiche, non solo da “noi”: è normale nei social, già l’ho vissuta e l’affronto anch’essa con ironia, coerentemente con cosa faccio». Incomprensione? Pensava davvero si potesse ridere di tre bambini Down, loro sì messi sulla gogna mediatica?