“Voglio vedere la faccia di questo assassino”: così parlava nella camera ardente la mamma di Antonino Candido, uno dei tre pompieri uccisi nel crollo della cascina in provincia di Alessandria insieme ai colleghi Marco Triches e Matteo Gastaldo. Dichiarazioni di qualche ora precedenti alla confessione di Giovanni Gentili, il proprietario della cascina che dopo 10 ore di interrogatorio è crollato dinanzi agli inquirenti ammettendo che a piazzare le 7 bombole di gas che hanno causato l’esplosione fatale era stato proprio lui. In attesa di valutare la posizione della moglie, che sarebbe stata vista nei pressi della cascina poche ore prima dell’esplosione, Gentili è accusato di disastro doloso ma anche di omicidio plurimo volontario (oltre che di lesioni volontarie per i due pompieri e il carabiniere rimasti feriti). Per gli inquirenti, Gentili avrebbe sistemato due bombole in un edificio più piccolo e 5 in quello principale facendo in modo attraverso un timer che l’esplosione si verificasse all’1:30. Un errore del congegno, però, ha fatto scattare una prima fiammata alla mezzanotte: uno scoppio che ha messo in moto la macchina dei soccorsi…
POMPIERI UCCISI AD ALESSANDRIA
Gentili avrebbe avuto almeno altri 30 minuti di tempo per svelare l’esistenza del suo piano, evitando così che il secondo scoppio causasse la morte dei pompieri. Ha preferito tacere, provocando l’uccisione dei vigili del fuoco nella sua cascina. La mamma di uno di loro, Antonino Candido, sentita da Giulio Golia, non vuole sentire parlare di eroi:”Non sono degli eroi sono solo dei figli di mamma. Non stavano andando a salvare delle vite, forse avrei accettato la morte. Ma venire uccisi da un pazzo, che probabilmente non verrà nemmeno punito, perché questo è…Antonino ha aspettato 6 anni dopo che ha fatto il concorso perché le graduatorie erano bloccate. E io sempre che gli dicevo: fai qualcos’altro, fai un altro lavoro. Lui mi rispondeva: o il pompiere o niente. Sarebbe stato meglio niente”. Poi la conclusione: “Voglio vedere la faccia di questo assassino”. Gli inquirenti l’hanno accontentata, ma non è una consolazione…