La "risposta" della Lega (senza alzare i toni) dopo lo stop del Quirinale per il Ponte sullo Stretto: “norma antimafia la ripresenteremo in Parlamento”
LA LEGA “INCASSA” LO STOP DEL QUIRINALE MA PRESENTERÀ LA NORMA ANTIMAFIA IN AULA: ECCO COSA SUCCEDE
Ha ovviamente fatto molto rumore “politico” lo stralcio richiesto dal Quirinale rispetto ad una norma sui controlli antimafia inserita dalla Lega e dal MIT nell’ultimo Decreto Infrastrutture, riguardo la costruzione del Ponte sullo Stretto: diversamente da quanto (forse) si attendevano media e opposizioni, il Carroccio non ha risposto a tono alle critiche partorite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonostante un “aspro” comunicato stampa giunto ieri dopo varie ricostruzioni emerse sui quotidiani.
La scelta della Lega è stata quella di fare quadrato sulle norme presentate dai Ministri Salvini e Piantedosi per controllare al meglio ogni qualsiasi infiltrazione criminale nel varo del cantiere che dall’estate 2025 inizierà a porre le basi per la più grande opera infrastrutturale che attende il futuro del nostro Paese: in una nota ufficiale il Carroccio spiega che la norma che pone una centralizzazione dei controlli antimafia sul Ponte, dopo lo stralcio del Quirinale, sarà preparata e migliorata per essere presentata in Parlamento durante l’esame del Decreto approvato negli scorsi giorni dal CdM.
Seguendo le orme delle regole approvate per la costruzione del Ponte di Genova, dell’EXPO e delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, la proposta di Salvini resta quella di aumentare al massimo «controlli e certificazioni antimafia per tutti gli appalti, le forniture e i servizi sulle migliaia di imprese» che dovranno lavorare nei prossimi anni alla costruzione dell’opera tra Messina e Reggio Calabria, si contano quasi 100mila lavoratori previsto.
Dopo che nella giornata dedicata alla legalità (nell’anniversario della Strage di Capaci dove perse la vita, tra gli altri, il giudice antimafia Giovanni Capaci) il Presidente della Repubblica ha ribadito che occorre dare continuità allo sradicamento delle mafie, il “piano b” presentato dal Carroccio prende forma proprio in relazione dei rilievi effettuati dal Quirinale. Senza creare polemiche, il Ministro Salvini risponde alle preoccupazioni del Colle: «Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza»
TRA PONTE SULLO STRETTO E TERZO MANDATO IL GOVERNO FA LE PROVE DI RICONCILIAZIONE…
Come già evidenziato prima di trasmettere la norma poche ore prima del Consiglio dei Ministri dagli stessi Salvini e Piantedosi, il vicepremier ribadisce che i poteri centralizzati al Viminale e alle Prefetture per le verifiche sui eventuali infiltrazioni vengono aumentati da questa norma che la Lega intende ripresentare come emendamento in Parlamento. Il segretario leghista sottolinea infine di averla ritenuta talmente importante che ora provvederà a ripresentarla, anche se – ammette – «qualcuno l’ha pensata in modo diverso», concludendo che sarà l’Aula parlamentare a dare il massimo delle garanzie.
Il dialogo resta dunque formale e senza toni aspri, anche se si intuisce la presa di posizione della Lega e del MIT che ritengono una verifica antimafia a livello più centrale come ideale per velocizzare gli iter formali senza però derogare ad una “blanda” sicurezza, semmai proprio il contrario. Di parere diverso è stato il Quirinale nella nota in cui commentava la richiesta di stralcio della regola inserita nel Dl Infrastrutture: «la norma non risulta affatto più severa delle norme ordinarie», e inoltre già la legislazione presente contempla norme antimafia “ad hoc” per le opere come il Ponte sullo Stretto.
Finora Palazzo Chigi non è intervenuto direttamente nello “scambio” indiretto di pareri tra Lega e Colle: tanto sul tema del Ponte tra Sicilia e Calabria, quanto poi sul fronte più turbolento per la maggiorana sul terzo mandato, l’impressione è che si cerchi a livello di leader nazionali di ridurre al minimo le tensioni provando una riconciliazione su più fronti.
Da un lato Meloni e Fedriga (presidente della Conferenza delle Regioni nonché Governatore Friuli) hanno concordato sul trovare una quadra di compromesso sull’elezione per tre mandati consecutivi alla guida di una Regione; dall’altro, in merito alla norma antimafia, Salvini ha preferito tenere toni bassi non “strappando” o rispondendo per le rime al Colle, ma ha ribadito la necessità di una discussione parlamentare in merito ad una legittima proposta come quella inserita già nella prima formulazione del Decreto Infrastrutture.