MATTARELLA “STOPPA” UNA NORMA NEL DECRETO PONTE SULLO STRETTO: COS’È SUCCESSO E PERCHÈ AL MINISTERO SI RISCHIA IL CASO POLITICO
Il giorno dopo il via libera ai primi cantieri del Ponte sullo Stretto di Messina e Reggio Calabria entro l’estate 2025, arriva una piccola ma significativa “doccia fredda” per il Ministero dei Trasporti guidato dal vicepremier Matteo Salvini: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti modificato in parte il decreto Infrastrutture approvato nel CdM del Governo Meloni lo scorso lunedì (la stessa riunione dove erano emersi parere discordanti tra FdI e Lega in materia di terzo mandato, trovando però ora una possibile apertura di Palazzo Chigi ad una convergenza prossima).
In particolare – informa il “Corriere della Sera” ed altre fonti di Governo – il Quirinale nei suoi rilievi ha provveduto a stralciare una norma sull’antimafia contenuta nel Decreto e presentata dal Ministro Salvini e dal Ministro dell’Interno Piantedosi lo scorso 20 maggio in conferenza stampa: il Governo con il MIT aveva approvato di centralizzare il protocollo antimafia per il Ponte sullo Stretto, come avvenuto per altri grandi eventi come Milano-Cortina o le ricostruzioni dopo i vari terremoti e alluvioni. Mattarella ha invece rilevato che quella norma fosse inappropriata perché legata di norma a motivi d’urgenza ed emergenza, chiedendo così di eliminarla dal testo finale del Decreto Infrastrutture.
In maniera ancora più “semplice”, il Quirinale ritiene che centralizzare al Viminale e al Ministero dei Trasporti il controllo antimafia e di eventuali infiltrazioni sulla criminalità organizzata non sia appropriato, e che invece debba rimanere come da legge ordinaria: il motivo proviene dalle eventuali interferenze con le indagini in corso che una norma del genere potrebbe creare in fase di approvazione con il via ai cantieri dl Ponte sullo Stretto.
NEL FRATTEMPO PARTE IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO: VIA LIBERA DAL MASE
Nel presentare la fase finale del Decreto appena due giorni fa il Ministro dell’Interno Piantedosi aveva condiviso la scelta del Governo in quanto trasferire la procedura di controllo antimafia a livello centrale possa garantire un controllo maggiore sugli appalti e le realizzazioni. Non solo, il titolare del Viminale ha aggiunto che sempre secondo il Decreto Infrastrutture sul Ponte prevede l’iscrizione obbligatoria all’anagrafe antimafia delle imprese senza alcuna forma di “silenzio assenso”.
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini aveva poi sottolineato come la norma di deroga sui controlli antimafia rendeva allineate le forme di rigore contro la criminalità per poter costruire al meglio il Ponte sullo Stretto contrastando ogni potenziale illegalità, anche perché «abbandonare l’opera per infiltrazioni criminali sarebbe una resa per lo Stato». Passano due giorni e il Quirinale con il Presidente della Repubblica di fatto annullano l’intera norma chiedendone (e ottenendone) lo stralcio. Dal MIT emerge la volontà di ripresentare una norma simile in un emendamento in fase di discussione in Parlamento del Decreto Infrastrutture, mentre malumore, «sorpresa e amarezza» vengono fatte filtrare dal Ministero guidato da Salvini.
Come riporta oggi “Il Tempo” annullare la centralizzazione dei controlli antimafia è un «duro colpo alla lotta controllo la criminalità», che rimette al centro le polemiche politiche sull’opera pubblica più importante degli ultimi decenni in Italia, voluta però dalla Lega e da un Governo di Centrodestra che vengono pesantemente accusate di creare un infrastruttura «inutile e potenzialmente attrattiva per le mafie». Con la norma sull’antimafia il MIT e il Viminale puntavano a condurre direttamente i controlli per meglio garantire trasparenza contro ogni illegalità, ma dal Colle la pensano diametralmente opposta.
Secondo i tecnici del Ministero, tra l’altro, la norma del Dl non danneggia le inchieste in corso ma semmai è un modo ulteriore per contrastare e prevenire la criminalità: notizia positiva di giornata sul Ponte tra Messina e Reggio arriva intanto dal Ministero dell’Ambiente con il via libera della commissione sulla valutazione dell’impatto ambientale dell’immensa opera pubblica. Il progetto del Ponte sullo Stretto passa ora in maniera definitiva al CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) prima del sigillo finale che vedrà il Governo informare la Commissione UE del progetto complessivo.
IL QUIRINALE CHIARISCE IN UN COMUNICATO STAMPA UFFICIALE: ECCO COSA DICE IL COLLE
Nel pomeriggio di giovedì 22 maggio 2025, a seguito del clamore politico e mediatico dei rilievi compiuti dal Quirinale in merito al Decreto Infrastrutture, è un breve comunicato stampa della Presidenza della Repubblica (qui il testo integrale ufficiale, ndr) a sottolineare che vi sarebbero state inesattezze negli organi di stampa nel raccontare quanto rilevato dal Quirinale sul Decreto approvato dal Governo Meloni: in primo luogo, la norma sui controlli antimafia non sarebbe stata contenuta nel testo preliminare ma «apparsa prima del Consiglio dei Ministri».
In seguito, il Colle ritiene la norma sui controlli antimafia non particolarmente utile visto che già la legge ordinaria «contempla norme antimafia rigorose per opere» come il Ponte sullo Stretto. Sempre nel comunicato viene rilevato che l’elemento contestato nel Decreto non risulterebbe una norma particolarmente più severa delle norme ordinarie, insistendo sul fatto che tale norma del MIT porrebbe una sorta di deroga dalle regole previste dal Codice antimafia.