POSITIVI DOPO IL VACCINO?/ “Ecco perché vaccinare tutti: positivi, malati e guariti”
In caso di vaccinazione di chi è positivo, “il vaccino dà un booster, un rinforzo al sistema immunitario. Occorre vaccinare tutti” e mantenere le precauzioni

Abbiamo chiesto l’opinione del virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, sulla questione dei contagi nelle persone appena vaccinate contro il Covid: il direttore del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, Antonella Franco, è risultata positiva al virus dopo avere fatto la prima vaccinazione Pfizer il 28 dicembre. Un non-problema, secondo l’esperto, che ribadisce la necessità di proteggersi e osservare tutte le cautele, anche da vaccinati. In primo luogo, perché com’è ormai noto il vaccino impiega circa due settimane a garantirci la promessa protezione contro il virus. In secondo luogo, perché la protezione non è comunque mai totale, e c’è sempre una piccola percentuale d’incertezza che deve essere tenuta in conto: almeno fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo dell’immunità di gregge.
Professore, ci può dare un ultimo chiarimento sulla questione del contagio in persone appena vaccinate?
Il vaccino Pfizer viene somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni e dà protezione dopo un paio di settimane, quindi il fatto che persone cui era appena stato somministrato il vaccino siano risultate positive è una non-notizia. La collega di Siracusa risultata positiva dopo il vaccino probabilmente era già in fase d’incubazione prima di vaccinarsi, perché le era stato fatto un tampone ed era risultato negativo. Il tampone diventa positivo a distanza di 24-72 ore dall’infezione.
Il tampone peraltro non viene fatto a tutti quelli che ricevono il vaccino.
No, e in ogni caso il tampone dà una finestra di tempo, per cui una persona potrebbe appunto essere in fase d’incubazione e avere comunque un tampone negativo. In ogni caso ripeto che si tratta di una non notizia, un fatto normale che non deve rovinare la fiducia verso la vaccinazione, non ce n’è motivo.
Se una persona è inconsapevolmente positiva e riceve il vaccino che cosa succede?
In questo caso il vaccino dà un booster, un rinforzo al sistema immunitario. Quindi vacciniamo tutti, incluso chi si è ammalato, anche perché in questo caso la protezione effettivamente sembra durare fino a 6-8 mesi, quindi anche chi è guarito necessita di vaccinazione.
Qual è la raccomandazione da fare a chi si vaccina?
Ribadiamo che occorre osservare tutte le attenzioni, bisogna tenere alta la guardia e bisognerà farlo anche da vaccinati completi, perché non si può dire: io sono vaccinato e posso non mettere la mascherina. Peraltro c’è un piccolo margine perché la protezione è del 95%, la persona può essere fra i pochi sfortunati a non avere una protezione.
Le due somministrazioni avvengono per Pfizer a distanza di 21 giorni, AstraZeneca invece come funziona?
Il vaccino AstraZeneca prevede una dose singola, non è a Rna come Pfizer e Moderna ma funziona con un adenovirus che fa da vettore all’antigene.
In parole più semplici?
Hanno aggiunto a un pezzo (perché non vivente) di adenovirus umano il pezzettino della proteina spike, l’uncino che serve per l’aggancio del virus.
In un mondo ideale, potendo scegliere tra i due vaccini, una persona cosa dovrebbe scegliere?
Non ci sarà questa possibilità, prendiamo quello che ci danno a seconda del momento e della pianificazione. C’è anche qualche difficoltà di approvvigionamento: AstraZeneca ha avuto dei ritardi, insomma bisogna vedere a seconda di quando ci si vaccina qual è quello disponibile.
Il vaccino di AstraZeneca dopo quanto tempo garantisce la protezione?
Sempre 15-20 giorni, durante i quali bisogna mantenere la guardia alta. E anche dopo, bisogna ribadire che non deve cambiare niente finché la diffusione del virus non sia davvero ridotta grazie all’immunità di gregge.
A che punto siamo in Italia con la vaccinazione, procede a rilento?
C’è stata una partenza un po’ lenta ma io credo sia solo questione di aver oliato la macchina in modo da poter partire sostanzialmente oggi, come prima data realistica e reale.
Ritardi dovuti a cosa?
Ragioni logistiche, è un’organizzazione che è giusto che parta con una buona formazione, con una bella pianificazione e registrazione dei casi.
(Emanuela Giacca)
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