E’ un vero e proprio terremoto quello che ha interessato l’ospedale di Piacenza e precisamente il primario di Radiologia Emanuele Michieletti, arrestato nelle scorse ore. L’accusa, come si legge sul sito del Corriere della Sera, è di quelle gravissime, violenza sessuale aggravata ma anche atti persecutori, il tutto all’indirizzo delle colleghe. Secondo quanto emerge sarebbero almeno 32 gli episodi di violenza, fra rapporti sessuali completi e altri “solo” orali, per un vero e proprio modus operandi che il primario Emanuele Michieletti avrebbe portato avanti nel corso degli anni. Ecco perchè gli agenti della questura sono intervenuti per arrestare il medico, di modo che potesse finire tale andazzo. Al fermo si è giunti dopo una delicata fase di indagine attraverso cui gli inquirenti hanno raccolto prove e testimonianze anche con intercettazioni sia telefoniche quanto ambientali, quindi video e audio che proverebbero le presunte violenze sessuali.
Che il quadro indiziario verso lo stesso primario sia grave lo si capisce da quanto sottolinea la questura, che descrive il tutto come “inquietante”, visto che le colleghe sarebbero state abusate in maniera ripetute, sia infermiere che dottoresse, approfittando di una posizione ai vertici dell’ospedale dello stesso medico accusato. A far scattare le indagini la denuncia di una giovane dottoressa che sarebbe stata aggredita sessualmente durante un colloquio, così come scrive ancora il Corriere della Sera: una volta nella stanza con il dottor Emanuele Michieletti, questa sarebbe stata spinta contro un mobile dopo di che sarebbe stata violentata dal primario di radiologia, poi interrottosi solo con l’arrivo di un collega. Come detto sopra gli abusi sarebbero ben 32, spesso e volentieri durante l’orario di servizio, per un comportamento seriale che sarebbe avvenuto in un ambiente definito “omertoso e complice”, precisa ancora chi indaga, di conseguenza sembra che molti sapessero cosa accadesse in corsia ma nessuno ha mai detto niente forse per paura di ritorsioni.
PRIMARIO PIACENZA ARRESTATO: UN AMBIENTE OMERTOSO?
Del resto, come detto sopra, la posizione occupata dal dottore era di quelle importanti, di conseguenza molte dottoresse, anche fra le vittime, hanno preferito restare in silenzio per paura di perdere il posto di lavoro. A riguardo emblematico è il caso di una dottoressa che inizialmente aveva denunciato gli abusi subiti per poi ritrattare il tutto il giorno seguente, ritirando quindi la querela. Il medico, da quanto emerge dagli atti di indagine, vantava addirittura i propri comportamenti violenti, definendoli delle conquiste personali, e parlando con i colleghi avrebbe persino ricevuto suggerimenti su come proseguire.
C’è quindi il rischio che l’indagine possa allargarsi, visto che se altri sapevano ed hanno addirittura incoraggiato il comportamento choc del medico, si potrebbero prefigurare dei reati. Secondo gli inquirenti tale situazione non avrebbe ovviamente giovato ai pazienti dell’ospedale pazientino, visto che le infermiere e le dottoresse erano turbate dagli abusi subiti ed inoltre anche lo stesso primario sembra fosse distratto dalle tentazioni sessuali durante l’orario lavorativo.
PRIMARIO PIACENZA ARRESTATO: LA RELAZIONE DELL’AUSL E DELL’ORDINE DEI MEDICI
Alla diffusione della notizia è giunta la nota da parte dell’Ausl di Piacenza che ha fatto sapere di avere piena fiducia nelle indagini, aggiungendo di aver sempre collaborato con la Procura per accertare la verità, garantendo le condizioni ottimali per svolgere tutto il lavoro necessario. Sulla vicenda si è espresso infine l’ordine dei medici che ha parlato di azioni gravissime “che meritano una ferma condanna” se confermate, così come ha spiegato il presidente della federazione, Filippo Anelli.
Per i medici un comportamento di tale tipo non è degno della casacca che viene indossata, in quanto un camice bianco dovrebbe rispettare le persone, salvaguardare la loro dignità e non calpestarla. In ogni caso anche l’Ordine attende la conclusione delle indagini per capire cosa sia effettivamente successo e se il medico in questione sia realmente colpevole.