Procura Bergamo sequestra schede 118/ Ambulanze attese per ore durante l’emergenza

- Alessandro Nidi

I tempi dei soccorsi potrebbero essere stati, in alcuni casi, non adeguati alla situazione che si era venuta a creare nella Bergamasca

incidente Immagine di repertorio (LaPresse)

Si continua a parlare in queste ore – e, francamente, non potrebbe essere altrimenti – dell’indagine aperta dalla Procura di Bergamo in merito alla mancata istituzione della zona rossa nelle zone di Alzano Lombardo e Nembro, vicenda su cui si sta innestando un altro filone: quello delle ambulanze attese per ore nelle abitazioni dei privati cittadini e, talvolta, arrivate troppo tardi sul luogo dell’emergenza. Come riferisce, infatti, il quotidiano “La Repubblica”, le schede degli interventi del 118 della città orobica sono state sequestrate per essere esaminate approfonditamente e capire con esattezza la tempistica dei soccorsi prestati agli utenti nelle giornate più critiche della pandemia. Il periodo a cui fanno riferimento i magistrati è quello di marzo 2020, ovvero quello in cui i contagi, sviluppatisi, come anticipato in premessa, nella val Seriana, hanno cominciato a rendere via via sempre più insostenibile la situazione per le strutture ospedaliere e le residenze sanitarie assistenziali della provincia di Bergamo.

AMBULANZE BERGAMO, LA PROCURA INDAGA: ASSISTENZA INADEGUATA?

Un aspetto, quello dei soccorsi sul territorio, che fino a questo momento non era emerso nell’indagine connessa ad Alzano Lombardo e Nembro, ma che, effettivamente, rappresenta un dato di fatto. Perché, come riporta “La Repubblica”, degli oltre 6mila morti registrati in provincia di Bergamo alla fine di marzo, molti se ne sono andati senza nemmeno passare dagli ospedali, spirando nelle proprie abitazioni e, spesso, senza una diagnosi certa, nonostante avessero tutti i sintomi caratteristici del Coronavirus. La Procura ora indaga sulle chiamate registrare e trasferite dagli operatori nelle schede che determinano l’uscita delle ambulanze e dei mezzi di soccorso. “Le chiamate continue. I pronto soccorso al limite. In tutto questo – si legge sul quotidiano – i tempi dei soccorsi potrebbero essere stati, in alcuni casi, non adeguati alla situazione che si era venuta a creare nella Bergamasca. Il sequestro del materiale confluisce nella mole di documentazione in possesso della Procura”.





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