SCONTRO TRA ROMANO PRODI E UNA GIORNALISTA DI QUARTA REPUBBLICA: LA DOMANDA E GLI INSULTI
Se ci fosse ancora bisogno di una prova di quanto il passaggio del discorso in Parlamento della Premier Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene abbia “sconvolto” la sinistra, e in particolare il Pd, lo si ha nella grossa polemica sorta nelle ultime ore attorno ad un’uscita di Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio ed ex Presidente soprattutto del Partito Democratico.
Intervistato dai giornalisti a margine dell’incontro sabato all’auditorium di Roma per “Libri Come”, Prodi ha prima sbottato e insultato una inviata di “Quarta Repubblica” – per una domanda su Ventotene – poi ha trattato in modo considerato potenzialmente “paternalistico” e con toni «intimidatori» la stessa giornalista, Lavinia Orefici, fino ad averla toccata sulla spalla generando ulteriori polemiche che qui sotto affrontiamo. Le due versioni di Prodi e della cronista verranno poi valutate domani sera con la puntata di Quarta Repubblica, programma di Nicola Porro, dove verrà mostrato il video integrale dei fatti.
Intanto però vanno ricostruiti per quello che sappiamo finora, anche con il video diffuso da “L’Espresso” e che trovate qui a fondo pagina: dopo che la Premier Meloni alla Camera ha letto una parte del Manifesto di Ventotene scritto nel 1941 da Spinelli e Rossi (in particolare nella parte in cui si parla di “dittatura rivoluzionaria comunista contro i fascismo e il popolo immaturo”), e dopo aver sottolineato che quella non è la sua idea di Europa, i dem e la sinistra è scattata su tutte le furie accusando la Presidente di insulto e attacco alla Costituzione.
Ebbene, davanti alla domanda della giornalista Orefici proprio su alcuni passaggi del Manifesto contro la libertà e la proprietà privata, Romano Prodi sbotta e si rivolge infastidito alla cronista: «ma che cavolo mi chiede?! Ma il senso della storia ce l’ha lei?». L’ex Premier sottolinea di non aver mai detto nulla di tutto questo nella sua vita politica, ma Orefici ribatte che si tratta di una semplice citazione di Ventotene: a quel punto lui, con modo non elegantissimo, si appoggia alla spalla della giornalista e con voce di scherno spiega «ma lo sono benissimo che è il Manifesto, non sono mica un bambino».
IL “CASO” DEI CAPELLI TIRATI, NICOLA PORRO CONTRO PRODI: “HA MESSO LE MANI ADDOSSO ALLA NOSTRA GIORNALISTA”
Il problema è che Prodi, pur sottolineando giustamente che quel documento di Ventotene è stato scritto negli anni del fascismo da due esiliati e che quindi utilizzava termini e riferimenti politici dell’epoca, interpreta “male” il senso della domanda e della polemica in generale sul Manifesto. Il punto infatti non è che all’epoca Rossi e Spinelli scrivessero alcune parti “choc” di quel testo, il problema è che l’intero documento oggi viene visto dalla sinistra in Italia come una sorta di “Vangelo” non criticabile.
Non solo, anche solo provare a contestare alcuni passaggi – come fatto da Meloni, ma non solo (ne citiamo due su tutti, di certo non “sovranisti di destra” come i giornalisti Pigi Battista ed Ernesto Galli della Loggia) – fa gridare allo scandalo da tutto il Pd, Prodi compreso. L’ex Premier si infuria del tutto e accusa una attonita Lavinia Orefici di non avere senso della storia e di fare una domanda stupida. A corredo di tutto questo, il “caso” dello strattonamento che il politico avrebbe fatto nei confronti della giornalista è ora al vaglio delle immagini che giungeranno pienamente solo lunedì sera.
Dopo la domanda sulla proprietà privata (che secondo il Manifesto di Ventotene doveva essere «abolita, limitata in linea di principio»), Prodi definisce volgare il modo di fare interviste dell’inviata, e le appoggia brevemente una mano sulla spalla: «mi ha preso una ciocca di capelli e me l’ha tirata», denuncia ora la giornalista all’ANSA e in un comunicato di Mediaset Rete 4, «sono sotto choc». Orefici si definisce e sente offesa per quanto accaduto, sia come donna che come giornalista, e chiede le scuse immediate di Romano Prodi il quale invece smentisce la ricostruzione e sottolinea di non averla mai strattonata.
«Mai tirato i capello o lo strattone, come tutti i giornalisti possono testimoniare»: secondo il politico Pd avrebbe solo appoggiato la mano sulla spalla in quanto «stava dicendo cose assurde». Il tono infuriato stona con la domanda, seppure puntuale ma con tono semplice e non provocatorio: i partiti di Centrodestra attaccano ora Prodi e il Pd, mentre la stessa cronista si dice dispiaciuta che le scuse non siano arrivate.
Il video mostrerà la verità, conclude Orefici che ribadisce come inaccettabile sia quel tono «inappropriato e paternalistico davanti ad una semplice domanda». Ospite a “4 di sera” Nicola Porro ha accusato Prodi di aver messo le mani addosso alla sua giornalista: «per carità, non si va in ospedale per un gesto di questo tipo, ma Lavinia era scioccata così come gli operatori».
“SINISTRA NON È SAGGIA SUL PIANO UE”: PRODI TORNA SUL FLOP DEL CONSIGLIO EUROPEO
In tutto questo caos, resta poi il contenuto politico di quanto Romano Prodi in questi giorni va conducendo sui temi caldi del riarmo, della difesa europea e del futuro del Vecchio Continente. Al netto infatti dello scontro sul Manifesto di Ventotene, Prodi è uno dei capofila all’interno del partito per la contestazione della posizione anti-Bruxelles assunta in queste settimane dalla Segretaria Elly Schlein.
Intervistato dal “Corriere della Sera” al termine del flop del Consiglio Europeo sul piano ReArm (ri-denominato “Prontezza 2030”) l’ex Presidente del Consiglio lamentando sia le mancate azioni di Von der Leyen, e sia il comportamento della sinistra europea e italiana. Secondo Prodi si è ancora troppo «prudenti» e si deve invece puntare dritti a costruire una difesa europea e un riarmo militare atto a prepararla: auspica il superamento del voto all’unanimità, puntando invece ad una «Europa a due velocità per superare l’impasse».
Prodi ritiene fondamentale una alleanza progressista che possa vincere contro la destra, per questo non critica direttamente la linea Schlein ma al contempo dice che oggi «non esiste un’alternativa di governo» pur essendoci una opposizione, e in più ritiene la sinistra fino ad oggi ben poco saggia per come si sta muovendo su Italia, Europa e riarmo, lasciando fare ad una destra considerata «incapace».
Una giornalista intercetta Romano #Prodi alla rassegna “Libri Come”, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Gli chiede se condivide un passaggio del Manifesto di #Ventotene che parla di abolizione della proprietà privata. L’ex presidente del Consiglio si infuria… pic.twitter.com/9kYKow3nsa
— L’Espresso (@espressonline) March 22, 2025