Una prof assente per 20 anni sui 24 anni totali di carriera, è stata destituita. L’episodio, riportato dal Corriere della Sera, si è verificato di preciso in quel di Chioggia, nota località marittima veneta, in provincia di Venezia. Nei primi 10 anni di carriera, come scrive il quotidiano di via Solferino, non si era mai presentata in aula, e per i seguenti 14 era spesso e volentieri in malattia, lavorando di fatto solo 4 anni. Il ministero dell’istruzione ha quindi deciso di sollevare la prof assente dall’incarico, provvedimento poi confermato dalla Corte di Cassazione.
La sospensione del Miur era giunta a seguito di un’ispezione condotta nel 2015 e nel 2016 per «assoluta e permanente inettitudine alla docenza». La docente, come replica, aveva invocato la libertà di insegnamento, ma la Cassazione l’ha respinta con il verdetto 17897 della Sezione Lavoro, sostenendo che «la libertà didattica comprende una autonomia nella scelta di metodi appropriati di insegnamento, ma questo non significa che l’insegnante possa non attuare alcun metodo o che possa non organizzare e non strutturare le lezioni». Secondo l’ispezione condotta, la docente non prestava attenzione ai propri studenti mentre li interrogava, in quanto stava continuamente al cellulare, o perchè parlava con altri alunni non interrogati.
PROF ASSENTE 20 ANNI SU 24, TUTTE LE INADEMPIENZE EMERSE
Inoltre, erano emerse altre inadempienze come l’«assenza di criteri sostenibili nell’attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l’improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall’alunno (non ne avrebbe mai portato uno con sé, ndr), l’assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l’attribuzione di voti in modo estemporaneo ed umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche».
Erano stati giudicati imprecisi anche i programmi finali delle sue classi, con un numero di ore fittizio dedicato alla spiegazione degli argomenti, ma anche l’inserimento di una lista di temi mai trattati. «Nei registri riportati nei verbali – si legge nella sentenza finale numero 17899 -, era documentato il fatto che la docente, su 24 anni di insegnamento, risultava essere stata assente per complessivi 20 anni (i primi 10 totalmente assente e per i residui 14 era in gran parte in malattia, da 40 a 180 giorni per anno), totalizzando, in definitiva, un totale cumulativo di 4 anni di insegnamento che rendeva impossibile esaminare periodi più lunghi di quelli oggetto di ispezione (5 mesi nel 2015, gli unici lavorati, idem febbraio 2016)».