Dal Punjab è stata proposta una legge contro la profanazione religiosa: chi deturpa un testo religioso, rischierebbe l'ergastolo e 10mila euro di multa
Dallo stato del Punjab è stata presentata una proposta di legge che mirerebbe a punire pesantemente la profanazione dei libri religiosi di qualsiasi credo presente sul territorio dell’India, con l’ambizione di renderla una legge nazionale e non solamente regionale: si tratta, a conti fatti, del terzo tentativo simile dopo altri due disegni di legge che erano stati respinti dal presidente perché prevedevano pene solamente per la profanazione del Guru Granth Sahib, il testo sacro della religione Sikh.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che la proposta di legge che arriva dal governo del Punjab mirerebbe a porre fine a una delle principali piaghe sociali dell’India, paese in cui convivono pacificamente decine e decine di religioni differenti e che sempre ha un vero e proprio problema con la profanazione religiosa; mentre prima del 2023 non era neppure considerata un vero e proprio reato perseguibile penalmente.
Nel 2023, però, c’è stata un’ampia e articolata revisione del Codice penale indiano nella quale sono stati inseriti gli articoli 298, 299 e 300 che miravano a punire – esattamente come la legge del Punjab – l’offesa ai sentimenti religiosi e il disturbo alle assemblee religiose con pene massime pari a tre anni di reclusione (uno per il disturbo delle assemblee) e multe variabili: leggi, però, che non sono riuscire a risolvere il problema.
La nuova legge del Punjab contro la profanazione religiosa: sarebbe punita con l’ergastolo e 10mila euro di multa
Proprio per l’inefficienza delle leggi varate nel 2023, il governo locale del Punjab ha ritenuto necessario proporre un nuovo disegno di legge che risolva anche le criticità riscontrate nei simili tentativi avanzati nel 2016 e nel 2018: il primo fu respinto perché puniva – come dicevamo prima – solamente la profanazione del Guru Granth Sahib, infrangendo – secondo il governo centrale – la laicità costituzionale; mentre il secondo, pur includendo anche il Corano, il Bhagavad Gita e la Bibbia, non fu ritenuto una tutela sufficientemente ampia.
Non a caso, il disegno di legge proposto dal Punjab non ha riferimenti diretti a questo o quell’altro testo sacro, ma estende il concesso di “profanazione religiosa” a qualsiasi credo, senza esclusione: già proposto al governo centrale, dovrebbe essere approvato non prima di sei mesi – per verificare il parere dei civili e di tutti i partiti – e prevederebbe pene da 10 anni di reclusione all’ergastolo, con multe tre i 5mila e i 10mila euro.