LA POSIZIONE DELLA RUSSIA DOPO L’ATTACCO USA IN IRAN: AL FIANCO DI TEHERAN MA SENZA RAPPRESAGLIE (PER ORA)
La Russia era e resta principale alleata dell’Iran ma per il momento non intende produrre “rappresaglie” dopo gli attacchi isolati ai tre siti nucleari del regime sciita compiuti nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2025 dagli Stati Uniti. Durante la visita lampo del Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi al Cremlino, il Presidente Putin ha ribadito la piena collaborazione e sostegno di Mosca all’alleato Teheran, condannato l’aggressione americana e soprattutto la guerra lanciata da Israele contro il programma atomico degli ayatollah.
«Sosteniamo lo sforzo del popolo iraniano», ha detto Putin secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, condanna l’aggressione americana come «non provocata» e «insensata», senza alcuna giustificazione politica o militare. Come ha invece ribadito il diplomatico di Teheran giunto a Mosca già ieri sera, l’Iran sta difendendo la propria indipendenza con gli attacchi ricevuti da USA e Israele nell’ultima settimana. Solo in queste ore sono state sganciate 100 bombe dall’Idf sulla capitale iraniana, con risposta colpo su colpo nei raid su Tel Aviv e altri centri ebraici.

Nel frattempo arriva anche una smentita diretta dal Cremlino, dopo una fuga di notizie delle scorse ore: il Ministro Araghchi non ha portato alcuna lettera dalla Guida Suprema Khamenei indirizzata al Presidente russo: le fonti della Reuters avevano invece sostenuto che nella missiva vi sarebbe stata la richiesta diretta di un sostegno ulteriore militare di Mosca verso l’Iran, deluso dall’atteggiamento “morbido” avuto finora dall’alleato russo nei confronti di Israele e Stati Uniti.
“DIALOGO USA-RUSSIA RESTA A PRESCINDERE”: LA MOSSA DEL CREMLINO
Sostegno, aiuto ma anche appello a far tornare la guerra in Medio Oriente all’interno di un binario politico che con la diplomazia possa essere risolto il più breve tempo possibile: questo ha aggiunto il Presidente Putin nel dialogo con il Ministro degli Esteri Araghchi, ripetendo anche alle agenzie come da Mosca giunga appello per la «fine immediata di ogni ostilità», invocando lo «sforzo diplomatico».
Sebbene non esista ad oggi una clausola “simil Nato” sull’obbligo di intervento in caso di attacco contro l’alleato, la Russia punta al sostegno dell’Iran con modalità che ancora devono essere stabiliti e chiariti: il portavoce del Cremlino Peskov ha spiegato che dipende tutto da cosa Teheran abbia bisogno, e che per il momento l’offerta di aiuto è una mediazione diplomatica. Per forniture militari si potrà discutere, mentre per il momento è escluso l’intervento diretto nel conflitto (visto anche l’altra “ingombrante” guerra che Putin sta combattendo da oltre tre anni in Ucraina).

Peskov ha poi aggiunto come nell’ultima telefonata tra Putin e Trump non v’erano state informazioni dettagliate sull’attacco all’Iran ma che comunque si era discusso del vulnus scoperto in Medio Oriente con diverse proposte partorite e non tutte escluse: a non fa probabilmente piacere all’alleato iraniano vi è infine il commento dello stesso portavoce di Vladimir Putin in merito al dialogo che comunque permane tra Russia e Stati Uniti, anche dopo l’attacco avvenuto la scorsa notte. «Sono processi indipendenti», ha riferito Peskov confermando che i raid americani non avranno impatto sul dialogo le due superpotenze atomiche più grandi al mondo.