La Russia è disposta a fermare la guerra in Ucraina, ma mantenendo il fronte attuale: è questa sostanzialmente la proposta che il presidente Vladimir Putin avrebbe mandato all’inviato americano Steve Witkoff per un accordo di pace. A svelare il retroscena è il Financial Times, che cita diverse persone che hanno familiarità con la questione. Si tratta dell’offerta presentata in occasione dell’incontro avvenuto all’inizio del mese a San Pietroburgo.
Il Cremlino sarebbe disposto a non rivendicare le quattro regioni ucraine che ha occupato parzialmente e che resterebbero sotto il controllo di Kiev. Le stesse fonti hanno confermato che gli Stati Uniti sarebbero disposti a includere nell’accordo di pace il riconoscimento da parte americana della proprietà russa della penisola della Crimea e il riconoscimento almeno del controllo de facto sulle parti delle quattro regioni che attualmente detiene.
GUERRA IN UCRAINA, L’APERTURA DI PUTIN
Eppure, ci sarebbero funzionari europei scettici, perché temono che Putin possa usare questa proposta come esca per fare in modo che il presidente americano Donald Trump accetti altre richieste russe e le imponga all’Ucraina come fatto compiuto.
“In questo momento c’è molta pressione su Kiev affinché rinunci a qualcosa, in modo che Trump possa rivendicare la vittoria“, ha dichiarato un funzionario europeo che ha parlato al Financial Times, restando anonimo. A tal riguardo, Trump vorrebbe chiudere l’accordo entro il 30 aprile per poter rivendicare di aver completato la sua missione di pace nei primi cento giorni della sua presidenza.
PESKOV SUI NEGOZIATI: “LAVORO INTENSO”
“Stiamo facendo un lavoro intenso e parlando con gli americani. Il lavoro è difficile e richiede molto tempo, quindi è difficile aspettarsi risultati immediati, e il lavoro non può essere fatto in pubblico“, ha dichiarato a FT il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov.
GUERRA IN UCRAINA, LE PROPOSTE DI TRUMP
Alti funzionari ucraini hanno affermato di essere favorevoli ad alcune proposte di Trump, senza però precisare quali. Queste comprendono, comunque, la formazione di un contingente di pace europeo in Ucraina e di una forza militare separata, non appartenente alla NATO, anche per il monitoraggio della tregua il lungo una zona demilitarizzata.
In base a tale potenziale accordo, l’Ucraina si impegnerebbe a non riprendere con la forza il territorio occupato dalla Russia, mentre la Russia accetterebbe di fermare la lenta avanzata del suo esercito.
Quel che non è ancora chiaro è se Trump abbia chiesto a Kiev il riconoscimento formale dell’annessione della Crimea da parte della Russia. Sulle ultime novità non si è ancora esposto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, il quale al giornale britannico ha precisato di non poter commentare la “sostanza dei negoziati“.
IL MURO DI ZELENSKY SULLA CRIMEA
D’altra parte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante un briefing a Kiev che si è tenuto oggi ha dichiarato che l’Ucraina non riconoscerà legalmente l’occupazione della Crimea da parte della Russia in nessuna circostanza. “Non c’è nulla di cui parlare. Questo viola la nostra Costituzione. Questo è il nostro territorio, il territorio del popolo ucraino“. Inoltre, il leader ucraino ha avvertito che qualsiasi discussione sulla Crimea rischia di spostare i negoziati in un quadro dettato da Putin.
“Non appena iniziano i colloqui sulla Crimea e sui nostri territori sovrani, i colloqui entrano nel formato che la Russia vuole – prolungare la guerra – perché non sarà possibile concordare tutto in tempi brevi“, la tesi di Zelensky. Pur riconoscendo che i segnali sulla Crimea sono emersi in diversi canali, Zelensky ha detto che l’Ucraina rifiuterà immediatamente qualsiasi proposta ufficiale. “Sappiamo dove questi segnali stanno suonando e continueranno a suonare“, ha aggiunto, precisando di non essere sicuro che provengano dalla Russia o da alcuni rappresentanti statunitensi impegnati nel dialogo con Putin.
Per quanto riguarda l’incontro di domani a Londra, ha Zelensky ha fatto sapere che la delegazione ucraina avrà il mandato di discutere i termini per un cessate il fuoco totale o parziale con la Russia; inoltre, Kiev è pronta a negoziare con la Russia in qualsiasi formato, ma solo dopo un arresto incondizionato delle ostilità. “Siamo in guerra da oltre 11 anni. È possibile raggiungere un accordo con la Russia in tempi brevi? No, non lo è. È impossibile senza pressioni“. Il suo auspicio è che le pressioni Usa siano forti, perché fondamentali per arrivare a un accordo significativo.