ZONA GIALLA, QUALI REGIONI RISCHIANO/ Piano Governo e revisione parametri

- Silvana Palazzo

Regioni a rischio zona gialla: quali sono? Con le regole attuali passerebbero in fascia gialla, ma si valuta modifica dei parametri. Domani tavolo tecnico al Ministero della Salute

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«Il numero di contagi è ancora esiguo e al momento non c’è bisogno di tornare alle zone gialle», così ha spiegato stamane a Radio24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, escludendo un’ipotesi di zona gialla in qualche Regione nella prossima settimana. Certo, a fine mese complice la variante Delta e gli assembramenti di questi giorni di delirio e passione pro-Azzurri il rialzo dei contagi sarà consistente: «Temo per fine mese 3-4 volte i contagi che si sono oggi […] Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni».

Allo studio intanto del Governo l’ipotesi di modifica dei parametri per l’ingresso nelle zone di rischio, come richiesto fortemente dalle Regioni: si va dal numero minimo di tamponi giornalieri per poter rimanere in zona bianca (150 ogni 100mila abitanti), ma anche l’Rt ospedaliero per valutare l’ingresso o meno di un territorio in zona gialla (o peggiore). Al momento la soglia minima di rischio è il 40% in area medica e il 30% in terapia intensiva, l’ipotesi del Governo è di abbassare questi limiti al 30% e al 20% per “abbandonare” la zona bianca. Chiudere in estate non lo vuole nessuno, specie perché con la copertura dei vaccini in aumento il fatto che vi siano più contagi non porta necessariamente maggiori ricoveri e vittime. Secondo quanto appreso dall’Agenzia ANSA, domani si riunirà il tavolo tecnico al Ministero della Salute per valutare possibili modifiche ai parametri di rischio. (agg. di Niccolò Magnani)

CHI RISCHIA LA ZONA GIALLA

La zona bianca è già a rischio per quattro regioni italiane, che potrebbero passare in quella gialla a causa della rapida diffusione della variante Delta. I nuovi casi sono in crescita e stando agli attuali parametri questo potrebbe tradursi in nuove restrizioni. Non ci riferiamo al coprifuoco, che è stato eliminato anche in zona gialla, né alle mascherine all’aperto, visto che l’obbligo è stato tolto. Ma un ritorno ora in zona gialla, in una fase in cui il trend di contagi è in crescita, potrebbe essere il preludio ad un passaggio in zona arancione. Per questo motivo le Regioni chiedono alla Cabina di regia di modificare i criteri per il cambio dei colori e, quindi, di cambiare i parametri, concentrandosi sulla situazione negli ospedali che, nonostante l’aumento dei casi, è assolutamente sotto controllo.

Ma quali sono le Regioni che rischiano di lasciare la zona bianca? Secondo le regole attuali si passa in zona gialla quando l’incidenza dei contagi supera la soglia dei 50 ogni 100mila abitanti. Attualmente siamo lontani da questa soglia, ma ci sono quattro Regioni che rischiano di superarla nel giro di due o tre settimane: Sicilia (21), Campania (19), Abruzzo (16,6) e Marche (15,3).

MODIFICA PARAMETRI: “GIALLO” SU RIUNIONE

Questo comporterebbe il rischio di ritrovarsi a ridosso dell’autunno ad un passo dalla zona arancione o addirittura rossa, quindi ad un ripristino delle restrizioni. Questo scatterebbe con le regole attuali, che però le Regioni vogliono cambiare anche in virtù del fatto che la situazione è cambiata grazie alla campagna vaccinale. Per questo è stato chiesto un incontro urgente con la Cabina di regia per discutere di una modifica dei parametri che determinano i cambi di colore. La richiesta è di guardare solo all’incidenza negli ospedali, valutando l’impatto che hanno i contagi sul sistema sanitario. Nelle ultime ore è trapelata la notizia di una possibile riunione fissata a domani, ma è stata smentita poco fa dal Ministero della Salute. «Sono prive di ogni fondamento le notizie relative a presunte riunioni di tavoli tecnici che avrebbero dovuto svolgersi domani al ministero della Salute per ridiscutere i parametri», la nota riportata da Sky Tg24 che cita fonti appunto del ministero. L’ipotesi comunque non era stata esclusa da Brusaferro nella conferenza stampa di ieri sul monitoraggio.







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