Quanto guadagna un benzinaio in Italia? Una domanda semplice che nasconde un mestiere complesso, tra turni lunghi, responsabilità e stipendi che variano più di quanto si pensi.
Nel nostro immaginario collettivo il benzinaio è quella figura che associamo alla quotidianità, a un gesto quasi automatico come fare rifornimento. Eppure dietro quel gesto ci sono persone che lavorano spesso con orari estesi, a contatto con il pubblico, sotto la pioggia o sotto il sole.
Compiti che vanno ben oltre il semplice “fare benzina”. Perché oggi la figura del benzinaio è cambiata. Non si tratta più solo di riempire serbatoi, ma anche di gestire pagamenti, offrire servizi aggiuntivi, occuparsi della sicurezza dell’impianto e, in molti casi, affrontare da soli turni interi.
Fare il benzinaio in Italia conviene?
Il tema dello stipendio è strettamente legato a queste responsabilità. In Italia, lo stipendio medio di un benzinaio si aggira tra i 1.200 e i 1.500 euro netti al mese, ma molto dipende dal tipo di impianto. Chi lavora per una grande compagnia petrolifera, con contratto regolare e magari in una stazione di servizio dotata di bar, autolavaggio e minimarket, può arrivare anche a 1.700 euro mensili.
Diverso è il discorso per i gestori in proprio, che spesso devono fare i conti con margini molto bassi sui carburanti, spese fisse elevate e la concorrenza spietata dei self-service. In quei casi, il guadagno può essere anche inferiore a mille euro, se non si raggiungono volumi di vendita significativi.

Senza ombra di dubbio, uno dei vantaggi del mestiere è una certa stabilità. Si tratta di un lavoro che, nonostante i cambiamenti del settore, esiste e resiste. Inoltre, per chi ama il contatto con le persone, può essere anche gratificante. Però ci sono anche contro evidenti: gli orari sono spesso scomodi, i giorni festivi non esistono praticamente mai, e le condizioni climatiche influiscono moltissimo. Non è raro vedere benzinai che lavorano in inverno con le mani gelate o in estate sotto il sole cocente, senza possibilità di rifiutarsi.
Fare il benzinaio fuori dall’Italia
E se si guarda fuori dai confini italiani, il paragone diventa ancora più interessante. In Germania, ad esempio, il lavoro di benzinaio è spesso automatizzato, ma nelle stazioni con personale il salario è più alto rispetto all’Italia, con una media che supera i 2.000 euro lordi al mese. In Francia la situazione è simile, ma con più attenzione al welfare aziendale, soprattutto nelle grandi catene. Negli Stati Uniti, invece, il ruolo è quasi scomparso: le stazioni di servizio sono perlopiù self-service, e i pochi addetti presenti si occupano della cassa o del market interno. In quel caso il guadagno medio è attorno ai 13-15 dollari l’ora, ma senza le tutele che un lavoratore italiano può avere, come ferie pagate o tredicesima.
In Francia, il guadagno è simile alla Germania, ma con un welfare aziendale più sviluppato. Il mestiere di benzinaio, insomma, oggi non è più quello di una volta. È cambiato, si è evoluto, ma resta un lavoro fondamentale, anche se spesso poco considerato. Non fa notizia, non ha il fascino di altri mestieri, però continua a rappresentare una fetta importante del settore dei servizi. E forse proprio per questo meriterebbe più riconoscimento, sia in termini economici che sociali.